L'Aga Khan, Alisarda e il mito della Costa Smeralda
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Karim Aga Khan IV, fondatore e presidente dell’Aga Khan Development Network (AKDN) nonché leader spirituale dei musulmani sciiti ismailiti, è morto ieri a Lisbona, in Portogallo, all’età di 88 anni. Imprenditore e filantropo, tra gli uomini più ricchi del mondo, Karim al-Husayni aveva legato a doppio filo la sua figura allo sviluppo (turistico) della cosiddetta Costa Smeralda in Sardegna. Da Porto Cervo ad Alisarda, poi Meridiana, passando per l’aeroporto. Dietro al mito delle vacanze di lusso sull’isola c’era lui.
Aga Khan IV, nato a Ginevra, era già principe, leggiamo, quando mise piede per la prima volta in Sardegna, nel 1958, per controllare di persona lo stato di alcuni investimenti fatti. Aveva ventidue anni. La primissima impressione, scrive fra gli altri l’Unione Sarda, non fu delle migliori. «Per raggiungere la zona dove ero diretto, bisognava partire di buon’ora» ebbe a dire lo stesso Aga Khan. «Infatti la strada era un sentiero di campagna e così, dopo quattro ore, arrivai con una jeep ad Abbiadori. Da qui, a piedi, proseguii verso Capriccioli. Faceva freddo, pioveva e c’era vento. Arrivato a Capriccioli mi fu impossibile identificare i terreni che avevamo acquistato. Nell’area non c’era una sorgente d’acqua potabile, non esisteva un telefono nel giro di parecchi chilometri e il viaggio in jeep dalla Costa Smeralda a Olbia e ritorno era non meno di otto ore».
Ci vollero due anni per la folgorazione, quella vera. «Per motivi legati ai miei impegni internazionali avevo viaggiato molto in tutto il mondo, eppure non avevo mai visto luoghi altrettanto attraenti come quelli». Di qui l’atto costitutivo del Consorzio Costa Smeralda, il 14 marzo del 1962, con un investimento di 25 mila dollari. Della serie: sì, lungo questo tratto costiero della Gallura, nel nord-est della Sardegna, può nascere qualcosa di importante a livello turistico. Gli architetti incaricati di progettare le prime strutture, come il villaggio di Porto Cervo e i principali alberghi, furono Jacques Couelle, Michele Busiri Vici e Luigi Vietti, scrive al riguardo Wikipedia. I migliori nomi dell’epoca, a conferma che quell’operazione non era affatto una mera speculazione immobiliare. Ma, appunto, qualcosa di più.
Il cuore del villaggio di Porto Cervo era la famosa piazzetta. Ma, in quegli anni, il turismo di massa (per tacere dell’overtourism) era un fenomeno lontano e perfino inimmaginabile. Quantomeno per quell’angolo di Sardegna. Allora, erano (quasi) solo le teste coronate a frequentare la Costa Smeralda.
Aga Khan, dicevamo, inizialmente si lamentò dello stato delle strade e del relativo isolamento della zona. Soprattutto, doveva ingegnarsi e trovare una soluzione per portarcele, le teste coronate, in Sardegna. Il 29 marzo del 1963, a mo’ di primo tassello, fondò Alisarda, la prima e unica compagnia sarda che, di lì a poco, sarebbe diventata la seconda per importanza in Italia nonché la prima nel Sud Europa a trazione privata. Negli anni Novanta, nel 1991 per la precisione, l’assemblea straordinaria dei soci deliberò il cambio della ragione sociale in Meridiana, divenuto effettivo il 1. settembre.
Nella Gallura, che oggi accoglie quasi 4 milioni di passeggeri aerei all’anno, prima di Alisarda si arrivava solo via traghetto o volando su Alghero. Il vecchio aeroporto di Venafiorita, a Olbia, realizzato a scopo militare, aveva una pista di terra battuta. «I primi voli prima di atterrare dovevano attendere che le pecore si spostassero» disse l’Aga Khan. Non a caso, nel 1964 venne deciso l’allungamento della pista mentre fra il 1969 e il 1974 venne costruito l’attuale aeroporto di Olbia-Costa Smeralda, rinnovato nel 2004. Nell’epoca d’oro, Alisarda-Meridiana era fra le prime società sarde per numero di impiegati.