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«The Donald» è ufficialmente il 47. presidente degli Stati Uniti – Le congratulazioni di Viola Amherd e, in serata, quelle dell'attuale vicepresidente – Matteo Salvini: «Non saranno necessarie nuove armi a Kiev» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:28
21:28
Trump verso 312 grandi elettori, è al 51% nel voto popolare
Quando manca ormai la «chiamata» di soli tre Stati, Donald Trump si appresta a vincere la corsa alla Casa Bianca con 312 grandi elettori su 538, dopo aver già superato la soglia magica dei 270.
Al momento, secondo le proiezioni della Fox, il leader repubblicano conta 292 elettori contro i 226 di Kamala Harris. Ancora in palio ci sono i 3 gradi elettori dell'Alaska, gli 11 dell'Arizona e i 6 del Nevada: in tutti e tre questi Stati Trump è saldamente in testa.
L'ex e futuro presidente ha incassato al momento quasi 72 milioni di voti popolari a livello nazionale (il 51%), contro i poco più di 67 milioni della sfidante democratica (47,5%).
21:04
21:04
Maduro a Trump: «Pronti a stabilire buone relazioni»
Dopo aver rotto le relazioni diplomatiche con Washington nel 2019 sotto la prima presidenza di Donald Trump, il governo venezuelano di Nicolas Maduro si dice adesso pronto a «stabilire buone relazioni» con gli Stati Uniti nonostante la vittoria del candidato repubblicano.
«Il Venezuela si congratula con il popolo degli Stati Uniti e con il presidente eletto Donald J. Trump», si legge in una nota del ministero degli Esteri di Caracas dove si afferma quindi che «il Venezuela sarà sempre disposto a stabilire buone relazioni con i governi degli Stati Uniti, in uno spirito di dialogo, rispetto e buon senso».
Il governo di Caracas sottolinea inoltre che «il riconoscimento della sovranità e dell'autodeterminazione dei popoli è fondamentale per la costruzione di un mondo nuovo, dove regni l'equilibrio tra nazioni libere» e ricorda poi che «il popolo venezuelano condivide legami storici con il popolo degli Stati Uniti, con il quale aspiriamo a percorrere un cammino di pace e giustizia sociale, dove non c'è spazio per la guerra, l'esclusione, la discriminazione».
Se dal punto di vista politico le relazioni bilaterali tra Usa e Venezuela attraversano una fase di estrema tensione per la contestata proclamazione della vittoria di Maduro alle presidenziali di luglio, dal punto di vista economico si tratta invece di uno dei momenti migliori. Washington è oggi il principale acquirente del petrolio venezuelano e, insieme alla Cina, il principale fornitore di beni importati.
21:01
21:01
Biden invita Trump alla Casa Bianca
Joe Biden ha parlato con Donald Trump e si è congratulato per la sua vittoria. Il presidente ha invitato Trump alla Casa Bianca per un incontro. Lo riferisce un funzionario dell'amministrazione citato dall'agenzia Bloomberg, secondo il quale Biden parlerà domani al Paese sul risultato delle elezioni e della transizione.
L'attuale presidente Usa ha parlato anche con Kamala Harris e si è congratulato per la sua campagna. Lo riferisce un funzionario dell'amministrazione, citato dai media.
20:38
20:38
Trump torna alla Casa Bianca: la reazione dei politici ticinesi
Fra delusione e soddisfazione, insegnamenti da cogliere e auspici in vista dal futuro, anche la politica ticinese reagisce all'elezione di Donald Trump, personaggio controverso ma a detta di molti col pregio di avere un programma politico più chiaro rispetto alla rivale Kamala Harris. Ticinonews ha quindi voluto far un giro di voci sulle Presidenziali statunitensi interpellando alcuni esponenti dei principali partiti ticinesi, iniziando con Nara Valsangiacomo dei Verdi, che non nasconde la sua delusione per l'elezione di Donald Trump.
Valsangiacomo: «Verso un’evoluzione
preoccupante della protezione ambientale»
«È un peccato, un'occasione persa. Le politiche
della presidenza Biden-Harris avevano portato delle misure concrete per
raggiungere gli obbiettivi della politica climatica. Io penso soprattutto in
questi termini. Il ritorno di Trump significherà non solo dei passi indietro in
termini di politica climatica - lo ha già annunciato - ma anche delle misure
che aveva già messo in atto nel suo primo termine che riguardavano portare
indietro le politiche della tutela dell'ambiente del suolo, dell'acqua e dell'aria.
Vedremo un'evoluzione molto preoccupante dal punto di vista della protezione
dell'ambiente.
Branda: «Il tema dell’immigrazione è un
combustibile fenomenale»
Più moderato, restando a sinistra, il giudizio
del socialista Mario Branda, anche perché non sorpreso dall'esito delle urne. «Un
risultato tutto sommato immaginabile, forse non in queste proporzioni e con
questa nettezza con cui si è poi rivelata. Devo dire che i fattori possono essere
molteplici - e lo sono -, però in politica il tema dell'immigrazione, della
sicurezza e dei confini rimane sempre un combustibile fenomenale dal punto di vista
di una campagna elettorale. Specialmente quando si è confrontati, come capita
anche in America, con una popolazione anche in difficoltà o che sta subendo degli
importanti processi di trasformazione.
Morisoli: «Chi ha condotto questo
quadriennio deve piangere se stesso»
Ad essere invece sorpreso è il
democentrista Sergio Morisoli, secondo cui un ritorno di questo genere, quindi
di un ex presidente, «non sia mai successo prima nella storia, o perlomeno non
nei recenti secoli. Per cui è una sorta di rivincita, ma si tratta soprattutto
di un popolo che non ha mollato durante un quadriennio disastroso: quello condotto
dai democratici. Quindi penso che chi ha condotto questo quadriennio deve
rimpiangere se stesso per come lo ha condotto, perché il risultato lo abbiamo
visto». E questo nonostante una politica meno protezionistica rispetto a Trump.
Non si tratta dunque di una contraddizione per un liberale convinto? «Dal mio punto di vista il protezionismo –
anche se non mi piace - è uno strumento di ritorno da sfoggiare, perché il mondo
non sta andando verso un mondo liberale o liberista o di liberi mercati. Ognuno
fa i propri interessi e quando quelli commerciali non bastano, ecco che
arrivano anche quelli militari come stiamo vedendo. Io penso che questo
protezionismo (che può essere di breve o media durata) sia una soluzione per un
continente grande come l'America, che è chiamato a giocare un ruolo di primo ordine
a livello mondiale, quindi è una formula economica che sul momento può pagare».
Gobbi: «Una presidenza positiva per
l’economia anche europea»
Un'elezione, quella di Trump, che soddisfa
anche il leghista Norman Gobbi. «Sicuramente potrà dare degli spunti positivi,
penso in particolare anche a una risoluzione del conflitto in Ucraina dato che il
Cremlino si è detto disposto a sedersi a un tavolo di pace. Quindi credo che sia
davvero una delle prospettive principali, perché se l'Europa è destabilizzata
dai conflitti ecco che ne patiscono soprattutto gli europei e di conseguenza
anche la Svizzera. Perciò credo che questa presidenza sia positiva, da un lato
per l'economia americana, ma poi di riflesso anche per la realtà socio-economica
europea, spero». Ma se avesse potuto, avrebbe votato Trump o Harris? «Avrei
votato per Trump, perché incarna molto di più i miei valori e talvolta ha dei atteggiamenti
sopra le righe, ma questo fa parte del personaggio».
Speziali: «Il presidente deve unire. Trump
è una scelta problematica»
Un personaggio che Alessandro Speziali del PLR
e Maurizio Agustoni del Centro valutano esattamente allo stesso modo. Per
Speziali è chiaro «che nella nostra percezione è un personaggio estremamente controverso.
Ha un linguaggio e un atteggiamento che alle nostre latitudini sarebbero inaccettabili.
Certo, rappresenta l'anima di una larga parte dell'elettorato americano, ma ci
si può aspettare l'elezione di un personaggio simile magari nel Parlamento. Il
presidente deve essere anche una persona che unisce e riunisce attorno alle
istituzioni. Abbiamo invece visto negli ultimi anni che le istituzioni le ha sfidate.
Quindi, da questo punto di vista, è innegabilmente problematica la scelta. Però
stiamo a vedere, non facciamo il processo alle intenzioni, vedremo soprattutto
nella concretezza cosa avrà da dimostrare». Speziali ha poi voluto aggiungere che
«il partito democratico deve interrogarsi parecchio perché sia sulla persona
che i temi è stato sbagliato parecchio. Ogni tanto il centro sinistra si perde
in battaglie di società che interessano poco e l'elettorato decide altrove».
Agustoni: «Chi si candida solo per fare
opposizione non suscita entusiasmo»
Agustoni dal canto suo ritiene che lo
scrutinio «insegna anche che chi si candida solo per fare opposizione a qualcun
altro (o come alternativa a qualcuno) senza proporre un suo progetto,
difficilmente riesce a suscitare l'entusiasmo dell'elettorato e forse questo è
la motivazione principale per cui Harris non è stata eletta quale presidente
degli USA».
19:53
19:53
Harris chiama Trump per congratularsi della vittoria
Kamala Harris ha chiamato Donald Trump per congratularsi per la vittoria. Lo riferisce la campagna della democratica.
Nella loro telefonata, Harris e Trump hanno discusso dell'importanza di «una pacifica transizione». Lo hanno detto fonti informate all'Associated Press.
Sul fronte giuridico, il procuratore speciale Jack Smith è in trattative con i vertici del Dipartimento di Giustizia su come porre fine ai procedimenti penali contro Donald Trump. Lo riporta Cnn citando alcune fonti, secondo le quali le trattative dureranno diversi giorni.
Smith ha incriminato Trump per l'assalto al Congresso del 6 gennaio e per le carte segreta a Mar-a-Lago.
Intanto, Trump ha vinto anche in Michigan, secondo le proiezioni di Nbc.
Il presidente eletto è avanzato anche a New York e in altre aree «blu» dell'America. Trump ha ottenuto il 44 per centro dei voti nel suo stato di origine contro il 55,7 per cento della Harris. Ma se Kamala ha vinto senza difficoltà i 28 voti elettorali dell'Empire State, lo ha fatto con una percentuale di gran lunga inferiore a quella di Biden nel 2020 (60,9% contro 37,7%).
Secondo il Washington Post la deriva conservatrice non ha riguardato solo l'America rurale: la maggior parte delle tremila contee degli Stati Uniti hanno svoltato a destra rispetto al 2020 e questo ha riguardato anche i ricchi sobborghi di Washington o di Filadelfia.
Nello stato di New York i guadagni per Trump sono stati ovunque, perfino nei cinque «boroughs» della più vasta area metropolitana d'America dove l'ex costruttore che nel 2019 ha cambiato la residenza a Palm Beach ha migliorato i suoi margini dal 2020 di sette punti (30,45%) contro il 67,7% della Harris.
Trump ha fatto campagna a New York nell'ultimo scorcio pre-elettorale con un maxi-evento al Madison Square Garden e prima ancora un comizio nel South Bronx mirato a catturare l'attenzione di afro-americani e latini.
Intanto, Emmanuel Macron e Donald Trump hanno espresso la loro «volontà di lavorare al ritorno della pace e della stabilità» di fronte alle «grandi crisi internazionali in corso», nella loro prima telefonata dopo la vittoria del tycoon alle elezioni americane. Lo ha reso noto l'Eliseo.
Nel corso dell'«ottimo scambio di 25 minuti», il presidente francese «ha sottolineato l'importanza del ruolo dell'Europa e ha detto al presidente Trump di essere disponibile a continuare la conversazione e a lavorare insieme su questi dossier», in particolare Ucraina e Medio Oriente, «quando avrà assunto l'incarico».
19:19
19:19
«Donald Trump ha vinto anche in Michigan»
Donald Trump ha vinto in Michigan, secondo le proiezioni di Nbc.
Il presidente eletto è avanzato anche a New York e in altre aree «blu» dell'America. Trump ha ottenuto il 44 per centro dei voti nel suo stato di origine contro il 55,7 per cento della Harris. Ma se Kamala ha vinto senza difficoltà i 28 voti elettorali dell'Empire State, lo ha fatto con una percentuale di gran lunga inferiore a quella di Biden nel 2020 (60,9% contro 37,7%).
Secondo il Washington Post la deriva conservatrice non ha riguardato solo l'America rurale: la maggior parte delle tremila contee degli Stati Uniti hanno svoltato a destra rispetto al 2020 e questo ha riguardato anche i ricchi sobborghi di Washington o di Filadelfia.
Nello stato di New York i guadagni per Trump sono stati ovunque, perfino nei cinque «boroughs» della più vasta area metropolitana d'America dove l'ex costruttore che nel 2019 ha cambiato la residenza a Palm Beach ha migliorato i suoi margini dal 2020 di sette punti (30,45%) contro il 67,7% della Harris.
Trump ha fatto campagna a New York nell'ultimo scorcio pre-elettorale con un maxi-evento al Madison Square Garden e prima ancora un comizio nel South Bronx mirato a catturare l'attenzione di afro-americani e latini.
Inttanto, Emmanuel Macron e Donald Trump hanno espresso la loro «volontà di lavorare al ritorno della pace e della stabilità» di fronte alle «grandi crisi internazionali in corso», nella loro prima telefonata dopo al vittoria del tycoon alle elezioni americane. Lo ha reso noto l'Eliseo.
Nel corso dell'«ottimo scambio di 25 minuti», il presidente francese «ha sottolineato l'importanza del ruolo dell'Europa e ha detto al presidente Trump di essere disponibile a continuare la conversazione e a lavorare insieme su questi dossier», in particolare Ucraina e Medio Oriente, «quando avrà assunto l'incarico».
19:13
19:13
Politica economica di Trump: «La Svizzera rischia di subire un impatto indiretto»
I mercati statunitensi hanno reagito in maniera positiva all’elezione di Donald Trump, la cui politica economica è molto chiara e basata sulla deregolamentazione. Una politica analizzata da vicino dagli esperti di UBS, che oggi hanno incontrato la stampa per delineare i trend emersi e le implicazioni economiche del voto odierno. «Parliamo di un programma dei repubblicani che è stato sempre assolutamente chiaro», commenta ai microfoni di Ticinonews l'analista Elena Guglielmin. «Trump si è sempre espresso con una certa precisione riguardo la riduzione delle aliquote fiscali per le aziende, dal 28 al 21%. Lui ha addirittura ventilato un possibile calo al 15%, ma si tratta di un obiettivo davvero molto difficile da raggiungere».
Il tycoon ha parlato anche di aliquote sulle persone fisiche che non verranno modificate. Vi sono poi degli incentivi legati alla transizione ecologica «che effettivamente potrebbero essere cancellati. Bisognerà vedere come l’intera tematica delle energie rinnovabili verrà dipanata dall’amministrazione Trump. Abbiamo inoltre tutti quei vantaggi molto apprezzati dai mercati, come una supervisione regolamentare ridotta, la quale offre indubbiamente un vantaggio notevole per il settore finanziario«. In definitiva »si assiste a una spinta a breve termine sulla crescita del PIL».
Venendo alle implicazioni concrete che le linee guida della politica economica di Trump potrebbero avere per la Svizzera, «rischiamo di subire un impatto indiretto - che a oggi non possiamo ancora quantificare - perché siamo forti esportatori in Europa e se questa dovesse essere soggetta ai dazi del 10% di cui parla Trump, ci sarebbe ovviamente un’implicazione negativa anche per la Confederazione». Non bisogna tuttavia dimenticare che ci sono anche aziende elvetiche che producono direttamente negli Stati Uniti «e loro ovviamente sarebbero avvantaggiate». A oggi «abbiamo un’economia svizzera sana. Noi prevediamo una crescita del PIL dell’1,5% nel 2025, però è chiaro che tutto questo è soggetto a quanto accadrà nei prossimi 12 mesi», conclude Guglielmin.
19:06
19:06
Le piattaforme di scommesse avevano azzeccato la vittoria di Trump
A differenza dei sondaggisti le piattaforme di scommesse ci avevano azzeccato: «Abbiamo fatto la storia», ha proclamato su X Shayne Coplan, l'amministratore delegato di Polymarket, una delle società su cui gli utenti possono fare «scommesse» sull'esito di eventi futuri.
In media cinque di queste piattaforme - oltre a Polymarket, anche Betfair, Kalshi, PredictIt e Smarkets - hanno mostrato Donald Trump in vantaggio in vista dell'Election Day, secondo l'aggregatore Election Betting Odds citato dal New York Times.
I mercati delle previsioni - riporta il Times - avevano cominciato settimane fa a riflettere su una possibile vittoria di Trump nonostante che i sondaggi dessero la gara contro Kamala Harris un testa a testa. Questi mercati operano come borse valori, ma anziché azioni, gli utenti acquistano e vendono quote basate su previsioni di eventi come elezioni politiche, risultati sportivi, eventi economici o cambiamenti climatici.
Il prezzo delle quote riflette la probabilità percepita dell'evento: se molti credono che un evento accadrà, il prezzo aumenta; scende se pochi ci credono.
18:38
18:38
Nuovo aggiornamento: i repubblicani prendono il Senato, avanti alla Camera
Anche la cupola ottocentesca di Capitol Hill si tinge di rosso. I repubblicani conquistano il Senato americano e si avviano a mantenere il controllo della Camera spianando la strada a Donald Trump per una presidenza in discesa e una mano più che libera su leggi e nomine, come accadde all'inizio del suo primo mandato nel 2017. Senza contare il controllo sulla Corte Suprema, da anni ormai a maggioranza conservatrice.
L'onda rossa alla Camera alta del Congresso americano è partita dalla West Virginia con Jim Justice, il milionario governatore dello Stato che è riuscito a conquistare il seggio vacante dopo il ritiro del senatore indipendente Joe Manchin, spina nel fianco dell'amministrazione Biden fino all'ultimo.
In Ohio il trumpiano rivenditore di auto di lusso Bernie Moreno è riuscito a strappare il posto al senatore Sherrod Brown, il primo democratico in carica a cadere. Poi è stata la volta del Nebraska, con la senatrice in carica Deb Fischer che ha sconfitto l'indipendente Dan Osborn. Infine il Montana, dove il dem Jon Tester, in carica da tre mandati, ha perso contro il trumpiano Tim Sheehy, un ricco ex Navy Seal noto per i suoi commenti razzisti contro i nativi americani.
Sono riusciti a mantenere il loro posto Ted Cruz in Texas e Rick Scott in Florida, nonostante gli sforzi dei candidati democratici. Alla fine il Grand old party è salito a 52 seggi, per avere la maggioranza ne bastano 50, con buone chance di aumentare il vantaggio nelle prossime ore. Unica consolazione per i dem l'elezione in Delaware della prima afroamericana, Lisa Blunt Rochester.
Quanto alla Camera la situazione non è ancora definita ma i repubblicani sono avanti. Nel Grand old party hanno mantenuto il seggio lo speaker Mike Johnson, eletto in Louisiana e ringraziato dal presidente eletto come artefice di questo straordinario successo a Capitol Hill, e il controverso trumpiano Matt Gaetz; tra i democratici per ora Nancy Pelosi e Alexandria Ocasio-Cortez.
Le prossime ore saranno cruciali, con entrambi i partiti in grado di ribaltare una manciata di seggi, rendendo la battaglia per il controllo della Camera una vera e propria scommessa. Da una parte i democratici sono sulla buona strada per conquistare diverse posizioni a New York, dall'altra i repubblicani sono avviati a strapparne alcuni negli Stati del Blue Wall di Pennsylvania e Michigan. In queste ore drammatiche per i dem, il partito si aggrappa alla House come ultimo baluardo, la sottile linea blu contro uno tsunami rosso.
17:59
17:59
Telefonata tra Netanyahu e Trump, e arrivano i complimenti di Bezos
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato stasera con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, come riferisce l'ufficio del premier sottolineando che è stato tra i primi a chiamarlo. La conversazione è stata calda e cordiale, dice la nota, Netanyahu si è congratulato con Trump per la sua vittoria elettorale e i due hanno deciso di lavorare insieme per la sicurezza di Israele. I due hanno discusso anche della minaccia iraniana.
Anche la Cina si è ''congratulata con Trump per essere stato eletto presidente degli Stati Uniti''. Lo ha detto il ministero degli Esteri cinese in una nota citata dal Global Times. ''Rispettiamo la scelta del popolo americano'', ha aggiunto il portavoce commentando l'esito delle elezioni presidenziali americane.
Pure Jeff Bezos, il fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post, si congratula con Donald Trump per la vittoria. «Grandi congratulazioni al nostro 45esimo e ora 47esimo presidente per la straordinaria rimonta politica e la vittoria decisa. Auguro a Trump tutto il successo nel guidare e unire l'America», ha scritto Bezos su X.
Negli ultimi giorni Bezos è stato ampiamente criticato per la mancanza dell'endorsement a Kamala Harris da parte del Washington Post. Bezos è il proprietario di Blue Origin, la società spaziale rivale di SpaceX di Elon Musk.
17:57
17:57
Elon Musk è stato citato in giudizio in una class action per la sua lotteria
Elon Musk è stato citato in giudizio in una class action proposta ieri dagli elettori registrati che avevano firmato la sua petizione per vincere il suo «omaggio elettorale» da 1 milione di dollari al giorno. Ora sostengono che si trattava di una frode.
Come riferisce il Guardian, nella denuncia, presentata dalla residente dell'Arizona Jacqueline McAferty presso la corte federale, si afferma che Musk e il suo America Pac hanno falsamente indotto gli elettori a firmare una petizione affermando che avrebbero scelto i vincitori a caso. In realtà, i membri del Pac hanno selezionato i vincitori, sostiene la causa.
Gli stessi avvocati del patron di X e Tesla hanno affermato in tribunale che i risultati della lotteria non erano casuali, rivelando che i vincitori sono stati scelti per essere portavoce del gruppo. «I destinatari del milione di dollari non sono scelti a caso», ha sottolineato l'avvocato di Musk Chris Gober durante un'udienza in Pennsylvania.
«Sappiamo esattamente chi sarà annunciato come destinatario dei dollari oggi e domani», ha aggiunto. Musk, invece, aveva detto durante un comizio che il suo Pac avrebbe «assegnato 1 milione di dollari in modo casuale alle persone che hanno firmato la petizione».
17:49
17:49
Ecoattivisti anti-Trump a Londra, vernice contro ambasciata Usa
Due attivisti del gruppo ambientalista radicale Just Stop Oil sono stati arrestati per aver cosparso con vernice di colore arancione il muro perimetrale dell'ambasciata Usa a Londra in un'azione di protesta contro la vittoria nelle elezioni presidenziali americane di Donald Trump.
In un comunicato l'organizzazione ha affermato che «il mondo è scivolato ulteriormente verso il fascismo e la crisi climatica» e il ritorno di Trump alla Casa Bianca «mette a rischio la vita della gente comune» per il programma di massiccio sfruttamento dei combustibili fossili promesso dal presidente eletto oltre al dietrofront rispetto alla transizione «green».
Come si vede in un video, i due uomini finiti in manette, di 25 e 72 anni, hanno utilizzato due estintori carichi di vernice con una modalità sfruttata spesso da Just Stop Oil, noto nel Regno Unito anche per aver preso di mira in vari blitz importanti opere d'arte esposte nei musei.
Dal canto suo, la leader dell'opposizione venezuelana María Corina Machado si è congratulata con grande entusiasmo con Donald Trump per la sua vittoria alle elezioni presidenziali statunitense e ha affermato di contare sul sostegno della prossima amministrazione degli Stati Uniti per «garantire una transizione senza indugi verso la democrazia» in Venezuela.
«Il Venezuela sta vivendo giorni decisivi per milioni di cittadini e per la democrazia e la stabilità nella regione. Sappiamo di avere il sostegno dei popoli delle Americhe e dei loro governi democratici per garantire una transizione verso la democrazia senza indugio. E sappiamo anche che abbiamo sempre potuto contare su di te», ha concluso Machado.
A sua volta, il presidente del Kenya, William Ruto, si è complimentato con Donald Trump per l'elezione a nuovo presidente americano, con un post apparso sul suo profilo X.
«La sua vittoria testimonia la ferma volontà del popolo americano di riporre fiducia nella sua leadership visionaria, audace e innovativa» scrive Ruto, aggiungendo: «Mentre intraprende questa fase del suo percorso di leadership, il Kenya è pronto a rafforzare ulteriormente la nostra cooperazione su questioni di reciproco interesse, tra cui il commercio, gli investimenti, la tecnologia e l'innovazione, la pace e la sicurezza e lo sviluppo sostenibile».
16:44
16:44
Tuor: «L'onda lunga di Trump non si è mai fermata»
«Non ci aspettavamo una valanga del genere. Donald Trump non ha vinto solo i grandi elettori, ma anche il voto popolare, che rappresentava una soglia quasi invalicabile per i repubblicani». Così il giornalista Alfonso Tuor ha commentato, nel corso della puntata odierna di «Enigma» condotta da Andrea Leoni, la vittoria del tycoon alle presidenziali americane. «Quanto avvenuto dimostra che l’onda lunga di Trump non si è mai fermata e che tutte le accuse a lui rivolte sono state trascurate dalla maggioranza degli elettori statunitensi».
Secondo Tuor, il risultato di oggi conferma che il partito repubblicano «ha cambiato pelle e il successore di Trump probabilmente sarà J.D.Vance». Il partito «è ormai in mano al tycoon e a coloro che gli stanno attorno». Trump «è riuscito a crearsi una dirigenza e dispone inoltre di personaggi come Elon Musk che lo hanno aiutato, con i soldi e non solo». Dall’altra parte, Kamala Harris durante la campagna «non ha risposto a domande concernenti le guerre, l’economia o l’immigrazione, perché non aveva una linea. Si è espressa solo su alcuni temi, come l’aborto, che conosceva bene».
Guardando all’esito della votazione, ci si chiede se la maggioranza degli americani sia più preoccupata dall’inflazione e dall’immigrazione che dal possibile pericolo democratico. «Quando tu cominci a non riuscire più a dar da mangiare alla tua famiglia, e in America succede, a quel punto della democrazia non ti interessa, perché si tratta della tua sopravvivenza: cosa mi importa del sistema democratico se non mi dà la possibilità di sopravvivere? In America il 25% della popolazione vive di sussidi», ricorda Tuor.
16:41
16:41
Le prossime tappe fino all'Inauguration Day
Dopo l'Election Day ci sono altre tappe prima di arrivare all'insediamento di Donald Trump come nuovo presidente Usa, durante le quali i «transition team» lavorano al passaggio di consegne. Ecco i momenti principali.
I VOTI DEI GRANDI ELETTORI
Nel primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre, quest'anno il 17 dicembre, gli elettori del collegio elettorale votano per il presidente e il vicepresidente in relazione all'esito del voto nei loro singoli Stati, incontrandosi nelle rispettive capitali. Sebbene i membri del collegio elettorale possano votare per chiunque secondo la costituzione Usa, 32 stati più il Distretto di Columbia hanno leggi contro i cosiddetti elettori infedeli, ossia quegli elettori che non esprimono il loro voto elettorale per la persona per la quale hanno promesso di votare. La Corte Suprema ha stabilito all'unanimità nel 2020 che la Costituzione non impedisce agli Stati di penalizzare o sostituire gli elettori infedeli. I certificati sigillati dei voti vengono inviati al presidente del Senato e all'archivio statale e devono essere ricevuti prima del quarto mercoledì di dicembre. Poi, il 3 gennaio o prima, l'archivista trasferisce i set di certificati al Congresso.
LA CERTIFICAZIONE DEL VOTO
Il 6 gennaio il Congresso si riunisce in una sessione congiunta per contare e certificare i voti elettorali. Il conteggio viene fatto a voce alta dal vicepresidente in carica, che agisce nella sua veste di presidente del Senato. I membri del Congresso sono liberi di opporsi a uno o tutti i conteggi dei voti elettorali di uno Stato, a condizione che l'obiezione sia presentata per iscritto e firmata da almeno un membro di ciascuna Camera del Congresso. Se viene presentata tale obiezione, entrambe le Camere si aggiornano per discutere e votare sull'obiezione. È richiesta l'approvazione di entrambe le camere del Congresso per invalidare i voti elettorali in questione.
INAUGURATION DAY
Il 20 gennaio, il presidente e il vicepresidente si insediano prestando giuramento al Capitol, in una cerimonia solenne seguita da decine di migliaia di persone assiepate lungo il National Mall.
16:31
16:31
Per la terza volta i sondaggisti hanno fatto flop
Per la terza elezione presidenziale consecutiva i sondaggisti hanno fatto flop. Dopo aver sbagliato a prendere la temperatura dell'America nel 2016 senza vedere che si stava preparando la vittoria di Donald Trump e aver fallito di nuovo nel 2020, quando ha vinto Joe Biden, anche stavolta i guru dell'opinione pubblica sono rimasti ciechi davanti alla valanga rossa del voto del 5 novembre.
«Voglio mandare un messaggio a tutti i sondaggisti. Andate al diavolo», ha detto il comico della notte Jon Stewart interpretando lo stato d'animo degli elettori delusi di Kamala Harris. Un errore complessivo di 2 o 3 punti percentuali non è un'anomalia e il risultato di quest'anno non ha sorpreso come nel 2016, né ha sbagliato a livello matematico come nel 2020. I sondaggi che davano però un sostanziale testa a testa nazionale sono stati costantemente imprecisi nell'attribuire più forza alla campagna della Harris rispetto a quanto rivelato alla resa dei conti.
La presunta forza di Kamala Harris in Iowa, uno stato storicamente rosso che avrebbe fatto da precursore a una vittoria il 5 novembre? «Stiamo cercando di capire perché abbiamo sbagliato», ha detto la rispettata sondaggista Ann Selzer, che aveva fatto il pronostico per il Des Moines Register. Le ipotesi che il sostegno a Trump fosse diminuito tra gli afroamericani in Georgia e North Carolina? Sbagliate anche quelle. Dopo un anno di dati contrastanti, il sostegno a Trump degli ispanici è stato deciso e determinante, non illusorio come certificato da alcuni rilevamenti.
I sondaggisti avevano ripensato i loro metodi dopo il 2016 includendo più elettori con basso livello di istruzione. Poi, dopo il 2020, avevano incluso una correlazione con come gli interpellati avevano votato in elezioni precedenti. Tra i flop più clamorosi c'è stato FiveThirtyEight che alla vigilia del voto mostrava Trump in vantaggio solo in tre Stati battleground, non nei sette poi effettivamente conquistati, e il pronostico di Nate Silver, che di strettissima misura dava la Harris in testa.
Ha fallito anche il rilevamento, condotto in team da New York Times e Siena College, con la Harris in vantaggio in Nevada e Wisconsin mentre alla fine Trump ha vinto il secondo ed è in testa nel primo. Smentito anche Allan Lichtman, che aveva previsto 9 delle ultime 10 elezioni e che stavolta aveva vaticinato: vincerà Harris.
16:30
16:30
Salvini: «Con Trump non saranno necessarie nuove armi a Kiev»
«Confido nel fatto che Trump ponga fine a due guerre che sono devastanti. Tutto il resto viene dopo». Lo ha detto il vicepremier italiano Matteo Salvini commentando in Transatlantico l'esito delle elezioni negli Usa.
«Se riuscirà, lui dice in qualche giorno, io mi accontenterei in qualche mese, a riportare ordine, serenità e tranquillità fra Russia e Ucraina e fra Israele, Palestina e Iran, meriterà il Nobel per la pace. Se riuscirà a porre fine ai due conflitti, solo questo varrà l'elezione», ha aggiunto Salvini.
Sulla possibilità che il governo italiano possa inviare un nuovo pacchetto di armi all'Ucraina, il decimo, ha aggiunto : «l'Ucraina l'abbiamo sempre aiutata e sempre l'aiuteremo finché si tratterà di aiuti per difendersi, mai per attaccare». «Conto - ha proseguito - che l'insediamento di Trump riporti la pace e quindi che non ci sia bisogno di undicesimi, dodicesimi o tredicesimi pacchetti di invio di armi».
A chi chiedeva se fosse necessario fermarsi al decimo pacchetto di armi, Matteo Salvini ha risposto: «no, no, noi aiuteremo l'Ucraina a difendersi finché sarà necessario». «Conto - ha aggiunto - che l'arrivo dei repubblicani al governo degli Stati Uniti porti alla fine dei due conflitti».
Sul maggiore impegno di spesa chiesto dalla Nato, Salvini ha commentato: «vedremo, una cosa per volta, se non ci sono più guerre servono anche meno spese».
A chi gli chiedeva se si sentisse più trumpiano della premier italiana Giorgia Meloni, Salvini ha risposto: «no, non c'è la corsa alla trumpianità». «Sono contento, - ha aggiunto - fra mille ironie di qualche fine politologo e di qualche famoso giornalista, di non aver mai nascosto le mie simpatie per Trump».
«Secondo me - ha concluso - la vittoria di Trump è una buona notizia per tutti, anche per quelli che adesso si stanno facendo camomille, tisane e malox. Sarà una buona notizia per tutti».
16:17
16:17
La mappa degli Stati Uniti si tinge di rosso, ecco tutti i numeri
L'America si tinge di rosso. Donald Trump torna alla Casa Bianca con una vittoria che si profila a valanga e mette un'ipoteca sul Congresso grazie ad un successo massiccio ai quattro angoli del Paese. Ecco tutti i numeri delle presidenziali, con i dati aggiornati alle 16.00 svizzere.
VOTO POPOLARE E AFFLUENZA
Trump è il primo repubblicano a vincere il voto popolare negli ultimi vent'anni. Non accadeva dal 2004, quando George W. Bush ottenne 62'040'610 voti contro i 59'028'444 del candidato democratico John Kerry. Secondo le proiezioni a spoglio ancora in corso, l'ex presidente americano è al 51% del voto popolare con 71'342'200 voti, contro il 47,4% e i 66'249'505 di Kamala Harris. Nel 2020, i voti totali furono oltre 155 milioni, di cui 81'283'501 per Joe Biden e 74'223'975 per Trump.
COLLEGIO ELETTORALE
Quando sono ancora da assegnare ufficialmente gli Stati in bilico di Arizona, Michigan e Nevada, il tycoon ha conquistato già 276 grandi elettori, contro i 223 di Kamala Harris.
STATI
L'ex presidente Usa ha incassato sinora 27 Stati, contro i 18 della candidata democratica. Restano ancora da assegnare cinque Stati.
SENATORI E DEPUTATI
Dei 100 senatori, ad ora i repubblicani ne hanno 52, contro 42 dei democratici. Mentre alla Camera i repubblicani sono avanti con 204 deputati contro i 182 democratici (la maggioranza è di 218 su un totale di 435).
GOVERNATORI
Delle 11 gare per eleggere i nuovi governatori di altrettanti Stati Usa i repubblicani ne hanno vinte 8, i democratici 3. Il Grand Old Party si conferma in Montana con Greg Gianforte, in Utah con Spencer Cox, in Vermont con Phil Scott. E ancora la repubblicana Kelly Armstrong vince in North Dakota, Mike Kehoe in Missouri, Mike Braun in Indiana, Patrick Morrisey in West Virginia, in New Hampshire con Kelly Ayotte. I democratici invece conquistano lo Stato di Washington con Bob Ferguson, il Delaware con Matt Meyer, e il North Carolina, dove Josh Stein sconfigge il controverso attuale governatore Mark Robinson.
REFERENDUM SULL'ABORTO
La questione dell'aborto era sulle schede elettorali in 10 Stati. Gli elettori di sei Stati americani hanno approvato misure per proteggere o espandere i diritti all'interruzione di gravidanza, mentre in Florida c'è stato un flop del referendum per il mancato quorum e resta in vigore il divieto di aborto dopo le sei settimane. L'emendamento volto a revocare il divieto quasi totale di aborto nel Missouri, dove la maggioranza degli elettori ha sostenuto Donald Trump, sembra destinato alla vittoria.
16:12
16:12
Donald Trump è tornato: che cosa dobbiamo aspettarci?
Donald Trump sarà il nuovo (vecchio) presidente degli Stati Uniti. Che cosa dobbiamo aspettarci, dunque? Ne abbiamo parlato durante una video-diretta streaming con Elisa Volpi della Franklin University.
16:02
16:02
Harris parlerà ai suoi supporter nel pomeriggio
Kamala Harris parlerà ai suoi supporter nel pomeriggio ora americana. Lo riferiscono tre persone dello staff della vice presidente a Nbc news senza precisare un orario.
La democratica interverrà alla Howard University di Washington dove ieri si sarebbe dovuto celebrare il party per la vittoria.
Intanto, con il figlio X AE A-12 sulle spalle, Elon Musk ha rubato la scena al party della vittoria di Donald Trump a Mar-a-Lago per poi scatenarsi sulla sua piattaforma di microblogging X.
«Let that sink in» (prenditi un momento per capirlo) è il gioco di parole di uno degli ultimi messaggi accostato a una foto che lo vede portare un vero lavandino (sink) nello Studio Ovale. Musk aveva usato la stessa immagine quando era entrato al quartier generale di Silicon Valley dopo l'acquisizione di Twitter.
Il miliardario di Tesla e Space X ha poi condiviso un altro post in cui, accanto a una foto di lui e Trump in fitte conversazioni a Mar-a-Lago, lo si definisce «Cto degli Stati Uniti», vale a dire Chief Technology Officer degli Usa.
Non è chiaro ancora se e quale ruolo formale avrà Musk in una futura amministrazione Trump. Il presidente-eletto ha detto che lo vorrebbe come «segretario ai tagli di spesa» ma non membro del «cabinet», il gruppo di ministri che fanno parte dell'esecutivo col compito di consigliare il presidente.
16:01
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Truth, il social di Trump, vola a Wall Street, +25%
Truth, il social di Donald Trump, vola a Wall Street: i titoli della Trump Media & Technology Company salgono del 25%.
15:44
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Addor: «Uno scrutinio sorprendentemente tranquillo»
Uno scrutinio sorprendentemente tranquillo. Così descrive quanto vissuto tra ieri e oggi durante le elezioni presidenziali statunitensi il consigliere nazionale vallesano dell'UDC Jean-Luc Addor, che ne ha seguito lo svolgimento in loco a Las Vegas (Nevada) come osservatore.
In un'intervista all'edizione online del quotidiano «Blick», ha detto di ritenere il neoeletto repubblicano Donald Trump «vero leader», ma ha altresì affermato di non essere suo sostenitore, aggiungendo che storicamente la Confederazione non ha mai avuto così tanti problemi come con i presidenti demoratici.
Addor faceva parte della missione di 250 osservatori elettorali dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).Secondo le sue osservazioni, lo scrutinio si è svolto senza problemi e i pochi incidenti verificatisi sono stati causati dal voto elettronico.
Ai seggi erano presenti osservatori sia democratici sia repubblicani: questi ultimi sono stati particolarmente vigili in quanto temevano ci sarebbero state frodi. A tal proposito, nella notte (in Svizzera) anche lo stesso presidente eletto Donald Trump aveva denunciato sulla sua rete sociale Truth «imbrogli massicci a Filadelfia» (Pennsylvania), richiamando l'attenzione delle forze dell'ordine.
Addor ha poi rivelato, in relazione al conflitto in corso in Ucraina, di aver avuto l'impressione che Trump fosse l'unico candidato con la volontà di porre fine alla guerra. Ha poi aggiunto di non ritenere Trump il miglior presidente per l'Ucraina ma piuttosto per la pace.
15:38
15:38
Guterres si congratula con Trump
«Mi congratulo con il popolo degli Stati Uniti per la sua partecipazione attiva al processo democratico e con il presidente eletto Donald Trump, e ribadisco la mia convinzione che la cooperazione tra Usa e Onu sia un pilastro essenziale delle relazioni internazionali». Lo ha detto il segretario generale Antonio Guterres commentando il risultato delle elezioni americane.
«Le Nazioni Unite sono pronte a lavorare in modo costruttivo con la nuova amministrazione per affrontare le sfide drammatiche che il nostro mondo sta affrontando», ha aggiunto.
Congratulazioni al neoeletto presidente repubblicano sono giunte anche dall'ex premier conservatore britannico Boris Johnson: Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali americane perché «in passato è stato capace di azioni forti e decise, e non ho dubbi che farà lo stesso anche ora, all'interno e all'estero», incluso su dossier come i conflitti «in Medio Oriente e in Ucraina».
Johnson ha avuto in passato relazioni amichevoli con Trump, alimentate fra l'altro dalla comune simpatia per la Brexit, il divorzio del Regno Unito dall'Ue. Ma negli ultimi anni è stato anche in prima fila nel sostegno dell'Occidente a Kiev (fino a diventare stretto amico personale e garante del presidente Volodymyr Zelensky) e alla linea dura contro la Russia sul fronte ucraino; linea dura ripetutamente criticata invece da «The Donald».
Il messaggio augurale è stato registrato mentre l'esponente Tory si trova proprio negli Usa, dove nella notte è stato anche protagonista di un siparietto televisivo su Channel 4. Invitato come ospite ad una maratona elettorale in un salotto tv quasi tutto anti-trumpiano in cui era presente pure l'ex pornostar Stormy Daniels, BoJo ha infatti approfittato dell'occasione per promuovere a più riprese in diretta il suo libro di memorie di governo intitolato «Unleashed»: comportamento che ha irritato un anchorman alla stregua di «un basso espediente» commerciale, fino a quando l'ex premier britannico non è sparito dallo studio dopo una pausa, non si sa se per un avvicendamento previsto o accelerato.
15:31
15:31
Repubblicani in Svizzera, membro si dice «sollevato»
L'inflazione e l'immigrazione sono stati decisivi per la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Lo afferma Tariq Dennison, membro dell'organizzazione «Republicans Overseas» in Svizzera.
«Sono sollevato», ha dichiarato Dennison, che risiede a Weinfelden (TG) e lavora a Zugo nel settore finanziario. E «molto soddisfatto» del successo del candidato repubblicano e del suo programma politico ed economico.
A suo avviso Trump non farà una rivoluzione, come i suoi sostenitori sperano e i suoi critici temono: si tratterà piuttosto di «piccoli cambiamenti per migliorare concretamente l'economia e la vita quotidiana delle persone». A regalare la vittoria al candidato repubblicano è infatti stata anche l'incertezza: «La gente non ha sentito in maniera concreta la ripresa nella sua quotidianità». Secondo Dennison vi è un abisso tra la sfera politica, la macroeconomia e la realtà nel portamonete, e «le persone danno sempre la colpa al presidente in carica, a torto o a ragione».
L'americano ha anche detto di non condividere sempre lo stile di comunicazione di Trump, «ma resto convinto che sia talmente amato soprattutto per i suoi modi scorretti, diversi, diretti e davvero aperti».
15:26
15:26
Una donna trans alla Camera, due afroamericane al Senato
Per la prima volta una donna trans ha conquistato un seggio a Capitol Hill e per la prima volta due afroamericane siederanno contemporaneamente al Senato. Questi tra i risultati del voto del 5 novembre.
La democratica Sarah McBride ha fatto la storia aggiudicandosi l'unico seggio del Delaware alla Camera, il più antico nella storia degli Usa. Millennial di 34 anni, Sarah ha battuto il repubblicano John Whalem III in nome delle aspettative familiari e per ragioni mediche, assistenza sanitaria per tutti e libertà riproduttive: una piattaforma omaggio al marito Andrew Crew, un uomo trans conosciuto a una festa della Casa Bianca di Barack Obama e che è morto di cancro quattro giorni dopo il matrimonio.
Le senatrici afroamericane elette sono Lisa Blunt Rochester, anche lei del Delaware, e Angela Alsobrooks del Maryland. Altre tre donne nere hanno servito in Senato - oltre alla vicepresidente Kamala Harris, Carol Moseley Braun e Laphonza Butler - mai però prima contemporaneamente.
E tra le «prime volte» è da segnalare anche quella di Andy Kim in New Jersey, 42enne membro della Camera dei Rappresentanti che è diventato il primo senatore di origine coreana. Kim, un democratico, è stato eletto al posto dell'ex senatore Robert Menendez rinviato a giudizio per corruzione.
15:18
15:18
Il premier giapponese Ishiba si congratula con Trump
Si aggiunge anche il premier giapponese, Shigeru Ishiba, tra i leader del mondo a congratularsi con Donald Trump, nella tarda serata di mercoledì a Tokyo, esprimendo il desiderio di consolidare l'alleanza tra i due Paesi dopo il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi.
«Mi congratulo con Trump per la sua vittoria e rendo omaggio alla scelta democratica del popolo degli Stati Uniti», ha dichiarato Ishiba ai giornalisti. «Spero di lavorare a stretto contatto con Trump per portare l'alleanza tra Giappone e Stati Uniti e le relazioni tra i due Paesi a nuovi livelli».
Intanto, il presidente di Taiwan William Lai sta valutando il tentativo di un contatto diretto, attraverso una telefonata, con Donald Trump dopo che l'ex presidente degli Stati Uniti ha riconquistato la Casa Bianca. I funzionari dell'isola, ha riferito Bloomberg citando fonti anonime, stanno lavorando all'ipotesi anche se non è chiaro se il tycoon accetterà di rispondere.
C'è tuttavia il precedente inedito del primo mandato di Trump, quando l'allora presidente di Taipei, Tsai Ing-wen, chiamò il tycoon che accettò di buon grado le congratulazioni per la sua vittoria elettorale su Hillary Clinton, provocando la furiosa reazione di Pechino, contraria a qualsiasi contatto ufficiale tra l'isola e il mondo esterno, a maggior ragione se si tratta degli Usa.
La Repubblica popolare considera Taiwan una parte inalienabile del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.
15:00
15:00
Hezbollah: «Il successo di Harris o Trump alle elezioni presidenziali non ha alcun effetto sulle nostre posizioni»
«Il successo di Harris o Trump alle elezioni presidenziali non ha alcun effetto sulle nostre posizioni». Lo ha detto Naim Qassem, leader di Hezbollah, in un discorso tv mandato in onda poco fa ma registrato prima dell'annuncio, stamani, della vittoria elettorale di Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa.
«Non prendiamo in considerazione queste elezioni, né il fatto che Netanyahu cambi i suoi obiettivi: aspettiamo che si renda conto del suo fallimento», ha detto Qassem nel discorso televisivo registrato.
«Netanyahu non potrà vincere la guerra perché può contare solo sui suoi massacri e sui suoi crimini, non ha nemmeno il sostegno del suo popolo, mentre noi attingiamo la nostra fede da Dio», ha aggiunto il leader di Hezbollah nel discorso trasmesso dalla tv al Manar.
«La resistenza ha distrutto 45 Merkava israeliani dall'inizio dell'aggressione israeliana in Libano», ha proseguito Qassem, in riferimento alle presunte perdite dell'esercito israeliano impegnato da più di un mese nell'invasione terrestre del sud del Libano.
In Israele le notizie circa le perdite militari sono sottoposte a una censura da parte del governo e non è possibile verificare in maniera indipendente quanto sostenuto da Qassem.
«La vittoria è nostra. Siamo pronti per una lunga guerra e rimarremo in piedi. Vinceremo!», ha ancora sottolineato il leader di Hezbollah, nel discorso televisivo, affermando che la comunità di Hezbollah è indissolubilmente legata al territorio libanese e che si opporrà con ogni mezzo ai «tentativi israeliani di ridisegnare la regione».
14:59
14:59
Il Nobel Acemoglu: «Il nuovo mandato di Trump sarà pericoloso»
Daron Acemoglu, l'economista turco-americano che ha ricevuto nelle scorse settimane il premio Nobel per l'Economia, ha affermato che la vittoria di Donald Trump alle elezioni negli Usa creerà «insicurezza» e il suo nuovo mandato rappresenterà un pericolo.
«L'era Trump 2.0 è un pericolo maggiore. Trump è molto aggressivo, questo pericolo non è solo per gli Usa ma per il mondo intero.
Le istituzioni americane hanno un impatto sul mondo. Ci aspetta un periodo di grande insicurezza», ha dichiarato Acemoglu, durante un'intervista all'emittente turca-americana Bloomberg HT.
«La società civile (americana) è molto più polarizzata. Il Partito repubblicano è completamente nelle mani di Trump. Trump è più aggressivo, le persone intorno a lui sono compatibili con la sua agenda, non c'è nessuno dentro che lo possa fermare, come nel precedente mandato. Arriva con una retorica secondo cui si vendicherà dei suoi nemici. Questo è già un grande pericolo», ha detto Acemoglu, che è un professore al Massachusetts Institute of Technology e ha firmato il bestseller «Why Nations Fail» assieme a James A. Robinson, pubblicato nel 2012.
Intanto, la vittoria di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha seminato l'euforia tra i sostenitori del leader di destra brasiliano, Jair Bolsonaro, che ora vedono aumentare il margine di una riabilitazione dall'ineleggibilità e una candidatura alle presidenziali del 2026 per l'ex capo di Stato.
Secondo le indiscrezioni raccolte dalla Folha di San Paolo, nell'entourage dell'ex presidente conservatore si fa avanti infatti la convinzione che la Corte suprema federale, che potrebbe avere l'ultima parola sia sui diritti politici che su un'amnistia, non avrà la forza di resistere al «vento contrario» in arrivo da Washington.
Dal canto suo, Meta consentirà alle agenzie governative americane di utilizzare il suo modello di intelligenza artificiale aperto, che si chiama Llama, per «applicazioni di sicurezza nazionale». Le politiche dell'azienda in genere ne vietano l'uso per «industria o applicazioni militari, belliche, nucleari e spionaggio».
«Un utilizzo responsabile ed etico dei modelli di intelligenza artificiale open source come Llama non solo sosterrà la prosperità e la sicurezza degli Stati Uniti, ma aiuterà anche a stabilire gli standard open source statunitensi nella corsa globale per la leadership dell'intelligenza artificiale», ha scritto Nick Clegg, presidente degli affari globali di Meta, in un post sul blog.
L'annuncio è arrivato pochi giorni dopo che Reuters aveva riferito che una versione precedente di Llama era stata utilizzata dai ricercatori per sviluppare applicazioni di difesa per l'ala militare del governo cinese. Secondo Bloomberg, la società sta facendo un'eccezione per le agenzie e gli appaltatori statunitensi, nonché per agenzie di sicurezza nazionali simili nel Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Tra gli appaltatori governativi a cui Meta sta aprendo Llama ci sono anche Amazon Web Services, Anduril, Booz Allen, Databricks, Deloitte, Ibm, Leidos, Lockheed Martin, Microsoft, Oracle, Palantir, Scale AI e Snowflake.
Come riporta il Guardian, le autorità di regolamentazione statunitensi hanno ripetutamente espresso il desiderio di battere altri Paesi, in particolare la Cina, nello sviluppo dell'intelligenza artificiale più avanzata per motivi di sicurezza nazionale. E pochi giorni fa, la Casa Bianca ha pubblicato la sua prima nota su come il governo federale intenda affrontare la politica di sicurezza nazionale dell'IA. Tra le priorità elencate c'è la necessità di «sfruttare l'intelligenza artificiale per raggiungere obiettivi di sicurezza nazionale».
14:55
14:55
Le reazioni dalla Svizzera
L'elezione di Donald Trump a presidente degli USA ha suscitato opinioni divergenti nel panorama politico elvetico. Essa «significa incertezza per la Svizzera», ha ad esempio commentato il presidente del PLR Thierry Burkart oggi ai microfoni del programma della SRF «Rendez-vous».
Stando al politico argoviese il nuovo presidente degli Stati Uniti non ha un programma elettorale chiaro e la sua elezione significa anche imprevedibilità in termini di politica estera.
Dal canto suo il capogruppo dell'UDC in Consiglio nazionale Thomas Aeschi ha dichiarato alla radio che c'è grande preoccupazione per la crescente divisione del mondo in blocchi, ossia USA, Cina ed Europa. «Questo rende più difficile per la Svizzera, che è fortemente orientata all'esportazione, servire i suoi mercati di vendita».
Aeschi ritiene tuttavia che la politica di neutralità elvetica potrebbe conoscere una «rinascita in questo mondo sempre più polarizzato», similmente a quanto accaduto durante la Guerra fredda. «Vedo sicuramente un potenziale per la Svizzera in qualità di mediatrice», ha afferma il democentrista.
La consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Centro/BL) ha dichiarato alla radio che l'Europa farebbe bene a rafforzarsi per non rimanere schiacciata tra i blocchi. In quanto piccola economia, la Svizzera ha tutto l'interesse a perseguire una politica insieme a un'Europa forte.
Il copresidente del PS Cédric Wermuth ha affermato da parte sua che il ruolo della Svizzera dopo l'insediamento di Trump sarà quello di insistere, insieme ad altri Paesi, sull'importanza degli accordi internazionali e del sostegno all'Ucraina.
Lo stesso partito che Wermuth presiede (assieme alla copresidente Mattea Meyer) ha scritto su X che l'elezione di Donald Trump mette a rischio la democrazia e i diritti fondamentali. «In tutto il mondo, l'estrema destra incita all'odio contro i migranti, attacca i diritti delle donne e nega la crisi climatica», ha dichiarato il PS.
La presidente del Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) Priska Seiler-Graf (PS/ZH), ha espresso la sua preoccupazione per le conseguenze geopolitiche dell'elezione di Trump e si è detta «profondamente preoccupata» in un post sul social X.
Anche la sua collega nella Camera del popolo Corina Gredig (PVL/ZH) ha scritto sulla stessa piattaforma che gli Stati Uniti stanno seguendo una rotta pericolosa e che la Svizzera dovrebbe rafforzare le sue relazioni con l'Europa. La Confederazione non può più permettersi un atteggiamento isolazionista, ha dichiarato dal canto suo la «senatrice» Marianne Binder (Centro/AG).
14:42
14:42
«Speriamo che l'impegno USA per una Bielorussia democratica e un'Ucraina libera resterà forte»
«Speriamo che l'impegno degli Stati Uniti per una Bielorussia democratica e un'Ucraina libera resterà forte. Questo appoggio non è essenziale solo per i nostri paesi ma per tutta l'Europa, perché una Bielorussia e Ucraina libere sono fondamentali per la sicurezza e stabilità dell'Europa». Lo ha affermato Sviatlana Tsikhanouskaya, leader delle forze democratiche bielorusse, a Strasburgo per partecipare al forum della democrazia organizzato dal Consiglio d'Europa.
Congratulandosi con Donald Trump «per la sua vittoria decisiva», Tsikhanouskaya, ha sottolineato che le forze democratiche della Bielorussia «sono in contatto con il team di Donald Trump e il partito Repubblicano» e «voglio credere che gli Stati Uniti resteranno fedeli ai valori e principi che condividono» per i diritti umani e la pace nella regione.
14:15
14:15
Viola Amherd si congratula con Trump
La presidente della Confederazione Viola Amherd si è congratulata con Donald Trump per la sua vittoria alle elezioni presidenziali statunitensi. Su X ha scritto che la Svizzera si rallegra di continuare a collaborare con gli Stati Uniti sulla base dei valori e degli interessi comuni.
Berna è un partner fidato degli Usa, si legge ancora nel post. Le relazioni economiche e scientifiche tra i due paesi sono «eccellenti». Le congratulazioni sono indirizzate anche al vicepresidente designato James David Vance (conosciuto come J.D. Vance).
14:10
14:10
«La crescita dell’economia americana è robusta»
Ormai è ufficiale: Donald Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America. La vittoria odierna del tycoon genera una serie di interrogativi su quali conseguenze avrà sull’economia internazionale il suo ritorno alla Casa Bianca. «I rischi sono due – spiega a Ticinonews il giornalista economico Lino Terlizzi –. Da un lato, quello di un debito pubblico americano troppo elevato, che potrebbe rappresentare un elemento di instabilità. Dall’altro quello di un ulteriore aumento del protezionismo. Sappiamo che Trump è fautore di dazi e barriere, in particolare nei confronti della Cina, ma non solo. Se i dazi venissero aumentati, potrebbero coinvolgere anche altre aree, Europa inclusa». E quando si parla di Vecchio Continente, si include anche la Svizzera… «Per il nostro Paese, un eventuale coinvolgimento aprirebbe vari scenari. Se Trump rafforzasse ulteriormente il tessuto favorevole alle attività che riguardano imprese e investimenti, ecco che per Berna si paleserebbero ulteriori possibilità di rapporti economici e di investimenti negli Stati Uniti». È anche vero però che la Confederazione «potrebbe essere toccata dalle barriere sopracitate, certamente non positive per i commerci».
Per quanto concerne invece la situazione interna agli USA, «bisogna ricordare che l’economia statunitense sta andando bene, nel suo complesso», prosegue Terlizzi. «La crescita è robusta, l’inflazione sta nettamente calando e la disoccupazione è sì lievemente aumentata, ma si sta mantenendo su buoni livelli». Quello ereditato da Donald Trump «è quindi un quadro tutt’altro che catastrofico ed è auspicabile che le misure da lui preannunciate, di stimolo e sostegno alle imprese e all’economia nel suo complesso, non intacchino questo equilibrio». Persiste il problema di fondo del grande debito pubblico americano, che ha raggiunto livelli troppo elevati, «ma sulla questione entrambi i candidati non hanno presentato delle possibili inversioni di marcia», conclude Terlizzi.
12:09
12:09
Anche Scholz si congratula con Trump
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si congratula con Donald Trump «per la sua elezione a presidente degli Stati Uniti». «Per molto tempo - si legge in un post su X - Germania e Stati Uniti hanno lavorato insieme con successo promuovendo prosperità e libertà sulle due sponde dell'Atlantico. Continueremo a farlo per il bene dei nostri cittadini».
12:07
12:07
Vola Tesla in pre-apertura a Wall Street
Vola Tesla in pre-apertura a Wall Street dopo la vittoria elettorale di Donald Trump: l'azione sale del 13%. Il titolo del costruttore di auto elettriche è indicato dagli analisti come tra quelli più favorito dall'esito del voto dopo il sostegno di Elon Musk alla campagna elettorale del candidato repubblicano. Il patron di Tesla risulta essere tra i principali contribuenti con un obolo versato di oltre 130 milioni di dollari
12:06
12:06
Al-Sisi si congratula con Trump
«Estendo le mie sincere congratulazioni al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald J. Trump, e gli auguro ogni successo nel realizzare gli interessi del popolo americano. Non vediamo l'ora di lavorare insieme per raggiungere la pace, mantenere la stabilità regionale e rafforzare le relazioni di partenariato strategico tra l'Egitto e gli Stati Uniti e i loro popoli amici». Lo afferma il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, su Facebook.
«I due Paesi hanno sempre fornito un modello di cooperazione e insieme sono riusciti a raggiungere gli interessi comuni, cosa che speriamo di continuare a fare nelle delicate circostanze che il mondo sta attraversando», aggiunge il presidente.
11:59
11:59
A Trump anche i tre grandi elettori dell'Alaska
Anche l'Alaska, con i suoi tre grandi elettori, è stata chiamata per Donald Trump, che aumenta così il suo bottino. Si tratta di tutto tranne che di una sorpresa: solo una volta, nel 1964, i repubblicani non hanno conquistato lo Stato del profondo nord.
11:56
11:56
I Democratici in Svizzera: «Delusi, tristi e preoccupati»
La sconfitta della candidata democratica alle presidenziali statunitensi Kamala Harris è fonte di «enorme delusione, tristezza e preoccupazione» per i membri del Partito democratico in Svizzera, che dicono di temere una deriva autocratica da parte di Donald Trump, il candidato repubblicano con ogni probabilità eletto alla presidenza degli Usa.
«Il rischio che la nostra democrazia sia ferita è grande», ha detto a Keystone-ATS Peter Butterfield, membro e tesoriere dei Democrats Abroad Switzerland e organizzatore della scorsa notte elettorale democratica a Ginevra.
11:38
11:38
È UFFICIALE: Trump torna alla Casa Bianca
Donald Trump ha superato la soglia dei 270 grandi elettori necessari per essere eletti alla Casa Bianca. Attualmente sono 277, con i dieci ottenuti con la vittoria nello Stato del Wisconsin. È quindi ufficiale il ritorno del repubblicano nello Studio Ovale.
11:35
11:35
L'editoriale del direttore Paride Pelli
Nonostante l’innegabile novità rappresentata da Kamala Harris, alla fine ha vinto – anzi trionfato – Donald Trump, che è tutt’altro che un «usato sicuro». Le incognite della sua seconda presidenza, infatti, non sono poche. Anzi, sono molte. Ma intanto il tycoon è rientrato a Washington in grande stile e con numeri – a questo giro – talmente netti e clamorosi da meritare una riflessione.
11:19
11:19
Hamas: «Vedremo se Trump potrà davvero fermare la guerra»
Un alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha dichiarato che Donald Trump sarà messo alla prova sulle sue dichiarazioni secondo cui, in qualità di presidente degli Stati Uniti, potrà fermare la guerra nel giro di poche ore. «Esortiamo Trump a imparare dagli errori di Joe Biden», ha detto Abu Zuhri. Lo riferiscono i media israeliani citando Reuters.
11:18
11:18
Le congratulazioni del premier britannico Keir Starmer
Il premier britannico, Keir Starmer, si è congratulato con Donald Trump per la sua «storica vittoria elettorale» nelle presidenziali Usa, sottolineando di «non veder l'ora di lavorare» con lui. «In quanto stretti alleati, siamo fianco a fianco in difesa dei nostri valori condivisi di libertà, democrazia e spirito imprenditoriale», ha aggiunto il primo ministro laburista.
In una nota pubblicata sul suo profilo di X, Starmer ha anche sottolineato che la «relazione speciale» tra Londra e Washington continuerà «a prosperare su entrambe le sponde dell'Atlantico negli anni a venire». Il premier laburista si è così felicitato senza se e senza ma con Trump, diventando il primo leader di un partito progressista occidentale a farlo, a tutela della intesa storica fra i due Paesi - pilastro centrale del sistema tradizionale di alleanze a partire dalla Nato - e per cercare di allontanare le ombre emerse nelle ultime settimane.
A partire dalle dure accuse arrivate dal team del leader repubblicano sulle interferenze nella campagna elettorale americana in favore della candidata democratica, la vicepresidente Kamala Harris, attribuite alla macchina del Labour britannico. Sia Starmer che il suo partito avevano cercato di gettare acqua sul fuoco, sostenendo che si trattava di una prassi consolidata e che i volontari coinvolti nella vicenda non erano pagati dalla compagine laburista.
Resta comunque da vedere se questo precedente avrà o meno delle conseguenze sui rapporti futuri tra i due leader. Eppure sul piano personale sir Keir aveva cercato di stabilire un contatto diretto con Trump, in occasione della cena che li aveva visti insieme alla Trump Tower di New York in settembre. In quel caso le reazioni da parte di entrambi erano state positive.
I media del Regno Unito sottolineano che non sarà facile adattarsi alla nuova guida degli Stati Uniti per il ministro degli Esteri britannico, David Lammy: in passato aveva usato parole durissime contro Trump definendolo «razzista» e «simpatizzante neonazista» per poi di recente cambiare il suo approccio con toni molto più concilianti.
11:17
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Sánchez: «Congratulazioni a Trump per la vittoria»
«Congratulazioni a Donald Trump per la sua vittoria e la sua elezione come 47. presidente degli Stati Uniti. Lavoreremo sulle nostre relazioni bilaterali strategiche e per una forte partnership transatlantica»: così su X il premier spagnolo, Pedro Sánchez, in un messaggio in inglese.
11:17
11:17
Dalla Svizzera: Carlo Sommaruga è «preoccupato»
Il consigliere agli Stati Carlo Sommaruga (PS/GE), vicepresidente della Commissione della politica estera della Camera dei Cantoni, si dice «preoccupato» per la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi.
La Svizzera potrebbe subire i contraccolpi delle guerre economiche che verosimilmente condurrà il repubblicano, verso la Cina o anche verso l'India. Di fronte a queste tensioni la Confederazione «dovrà porsi la domanda se non sia ineluttabile un avvicinamento all'Unione europea per trovare un ancoraggio», dice Sommaruga a Keystone-ATS.
Sul piano internazionale non si attende un gelo del conflitto in Medio Oriente, ma piuttosto a un sostegno alla strategia della «grande Israele». Al contrario, il futuro presidente degli Stati Uniti cercherà verosimilmente di disimpegnarsi in Ucraina. L'attenzione egli Usa si sposterà certamente verso l'Asia, con al centro le tensioni con la Cina.
11:16
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Le Pen: «Una nuova era politica si apre»
«Auguro a Donald Trump ogni successo nella sua nuova presidenza. La democrazia americana si è chiaramente espressa e gli americani hanno scelto liberamente il presidente. La nuova era politica che si apre deve contribuire al rafforzamento delle relazioni bilaterali e al perseguimento del dialogo e della cooperazione costruttiva sulla scena internazionale». Così su X la presidente del Rassemblement National Marine Le Pen.
11:13
11:13
Erdogan: «Mi congratulo con l'amico Trump per la vittoria»
«Mi congratulo con il mio amico Donald Trump», ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. «Spero che le relazioni tra la Turchia e gli USA si rafforzino e che le crisi e le guerre regionali e globali, in particolare la questione palestinese e la guerra tra Russia e Ucraina, giungano al termine, credo che saranno fatti maggiori sforzi per un mondo più giusto», ha scritto in un messaggio su X, augurandosi che il risultato elettorale sia «benefico per il nostro popolo, amico e alleato degli Stati Uniti, e per tutta l'umanità».
11:11
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Brinda la Borsa svizzera
La borsa svizzera brinda alla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi e lo fa in modo assai più deciso delle altre piazze continentali: alle 10.00 l'indice di riferimento SMI guadagnava il 2,12% rispetto ai ieri, a 12'110 punti. A Londra, Francoforte, Parigi e Milano i rialzi sono più contenuti.
Sugli scudi risultano in particolare i titoli finanziari: UBS guadagna oltre il 4%, Swiss Re e Swiss Life circa il 3%. Ma anche grandi gruppi industriali come ABB (+4%) partecipano al party. In contro tendenza sono invece il colosso della logistica Kühne+Nagel (-2%) e Logitech (-4%).
«La vittoria presumibilmente netta dei repubblicani significa che l'esito delle elezioni non è in dubbio», commenta Karsten Junius, capo economista della banca J. Safra Sarasin. Allo stesso tempo i tagli alle tasse porteranno probabilmente a un aumento dei rendimenti delle obbligazioni statunitensi e a una diminuzione delle speranze di un calo massiccio dei tassi d'interesse.
«La vittoria elettorale di Donald Trump è già ormai inglobata nei corsi dei mercati finanziari», afferma da parte sua il trader Andreas Lipkow. «Il rally di fine anno è ufficialmente iniziato».
11:07
11:07
La dura analisi di Alan Friedman
«Noi americani abbiamo fallito come popolo. Abbiamo avuto la possibilità e l'opportunità di riaffermare la democrazia come nostro sistema di governo, mandando a casa una volta per tutte un istigatore d'odio come Donald Trump. E invece lo abbiamo rieletto, è una sconfitta della società civile». È palese la delusione nelle parole di Alan Friedman sul ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Qui l'intervista al noto giornalista americano.
10:01
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Trump spinge le borse, il dollaro e il bitcoin
La vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa ha un effetto immediato sui mercati, che beneficeranno delle sue politiche, attese non molto diverse da quelle del primo mandato. Tagli delle tasse, deregolamentazione e dazi promettono di dare una spinta alla crescita economica degli Stati Uniti, agli utili delle società in primis quelle americane e all'inflazione.
Non stupisce allora che Wall Street si prepari a festeggiare: lo indicano i futures americani con l'S&P 500 che guadagna l'1,5%. Non possono non salire anche listini europei a partire da Londra (+0,86%) che è fuori dall'Eurozona dove comunque, dopo una partenza cauta, va bene Parigi (+1%), così come Francoforte (+0,8%) e Milano (+0,85%). Ancora meglio fa Zurigo (+2,10%),
Mentre montava la valanga di voti per Trump a perdere in Asia sono state invece le borse cinesi per la paura dei dazi mentre Tokyo ha beneficiato dell'ulteriore indebolimento dello yen contro il dollaro. La moneta verde ha registrato oggi il maggior incremento dal 2020 e grazie alla vittoria del candidato repubblicano guadagna su tutte le valute a partire dall'euro: il cambio della moneta europea scende dell'1,8% a 1.0732 dollari.
I titoli del Tesoro americani sono crollati, facendo salire i rendimenti di riferimento di oltre 0,1 punti percentuali sull'idea che la politica di Trump farà ripartire l'inflazione con i conseguenti effetti sulla politica dei tassi della Fed. La deregulation promessa dal tycoon americano ha fatto salire poi il Bitcoin (+6% a 73.800 dollari) a un nuovo livello record. In calo invece il petrolio anche perché Trump vuole incrementare la produzione Usa: il West Texas intermediate (Wti) segna un calo dell'1,1% a 71,18 dollari al barile e il Brent del mare del Nord dell'1,1% a 74,69 dollari.
09:36
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Le reazioni dal mondo
Il primo a esultare insieme al tycoon è stato il premier ungherese, Viktor Orban, che su X ha scritto: «Il più grande ritorno nella storia politica degli Stati Uniti! Congratulazioni al presidente Donald Trump per la sua enorme vittoria. Una vittoria necessaria per il mondo!».
L'Europa deve «prendere in mano il proprio destino», ha dichiarato la portavoce del governo francese. «Questo dovrebbe farci chiedere non cosa faranno gli Stati Uniti, ma cosa è capace di fare l'Europa. In un certo numero di settori assolutamente chiave, difesa, reindustrializzazione, decarbonizzazione, dobbiamo prendere in mano il nostro destino», ha detto Maud Bregeon a RTL. Il presidente francese Emmanuel Macron si è congratulato su X con Donald Trump e si è detto «pronto a lavorare insieme» con «rispetto e ambizione».
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si congratula con Donald Trump per la sua «impressionante» vittoria. E si augura che la vittoria di Trump «aiuterà l'Ucraina a ottenere una pace giusta».
«Vince chi vive di amore per il proprio Paese e non di odio verso gli stranieri», ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, senza citare esplicitamente le Presidenziali USA. «Kamala Harris aveva ragione quando citava il Salmo 30:5: "Il pianto può durare una notte, ma la gioia arriva al mattino". "Alleluia", aggiungo da parte mia». Donald Trump «ha una qualità che ci è utile: essendo un uomo d'affari fino al midollo, è mortalmente avverso a spendere soldi per vari tirapiedi e accoliti, per alleati idioti... La domanda è quanto Trump sarà costretto a dare per la guerra» in Ucraina, scrive su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev.
Benjamin Netanyahu si è congratulato con Donald Trump per il «più grande ritorno della storia». La vittoria di Trump segna «una forte ripresa della grande alleanza» con Israele, afferma il premier israeliano.
«Mi sono appena congratulato con Donald Trump per la sua elezione a presidente degli Stati Uniti. La sua leadership sarà ancora una volta fondamentale per mantenere forte la nostra Alleanza. Non vedo l'ora di lavorare di nuovo con lui per promuovere la pace attraverso la forza della NATO», scrive su X il segretario generale della NATO Mark Rutte.
La premier italiana Giorgia Meloni su X: «A nome mio e del Governo italiano, le più sincere congratulazioni al Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni "sorelle", legate da un'alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro Presidente». Matteo Salvini, dal canto suo, scrive: «Patriottismo, controllo delle frontiere, tagli alle tasse, radici cristiane, libertà di parola, impegno per la pace nel mondo. Il buon senso, la passione e la speranza vincono negli Stati Uniti!»
Le elezioni presidenziali «sono affari interni degli USA e rispettiamo la scelta del popolo americano. La nostra politica nei confronti degli Stati Uniti è coerente e continueremo a vedere e gestire le relazioni in conformità con i principi di rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione win-win», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, auspicando una «coesistenza pacifica» con Washington.
«Mi congratulo vivamente con Donald Trump. L'UE e gli Stati Uniti sono più che semplici alleati: siamo legati da un vero partenariato tra i nostri popoli, che unisce 800 milioni di cittadini. Allora lavoriamo insieme a un'agenda transatlantica forte che continui a dare risultati per loro», scrive su X la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Tra i sovranisti europei esulta anche Geert Wilders. «Congratulazioni presidente Trump, congratulazioni America». Nessuno ci ferma, combattiamo sempre e vinciamo le elezioni«, scrive il leader del Pvv su X, in un messaggio a caratteri cubitali. «Gli Stati Uniti sono un alleato importante per i Paesi Bassi, sia a livello bilaterale che in contesti internazionali come la NATO. Attendo con ansia la nostra stretta collaborazione sugli interessi condivisi tra Stati Uniti e Paesi Bassi», è il messaggio, più istituzionale, del premier olandese Dick Schoof.
«Non importa chi diventerà presidente degli Stati Uniti, perché i nostri piani sono già stati fatti», ha affermato la portavoce del governo iraniano, Fatemeh Mohajerani, come riferisce Isna.
Il premier britannico, Keir Starmer, si è congratulato con Donald Trump per la sua «storica vittoria elettorale», sottolineando di «non veder l'ora di lavorare» con lui. «In quanto stretti alleati, siamo fianco a fianco in difesa dei nostri valori condivisi di libertà, democrazia e spirito imprenditoriale», ha aggiunto il primo ministro laburista.
08:55
08:55
Trump balla «Y.M.C.A.»
«America First, questo Paese tornerà a essere grande. Il futuro sarà più ambizioso, più ricco, più sicuro, più forte. Dio benedica gli Stati Uniti d'America». Il discorso di Donald Trump si è concluso con queste parole. Poi è partita Y.M.C.A. dei Village People.
08:33
08:33
Trump: «Sarò ancora presidente, lotterò per il vostro futuro»
Donald Trump ha tenuto il suo primo discorso davanti ai suoi supporter al Convention Center di Palm Beach: «Vorrei ringraziarvi, abbiamo migliaia di amici con noi. È stato un momento incredibile. Questo è stato il più grande movimento nella storia. Ora raggiungeremo un altro livello di importanza perché sistemeremo tanti problemi. Abbiamo vinto anche per una ragione, abbiamo superato ostacoli che nessuno pensava, abbiamo raggiunto un grande successo politico. È una vittoria politica la nostra, gli Usa non hanno mai visto nulla di simile. Voglio ringraziare il popolo americano per l’onore che mi è stato concesso. Sarò nuovamente presidente. Lotterò per voi, per il vostro futuro».
E ancora: «Sarà l‘epoca dell’oro del nostro Paese. Questa epoca ci consentirà di nuovo di rendere questo Paese una grande nazione. Abbiamo vinto negli Stati in bilico, abbiamo vinto ovunque. Avremo almeno 315 voti. Abbiamo anche vinto il voto popolare. È una bella soddisfazione, sento delle vibrazioni d’amore, vorrei condividerle con le persone che mi hanno accompagnato in questo viaggio. Vi renderemo felici, orgogliosi e sarete fieri di aver partecipato a questo momento e di avermi votato. Gli Usa ci hanno dato un mandato senza precedenti, molto potente: abbiamo ripreso il controllo del Senato. Vorrei ringraziare tutti i miei collaboratori, tutti i senatori. Sembra che manterremo anche il controllo del Congresso. Vorrei ringraziare il presidente della Camera dei rappresentanti, mia moglie».
Il tycoon ha poi aggiunto: «Questi quattro anni saranno eccezionali, cambieremo profondamente il Paese. Torneremo a essere un Paese speciale. Potenzialmente siamo il miglior Paese al Mondo, vogliamo tornare in auge. Possiamo essere i migliori. Vogliamo che entrino nel Paese soltanto persone che vogliono farlo legalmente. Abbiamo una nuova stella, un nastro nascente: Elon Musk. Un uomo straordinario che ha fatto campagna per noi». Trump ha poi elogiato il patron di Tesla per le sue imprese con i razzi SpaceX.
08:28
08:28
Donald Trump è arrivato a Palm Beach
Donald Trump è stato accolto con un boato al Convention Center di Palm Beach. «USA, USA» urlano dalla platea.
08:15
08:15
Trump vince in Pennsylvania
Con la vittoria della Pennsylvania, assegnata da Fox News, Trump è a un passo dalla soglia dei 270 elettori per la conquista della Casa Bianca. È il secondo Stato in bilico che ha strappato ai dem: nel 2020 aveva vinto Joe Biden nello Stato, mentre nel 2016 era stato ancora una volta il tycoon.
07:52
07:52
Orban: «Trump sulla strada verso una grande vittoria»
Il primo ministro ungherese Viktor Orban plaude ai risultati preliminari delle presidenziali statunitensi che vedono in vantaggio il candidato repubblicano, Donald Trump. «Buongiorno Ungheria! Sulla strada verso una grande vittoria», ha scritto il primo ministro in un post su Facebook, postando una foto in cui appare davanti a uno schermo televisivo che mostra il conteggio dei voti negli Stati Uniti.
07:48
07:48
Fox News: «Trump eletto 47. presidente» degli Stati Uniti
«Donald Trump è stato eletto presidente». È la proiezione di Fox News ( il tycoon avrebbe conquistato 277 elettori) accolta con un boato al Convention Center di Palm Beach, dove è atteso a momenti per un discorso davanti ai suoi sostenitori. «Trump è il 47. presidente degli Stati Uniti.
07:45
07:45
«Harris vince in Minnesota»
Kamala Harris ha vinto il Minnesota, lo Stato del suo vice Tim Walz, secondo le proiezioni di Fox News.
07:30
07:30
«Trump verso la vittoria anche in Pennsylvania»
Secondo le proiezioni di Fox News, Trump vincerà anche in Pennsylvania, incassando altri 19 grandi elettori. Una conquista che lo porterebbe a tre voti dalla presidenza (267 su 270),
Per il tycoon è il terzo successo in tre swing states, gli Stati considerati in bilico e la chiave delle elezioni.
Con la vittoria della Pennsylvania, come detto, Trump è a un passo dalla soglia dei 270 elettori per la conquista della Casa Bianca. È il secondo Stato in bilico, dopo la Georgia (mentre in North Carolina si è trattato di una riconferma), che ha strappato ai dem: nel 2020 aveva vinto Joe Biden. Trump si era invece già imposto nel 2016.
07:06
07:06
Elon Musk già esulta
Il New York Times arriva ad attribuire a Donald Trump oltre il 90% delle probabilità di vincere, con un risultato finale previsto di 301 grandi elettori rispetto ai 237 di Kamala Harris. E Elon Musk, il grande sostenitore del tycoon, esulta su X: «Game, set and match», gioco, set e partita.
Ora si guarda al risultato della Pennsylvania, in attesa a questo punto di una conferma definitiva per il candidato repubblicano che in questo importante stato chiave resta in vantaggio, mentre per la democratica Kamala Harris non sembra esserci terreno di recupero con i grafici di tutti i media americani che mostrano il «muro blu» ormai in frantumi.
07:00
07:00
Trump sale a 246 grandi elettori, Harris è ferma a 210
Con la vittoria della Georgia, Donald Trump sale a 246 grandi elettori, contro i 210 di Kamala Harris. Lo riporta il New York Times. Il tycoon è sempre più vicino alla soglia dei 270 grandi elettori necessari per vincere le elezioni.
06:49
06:49
Trump lascia Mar-a-Lago in direzione di Palm Beach
Donald Trump ha lasciato Mar-a-Lago in direzione del convention center di Palm Beach, dove è atteso per parlare ai suoi sostenitori. Lo riportano i media americani.
06:48
06:48
«Harris non parlerà alla Howard University»
Kamala Harris non parlerà alla Howard University, dove i suoi sostenitori sono in attesa dei risultati del voto. Lo riporta CBS.
«Ci sono ancora voti da contare e Stati che non sono stati assegnati. Non sentirete la vicepresidente stasera, la sentirete domani, quando parlerà al Paese», ha detto il co-presidente della campagna di Harris, Cedrid Richmond.
06:42
06:42
La CNN assegna la Georgia a Donald Trump
La CNN ha assegnato la Georgia, il secondo swing states di questa notte dopo il North Carolina, a Donald Trump.
Per l'ex presidente si tratta di un un altro passo verso il ritorno alla Casa Bianca, grazie ai 16 grandi elettori del Peach State.
La Georgia è il primo degli Stati in bilico scippato ai dem. Nel 2016, Trump aveva perso con Hillary Clinton per circa 5 punti percentuali, nel 2020 Joe Biden lo aveva battuto per soli 11.779 voti, quelli che è accusato di aver chiesto al segretario di Stato della Georgia per ribaltare il voto.
06:39
06:39
Boato al quartier generale di Trump, cala il gelo da Harris
Mentre prosegue lo spoglio degli Stati in bilico, i supporter di Trump e Harris seguono i risultati dell’elezione con umori decisamente diversi. L’assegnazione del North Carolina al candidato repubblicano è stata accolta da applausi, boati e grida «USA, USA» al party organizzato a Palm Beach, in Florida, dove il tycoon sarebbe atteso a breve.
Reazione opposta al quartier generale di Harris, dove è calato il gelo tra la folla. Alcuni gruppi sembrano intenzionati ad andarsene, perché non è chiaro se e quando la candidata democratica parlerà ai suoi sostenitori.
06:28
06:28
«Trump a 230 grandi elettori, Harris a 205»
Donald Trump ha toccato quota 230 grandi elettori, ora solo 40 lo separano dalla Casa Bianca. Kamala Harris è invece a 205. Lo scrive il New York Times.
Solo la Georgia, dove Trump è in testa col 51% contro il 48% della rivale democratica al 95% dello spoglio, ne porterebbe altri 16, facendolo arrivare a 246. I tre Stati del Midwest dove l'ex presidente al momento conduce saldamente (Pennsylvania, Michigan e Wisconsin) ne hanno altri 44. Senza contare Arizona e Nevada, dove la partita sembra più serrata.
06:11
06:11
«I repubblicani prendono il controllo del Senato»
I repubblicani vincono il controllo del Senato USA, secondo le proiezioni di Fox.
06:10
06:10
Harris vince alle Hawaii
Kamala Harris vince alle Hawaii, secondo le proiezioni di CNN. La democratica incassa quattro grandi elettori dall'arcipelago del Pacifico.
05:51
05:51
Harris vince in Virginia
La vicepresidente Kamala Harris vince in Virginia, secondo le proiezioni di Nbc. La Virginia, Stato solitamente considerato democratico, ha 13 grandi elettori.
05:43
05:43
Come previsto, Harris vince in New Mexico
La democratica Kamala Harris ha vinto, come previsto, in New Mexico. Lo riporta l'Associated Press. Il New Mexico ha cinque grandi elettori.
05:37
05:37
Kamala Harris vince nel Maine
La democratica Kamala Harris vince in Maine, secondo le proiezioni di Fox. Il piccolo Stato all'estremo nord-est del Paese ha quattro grandi elettori.
05:31
05:31
«Trump ora ha il 90% di probabilità di vittoria»
Il New York Times attribuisce a Donald Trump il 90% delle probabilità di vincere le presidenziali americane. Il risultato finale previsto è di 301 grandi elettori rispetto ai 237 di Kamala Harris.
05:26
05:26
Trump vince in North Carolina
È stato ufficialmente assegnato il primo dei sette swing state che decideranno le elezioni statunitensi. Si tratta del North Carolina, i cui 16 grandi elettori sono andati al repubblicano Donald Trump. Lo riporta Ap. Trump aveva vinto in North Carolina sia nel 2016 che nel 2020, quando fu anche l'unico dei sette Stati in bilico da lui conquistati. L'ultimo candidato dem a conquistare lo Stato del sud era stato Barack Obama nel 2008.
Il tycoon ha fatto numerosissimi comizi in North Carolina, accusando l'amministrazione Biden-Harris di non avere più fondi per l'uragano Helene perché spesi per i migranti. E aveva attribuito a Elon Musk il merito di aver connesso i residenti con la protezione civile grazie al suo Starlink.
04:54
04:54
Prosegue il testa a testa in Virginia, mentre Trump vince in Iowa
Prosegue il testa a testa in Virginia, con Donald Trump sempre leggermente avanti al 49,9% contro il 49,2% di Kamala Harris, secondo l'AP. Uno Stato in cui Joe Biden vinse di 10 punti contro il tycoon, 54,11% a 44%.
Trump ha fatto suoi, inoltre, i grandi elettori dell'Iowa. Lo prevede Nbc. L'ultimo sondaggio del Des Moines Register aveva indicato a sorpresa Kamala Harris avanti di tre punti su Trump in uno Stato considerato repubblicano sulle mappe elettorali. L'Iowa ha sei grandi elettori.
04:25
04:25
Trump di poco avanti in Pennsylvania a metà spoglio
Sorpasso di Donald Trump in Pennsylvania, dove guida con il 51% contro il 49% di Kamala Harris con il 51% dei voti scrutinati. Lo riferisce il New York Times, il quale stima all'82% le chance di vittoria del tycoon. Il modello del media americano che stima l'esito della corsa in tempo reale sulla base dei sondaggi, dei voti scrutinati e delle aspettative su quelli ancora da scrutinare, prevede 296 grandi elettori per il tycoon e 242 per la vicepresidente.
04:16
04:16
Con una vittoria in Montana, i repubblicani vicinissimi a ipotecare la maggioranza in Senato
Il repubblicano Tim Sheehy si avvia a sconfiggere il senatore democratico Jon Tester in Montana, conquistando così il secondo seggio per il Grand old party alla Camera alta americana. Lo riporta Cbs. Con questo risultato, dopo la vittoria di Jin Justice in West Virginia, i repubblicani ipotecano la maggioranza al Senato se riusciranno a mantenere tutti i seggi che hanno.
04:15
04:15
In Arizona è testa a testa tra Trump e Harris
Testa e testa tra Donald Trump e Kamala Harris nello Stato in bilico dell'Arizona (11 grandi elettori): 49,6% a 49,6%, con il 36% dei voti scrutinati, riporta la CNN.
04:14
04:14
Angela Alsobrooks vince la corsa al Senato del Maryland
La democratica Angela Alsobrooks, secondo l'Ap, ha vinto la corsa al Senato del Maryland, sconfiggendo l'ex popolare governatore Larry Hogan, un repubblicano moderato anti Trump che avrebbe potuto minare le possibilità' per i dem di mantenere il controllo della camera alta.
04:06
04:06
Trump vince in Montana e Utah
Donald Trump ha vinto in Montana e Utah, come previsto, secondo le proiezioni della CNN.
04:06
04:06
Too early to call per il Nevada
Too early to call, secondo la Cnn, per il Nevada, altro Stato in bilico che assegna 6 grandi elettori disputato tra Donald Trump e Kamala Harris.
04:04
04:04
Mike Johnson, speaker della Camera, è stato rieletto
Lo speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, è stato rieletto nel quarto distretto della Louisiana. Lo prevede l'Associated Press, secondo quanto riportato dai media americani.
03:59
03:59
Rieletta Fani Williams, la procuratrice della Georgia che ha incriminato Trump
Fani Willis, la procuratrice della Georgia che ha incriminato Donald Trump, è stata rieletta. Lo riporta l'Associated Press. Willis ha battuto la sfidante repubblicana Courtney Kramer.
03:53
03:53
Trump si intrattiene con i suoi sostenitori a Mar-a-Lago
Donald Trump si è fermato a parlare con i sostenitori che stanno guardando i risultati elettorali al suo resort di Mar-a-Lago Club a Palm Beach, in Florida. Lo riferiscono fonti informate alla CNN.
Con indosso la sua caratteristica cravatta rossa e un abito scuro, il tycoon ha incontrato alcune delle persone riunite in una delle sale del club, circondato da donatori, familiari e amici, dal candidato alla vice presidenza JD Vance e da Vivek Ramaswamy.
03:51
03:51
Harris sorpassa Trump in Wisconsin
Kamala Harris sorpassa Donald Trump in Wisconsin, uno degli Stati in bilico del Midwest con 10 grandi elettori che la dem deve assolutamente vincere: secondo la CNN, è al 51,9% contro il 46,4% del repubblicano, quando i voti scrutinati sono il 25%.
03:46
03:46
Al momento Trump ha 154 grandi elettori, Harris 81
Donald Trump al momento ha quasi il doppio di elettori del collegio elettorale rispetto a Kamala Harris: 154 a 81. La soglia da raggiungere per diventare presidente è 270.
03:39
03:39
Dollaro e Bitcoin salgono col vantaggio iniziale di Trump
Il dollaro e i future sui listini di Wall Street avanzano con le urne che chiudono negli Stati Uniti e l'iniziale vantaggio di Donald Trump. I future sullo S&P 500 salgono dell'1%, il dollaro guadagna ai massimi da luglio e il Bitcoin sale del 3%.
03:37
03:37
Trump avanti anche in Wisconsin
Con il 10% dei voti scrutinati, Donald Trump è avanti 53% a 45% in Wisconsin, uno dei tre Stati in bilico del Midwest. Lo riferisce la Cnn.
03:35
03:35
Flop del referendum sull'aborto in Florida
Flop del referendum sull'aborto in Florida, dove resta in vigore il divieto per le interruzioni di gravidanza dopo le sei settimane. L'«emendamento 4», che avrebbe annullato il divieto di aborto di sei settimane attualmente in vigore e ampliato l'accesso al punto di vitalità fetale, non ha raggiunto il 60% dei voti necessari. La misura avrebbe modificato la costituzione dello stato ampliando l'accesso all'aborto. Per il governatore della Florida è una vittoria: Ron DeSantis infatti è a favore del divieto per le interruzioni di gravidanza dopo le sei settimane.
03:34
03:34
«Trump ora ha il 67% di chance di vincere»
A questo punto dello scrutinio, Donald Trump ha il 67% di chance di vincere, contro il 33% di Kamala Harris. Lo prevede il modello del New York Times, che stima l'esito della corsa in tempo reale sulla base dei dati dei sondaggi, dei voti finora scrutinati e di ciò che ci si aspetta dai voti rimanenti. La stima del collegio elettorale è 285 per il tycoon, 253 per la sua rivale, che avrebbe la magra consolazione di vincere il voto popolare dello 0,4%.
03:34
03:34
Il senatore repubblicano Cruz rieletto in Texas
Il senatore repubblicano Ted Cruz è rieletto in Texas, in una vittoria che consente ai repubblicani di mantenere un seggio in Senato. Lo prevede Fox.
03:21
03:21
Nebraska, Louisiana, Ohio, Kansas e North Dakota a Trump
Donald Trump vince in Nebraska, Louisiana e Ohio (lo Stato del suo vice JD Vance), come previsto, secondo le proiezioni dell'Associated Press. Secondo Fox News anche Kansas ha dato la sua preferenza al tycoon, mentre CBS assegna a Trump anche il North Dakota.
03:08
03:08
Kamala Harris vince in Colorado
Kamala Harris vince in Colorado. Lo prevede Fox. Lo Stato ha 10 grandi elettori.
03:06
03:06
Trump vince in Texas, Wyoming e South Dakota
Donald Trump ha vinto in Texas, Wyoming e South Dakota, come previsto. Lo riferisce la CNN. In Michigan, invece, continua a essere avanti Kamala Harris.
03:04
03:04
Testa a testa in Virginia
Testa a testa in Virginia, stato considerato dem ma che Donald Trump aveva messo nel campo di quelli contendibili: secondo la CNN il tycoon è al 49,6% mentre Kamala Harris al 48,7%, con il 48% delle schede scrutinate.
03:04
03:04
Kamala Harris vince New York
Kamala Harris vince New York, come previsto. Lo riferisce la CNN. Lo Stato dà alla candidata 28 grandi elettori.
02:59
02:59
Trump resta avanti in Georgia
Col 65% dei voti scrutinati, Donald Trump resta avanti in Georgia: 52,1% a 47,4%, secondo la CNN.
02:52
02:52
Harris resta avanti in Pennsylvania
Kamala Harris resta avanti a Donald Trump in Pennsylvania: col 13% dei voti scrutinati è 69% a 30%, secondo la CNN.
02:42
02:42
Trump sorpassa Harris in North Carolina
Sorpasso di Donald Trump in North Carolina, 53% a 46%, col 21% dei voti scrutinati, come riferisce la CNN. Lo Stato è uno dei sette in bilico con un bottino di 16 grandi elettori.
02:40
02:40
Kamala Harris vince in Delaware
Kamala Harris vince, come previsto, in Delaware. Lo riporta NBC. Il Delaware ha 3 grandi elettori.
02:38
02:38
Trump vince l'Arkansas
Donald Trump vince l'Arkansas, come previsto, secondo le proiezioni della CNN. Lo Stato dà al candidato repubblicano sei grandi elettori.
02:35
02:35
Trump sembra prendere il largo in Georgia
Donald Trump sembra prendere il largo in Georgia, uno dei sette Stati in bilico che assegna 16 grandi elettori: con il 49% delle schede scrutinate, il tycoon è al 55% mentre Kamala Harris è al 44,4%.
02:32
02:32
Matt Gaetz, il controverso alleato di Trump, mantiene il seggio alla Camera
Il controverso Matt Gaetz, alleato di Donald Trump, ha vinto un altro mandato alla Camera, difendendo il suo seggio della Florida contro la democratica Gay Valimont.
02:31
02:31
Eletta la prima donna afroamericana per il Senato in Delaware
La democratica Lisa Blunt Rochester ha vinto la corsa per il Senato in Delaware, diventando la prima donna afroamericana nella Camera Alta degli Stati Uniti. Lo riporta il Guardian.
02:30
02:30
Il democratico Stein batte Robinson nella corsa a governatore della North Carolina
Il democratico Josh Stein è il nuovo governatore della North Carolina. Secondo Fox News, Stein ha sconfitto il repubblicano Mark Robinson, la cui candidatura è implosa in seguito a un rapporto della CNN che lo definiva un “nazista nero” e lo accusava di aver fatto altri commenti offensivi su un sito web pornografico.
Robinson, vicegovernatore uscente dello Stato, ha negato le accuse e ha intentato una causa per diffamazione contro la CNN.
Dopo essere stato appoggiato da Trump che lo aveva elogiato come «Martin Luther King sotto steroidi», Robinson era stato poi lasciato al suo destino dalla campagna repubblicana in seguito allo scoppio dello scandalo a settembre.
02:22
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Seggi chiusi in 26 Stati, 90 elettori a Trump e 27 a Harris
Con la chiusura dei seggi in 26 Stati Usa e nella capitale, Donald Trump guida finora con 90 elettori contro i 27 di Kamala Harris. L'ex presidente ha vinto 9 Stati, la rivale 7 Stati e il District of Columbia. Il quorum da raggiungere è di almeno 270 grandi elettori.
02:21
02:21
Il senatore repubblicano Rick Scott rieletto in Florida
Il repubblicano Rick Scott è stato rieletto senatore della Florida, stando all’Associated Press. I democratici non riescono quindi a ottenere quel successo (sperato) che avrebbe potuto aiutarli a conservare la maggioranza nella Camera alta del Congresso.
I democratici hanno attualmente una maggioranza di 51 seggi in Senato, ma hanno perso il seggio della West Virginia detenuto dal senatore indipendente uscente Joe Manchin. Il partito aveva sperato che la candidata Debbie Mucarsel-Powell potesse spodestare Scott nel Sunshine State, speranze alla fine deluse.
I dem hanno ancora la possibilità di mantenere la maggioranza, ma serve la rielezione di Sherrod Brown in Ohio e di Jon Tester in Montana, o una vittoria a sorpresa di Colin Allred in Texas.
02:20
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Harris vince il primo distretto del Maine
Kamala Harris vince il primo distretto del Maine. Lo prevede Fox.
02:17
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Primi dati in Pennsylvania, Harris avanti con il 77,6%
Con il 5% dei voti scrutinati, Kamala Harris è avanti in Pennsylvania con il 77,6% contro il 21,5% di Donald Trump, secondo i dati diffusi dalla CNN.
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Vittoria di Kamala Harris anche in Illinois e New Jersey
Kamala Harris ha vinto in Illinois e New Jersey, come previsto. Lo prevede Fox.
02:10
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Harris vince in Massachussetts, Rhode Island, DC, Connecticut e Maryland
Kamala Harris vince nel Distretto di Columbia, Rhode Island, Massachussetts, Maryland e Connecticut. Lo prevede l'Associated Press.
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A Trump anche Mississippi, Alabama, Oklahoma, Tennessee, Missouri e Florida
Secondo le previsioni dei media americani, Donald Trump vince il Mississippi, Alabama, Oklahoma, Tennessee, Missouri e la Florida, come previsto.
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Trump vince in South Carolina
Donald Trump vince in South Carolina, come previsto, secondo le proiezioni di Fox news. Lo Stato dà al candidato repubblicano nove grandi elettori.
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Trump ai repubblicani: «Vinceremo alla grande»
«Restate in fila, vinceremo alla grande». Lo ha detto Donald Trump in un breve video pubblicato sul social media Truth rivolgendosi agli elettori repubblicani.
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Si chiudono i seggi negli Stati Uniti orientali
Ancora pochi minuti e si chiuderanno i seggi in 13 Stati dell’Est: Alabama, Connecticut, Delaware, Florida, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, Mississippi, Missouri, New Hampshire, New Jersey, Oklahoma, Pennsylvania, Rhode Island, Tennessee e Washington D.C.
Particolarmente importante il risultato della Pennsylvania che, con i suoi 19 grandi elettori, potrebbe essere alla fine decisiva.
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Trump passa avanti in Georgia, Harris in North Carolina
Donald Trump stacca Kamala Harris in Georgia: col 9% delle schede scrutinate, è al 60,8% contro il 38,7% della rivale. La candidata dem è avanti invece in North Carolina: 68% a 31%, con il 2% dei voti scrutinati. Entrambi sono Stati in bilico.
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Il repubblicano Mark Messmer è il primo nuovo deputato della Camera
Mark Messmer, repubblicano dell'Indiana, è il primo nuovo deputato della Camera americana. Lo riporta il New York Times. Sostituisce Larry Bucshon, anch'egli del Grand old party, che ha annunciato il suo ritiro quest'anno dopo oltre un decennio al Congresso.
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Jim Justice trionfa in West Virginia: i repubblicani conquistano un seggio in Senato
I repubblicani conquistano un seggio in Senato con la vittoria di Jim Justice in West Virginia. Justice ha battuto il democratico Glenn Elliott in una corsa dove i conservatori erano favoriti dopo il ritiro dell'indipendente Joe Manchin.
01:37
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North Carolina: chiusi i seggi, presto i risultati
Con la chiusura dei seggi della Carolina del Nord alle 19.30 locali (l'1.30 in Svizzera) Corinne Duncan, direttrice del Consiglio elettorale della Contea di Buncombe, ha condotto una riunione presso la sede di Asheville per iniziare il conteggio delle schede assenti per posta. Gli addetti alle elezioni di 80 distretti trasporteranno le schede cartacee e le copie elettroniche su chiavette protette da cassette di sicurezza con tracciamento GPS lungo le strade di montagna fino a questa sede: i risultati dovrebbero iniziare a essere pubblicati online dopo le 21.00 (le 3 in Svizzera).
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«Too early to call» in Ohio
È «too early to call» (troppo presto per assegnare allo Stato il vincitore) tra Donald Trump e Kamala Harris in Ohio, secondo le proiezioni della CNN. Lo Stato porta 17 grandi elettori.
01:32
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Un'altra proiezione: a Trump il West Virginia
Secondo le previsioni della CNN, l'ex presidente Donald Trump vincerà in West Virginia. In West Virginia sono in gioco quattro voti elettorali. Per vincere le elezioni presidenziali del 2024 sono necessari almeno 270 voti elettorali.
01:24
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Nessuna sorpresa, per ora, nel voto per il Congresso
Nessuna sorpresa, per ora, nel voto per il Congresso. In Florida, l'Associated Press afferma che il repubblicano Gus Bilirakis è stato rieletto, così come i democratici Debbie Wasserman Schultz e Frederica Wilson. In Kentucky, i repubblicani Hal Rogers e Thomas Massie si sono aggiudicati un altro mandato. Il repubblicano Mark Messmer ha vinto le elezioni in un distretto dell'Indiana.
Tutti correvano in distretti sicuri per il loro partito, e ci si aspettava che vincessero.
01:13
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Bernie Sanders rieletto al Senato
Il progressista Bernie Sanders è stato eletto per la quarta volta senatore del Vermont.
Il deputato repubblicano Jim Banks sarà invece il prossimo senatore dell’Indiana. Prenderà il posto di Mike Braun che, secondo l’Associated Press, è stato appena eletto governatore dello Stato.
01:05
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Kentucky e Indiana a Trump, Vermont a Harris, ma per gli altri regna l'incertezza
Sono le sette di sera sulla East Coast e in America si stanno chiudendo i seggi in una serie di Stati del Paese, tra cui quello chiave della Georgia.
Ecco dove si chiudono i seggi e i voti elettorali in gioco in ogni Stato:
- Georgia: 16
- Indiana: 11
- Kentucky: 8
- South Carolina: 9
- Vermont: 3
- Virginia: 13
Al momento le proiezioni della CNN riescono ad assegnare solo Kentucky, Indiana e Vermont. I primi due a Trump, il secondo a Kamala Harris. Testa a testa, in particolare, nello Stato della Georgia.
00:54
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Le elezioni entrano, finalmente, nel vivo
Pochi minuti e le elezioni americane entreranno finalmente nel vivo. Alle 19 ora della Costa Est (l’una di notte in Svizzera) si chiudono i seggi in Georgia, Indiana, Kentucky, South Carolina, Vermont e Virginia. Mezz’ora dopo finiscono le operazioni di voto in North Carolina, Ohio e West Virginia. Due Stati in bilico - Georgia e North Carolina - daranno quindi il primo segnale sulla contesa tra Kamala Harris e Donald Trump.
00:45
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Quasi tre quarti degli americani sono convinti che la democrazia nel loro Paese è minacciata
Quasi tre quarti degli elettori americani sono convinti che la democrazia nel loro Paese è minacciata, almeno secondo quanto dicono gli exit poll nazionali preliminari di Edison Research. Un dato, scrive la Reuters, «che riflette la profonda ansia della nazione dopo una controversa campagna tra la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump».
La democrazia. Ma anche l’economia: sono questi i due grandi problemi degli USA, seguite dall’aborto e dall’immigrazione.
Il sondaggio di Edison Research ha mostrato quindi che il 73% degli elettori crede che la democrazia sia in pericolo, il 25% invece che sia al sicuro.
00:38
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Nessuna sorpresa in Indiana e Kentucky
Donald Trump è avanti in Indiana e Kentucky come previsto. Secondo i primi parziali diffusi dai media americani, nei due Stati saldamente in mani repubblicane, l'ex presidente godrebbe rispettivamente del 66% e del 65% delle preferenze.
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Harris, Trump e non solo: sulle tabelle dei risultati ci sono anche altri due nomi
Harris, Trump. E non solo. Sulle tabelle dei risultati elettorali delle Presidenziali 2024 compaiono non due, ma quattro nomi. Oltre ai candidati del Partito Democratico e del Partito Repubblicano, corrono infatti per la Casa Bianca anche Jill Stein, presidente del Partito dei Verdi, e Chase Oliver, esponente del Partito Libertario.
Oliver ha vinto di poco la nomination del partito alla convention di maggio. Ha un passato da democratico e rappresenta un segmento di sinistra del Partito Libertario, anche se alcune delle sue posizioni sono conservatrici. Ha detto di essere diventato politicamente attivo come oppositore della guerra in Iraq e si è descritto come «armato e gay».
Secondo il New York Times, «Oliver si oppone essenzialmente a tutte le restrizioni sulle armi, vuole abolire il Dipartimento dell’Istruzione e sostiene un emendamento costituzionale per richiedere bilanci federali in pareggio, posizioni molto più vicine ai repubblicani che ai democratici. Ma sostiene anche il diritto all’aborto (a livello statale), si oppone alla guerra di Israele a Gaza e vuole legalizzare la marijuana, posizioni più comunemente associate ai democratici».
Nel 2022 si è candidato per un seggio al Senato in Georgia e ha ottenuto circa il 2% dei voti, un risultato che ha costretto al ballottaggio il democratico Raphael Warnock (poi vincitore) e il repubblicano Herschel Walker.
Il Partito Libertario candida Oliver nella maggior parte degli Stati. Resta da vedere se la sua piccola quota di voti influenzerà l'esito della corsa tra Harris e Trump e, in tal caso, in quale direzione.
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Trump insiste sui brogli: «Non solo in Pennsylvania, ma anche in Michigan»
Donald Trump continua ad insinuare sul suo social media Truth che ci siano brogli elettorali in corso a in Pennsylvania e in Michigan, accuse che le forze dell'ordine del primo Stato hanno già respinto. «Ingenti forze di polizia a Filadelfia e Detroit!», ha scritto il tycoon in un post senza motivare la sua dichiarazione.
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La campagna di Harris monitora «minuto per minuto» l'affluenza alle urne
La campagna di Kamala Harris sta monitorano minuto per minuto l'affluenza alle urne. Lo riporta la CNN, sottolineando che la vicepresidente è pronta a rispondere rapidamente a qualsiasi mossa di Trump durante la nottata elettorale.
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I funzionari di Philadelphia smentiscono Donald Trump: «Accusa folle»
I funzionari dell’ufficio elettorale di Philadelphia smentiscono Donald Trump che, poco fa, aveva parlato sui sociali di brogli di massa in Pennsylvania.
«È l’ennesimo esempio di disinformazione», ha scritto su X il commissario cittadino repubblicano Seth Bluestein. Il procuratore distrettuale Larry Krasner, democratico, ha dichiarato: «Non c’è alcuna base fattuale all'interno delle forze dell'ordine per sostenere questa accusa folle».
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Si chiudono i primi seggi per le elezioni americane
Siamo a pochi istanti dalla chiusura dei primi seggi delle Presidenziali 2024.
La maggior parte delle contee dell’Indiana e numerose contee del Kentucky orientale concludono in questi minuti le operazioni di voto. Entrambi gli Stati generalmente votano repubblicano e non sono considerati in bilico. Le votazioni nelle restanti contee termineranno tra un’ora.
23:56
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Parla la polizia di Philadelphia: «Non siamo a conoscenza di brogli»
Il dipartimento di polizia di Philadelphia ha dichiarato alla CNN di non essere a conoscenza di ipotesi di brogli o di problemi con il voto, come sottolineato da Trump in un post sul social Truth.
23:54
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Circa 30 mila voti anticipati da ricontare a Milwaukee
Circa 30 mila voti anticipati devono essere ricontati a Milwaukee, in Wisconsin, la città dove i repubblicani hanno tenuto la loro convention. Lo riferisce la CNN.
23:49
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La guerra in Medio Oriente rischia di costare caro a Kamala Harris
I timori espressi nelle ultime settimane da alcuni elementi dell'ambiente democratico sembrano, in queste ore, concretizzarsi: la gestione della guerra in Medio Oriente potrebbe costare caro a Kamala Harris. Interrogato dal Guardian, un campione di elettori arabo-americani di Dearborn, Michigan (Stato dalla forte presenza musulmana) mostra una tendenza preoccupante per il partito dell'asinello. Nessuno ha votato per Kamala Harris. «Sono un democratico, ma non ho dato il mio voto ad Harris», ha dichiarato Gus Tarraf, 51 anni. «Perché la mia gente viene uccisa. Sono libanese».
Nell'ultimo anno, la comunità arabo-americana – storicamente vicina al partito democratico e avversa alla retorica anti-musulmana di Trump – si è progressivamente allontanata dal duo Biden-Harris, accusandolo di non aver saputo gestire il conflitto fra Hamas e Israele e di non aver posto condizioni all'invio di armi americane che, nelle mani dell'esercito israeliano, fra Gaza e Libano stanno causando decine di migliaia di morti. Una narrativa, questa, sapientemente cavalcata dall'entourage di Trump, che in questi mesi ha cercato di porsi come un'alternativa di pace alla candidata repubblicana. Un esempio? Le parole di Barry Atlman, candidato repubblicano per un seggio alla Camera dei Rappresentanti del Michigan, che un paio di settimane fa si era così espresso: «La pace in Medio Oriente non avverrà sotto un'amministrazione Harris: è troppo debole. Trump è l'unica speranza».
I dati raccolti dal Washington Post nella stessa città sembrano confermare l'impressione del Guardian. Il giornale americano parla di «indignazione e disgusto» per la gestione della guerra che avrebbero spinto gli arabi americani a lunghe file per votare contro Kamala Harris. «Sono per Trump perché dice che manterrà la pace - spero che sia onesto», ha detto al quotidiano statunitense Ali Hashem, 63 anni, ufficiale militare iracheno in pensione, immigrato negli Stati Uniti nel 1997. «Jill Stein (candidata per il Partito Verde statunitense, ndr) è stata l'unica a difendere davvero la Palestina», ha fatto eco un giovane studente.
23:45
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Le luci dell'Empire State Building si coloreranno ad ogni vittoria
Luci su Manhattan. Luci colorate a incendiare il grattacielo simbolo di New York. Rosse per i Repubblicani e blu per i Democratici.
Le luci dell’Empire State Building cambieranno colore stanotte ogni volta che l’Associated Press dichiarerà un vincitore in uno degli Stati in bilico decisivi: Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin.
I 103 piani dell’edificio Art Déco più famoso del mondo brilleranno di blu per cinque minuti se Harris avrà ottenuto un risultato positivo, di rosso se sarà Trump a prevalere.
Quando uno dei candidati raggiungerà la soglia di sbarramento dei 270 voti elettorali, l’Empire State Building si illuminerà di nuovo. E questa volta per «incoronare» di luce il nuovo presidente degli Stati Uniti.
23:41
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Ecco il primo exit poll della North Carolina
Ecco il primo exit poll della North Carolina, condotto da Edison Rsearch. Gli exit poll, lo ricordiamo, riflettono solo una fetta delle decine di milioni di persone che hanno votato, sia prima che il giorno delle elezioni, e i risultati preliminari sono soggetti a modifiche nel corso della notte man mano che vengono intervistate più persone.
Stando a questi primi dati, il 43% degli elettori del North Carolina ha dichiarato di avere un'opinione favorevole di Trump, rispetto al 47% che lo ha affermato nell'exit poll del 2020 di Edison Research. Il 55% lo vedeva sfavorevolmente, rispetto al 51% del 2020.
Il 48% degli elettori del North Carolina ha invece dichiarato di avere un'opinione favorevole di Harris, rispetto al 50% che ha detto lo stesso di Biden nell'exit poll del 2020 di Edison Research. Il 50% la vedeva sfavorevolmente, rispetto al 47% che vedeva Biden in questo modo nel 2020.
23:28
23:28
Trump: «Voci di mega frodi elettorali in Pennsylvania e a Philadelphia»
Donald Trump ribadisce le accuse, senza motivarle, che in Pennsylvania e a Philadelphia in particolare sarebbero in atto frodi elettorali. «Sento voci di mega frodi elettorali in corso a Filadelfia. Intervenga la polizia!», ha scritto in un post sul social media Truth dopo aver già parlato di questi presunti brogli cinque giorni fa.
23:18
23:18
AP VoteCast: Gli elettori sono andati alle urne affamati di cambiamento
La maggior parte degli elettori americani si è recata alle urne con un «forte desiderio di cambiare il modo in cui il Paese è gestito». Lo afferma il sondaggio AP VoteCast condotto su oltre 110.000 elettori a livello nazionale.
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, circa un quarto degli elettori ha dichiarato di volere «uno sconvolgimento completo e totale»; più della metà vuole un «cambiamento sostanziale»; e circa 1 su 10 vuole una «piccola» quantità di cambiamento.
Pochi elettori hanno detto invece di non volere «alcun cambiamento».
Sette elettori su 10 hanno infine detto che il Paese sta andando nella direzione sbagliata, mentre solo 3 su 10 hanno sostenuto che le cose stanno andando nella giusta direzione.
23:10
23:10
Nel giorno delle elezioni Wall Street guadagna (ancora) punti
Per la quinta volta consecutiva, nel giorno delle elezioni presidenziali Wall Street guadagna punti. Oggi il Dow Jones Industrial Average ha chiuso a 42.221,88, in rialzo di 427,48 punti rispetto alla chiusura di lunedì (+1%).
«La storia dice che si sarebbe potuto prevedere», scrive l’Associated Press. Ecco, infatti, che cosa ha fatto il Dow Jones il giorno delle elezioni nelle precedenti quattro elezioni presidenziali:
- 3 novembre 2020 - In rialzo di 554,98 punti, + 2,1%
- 8 novembre 2016 - In rialzo del 73,14 punti, + 0,4%
- 6 novembre 2012 - In aumento di 133,24 punti, + 1%
- 4 novembre 2008 - Più del 305,45 punti, + 3,28%
L'ultima volta che Wall Street ha fatto segnare una giornata negativa nel martedì elettorale è stato il 2 novembre 2004, quando il Dow Jones scese di 18,66 a 10.035,73.
23:08
23:08
Anche la North Carolina sulla buona strada per battere il record di affluenza alle urne
Dopo la Georgia, anche la North Carolina - tra gli Swing States - sembra essere sulla buona strada per raggiungere o battere il record di affluenza alle urne stabilito nel 2020, almeno secondo i dati dello State Board of Elections. Lo riporta il New York Times.
Quattro anni fa, oltre 5,4 milioni di persone si recarono alle urne, circa il 75% della popolazione dello Stato. Quest’anno, più di 4,4 milioni di persone hanno già votato in anticipo. Nelle 25 contee occidentali più colpite dall’uragano Helene, l’affluenza al voto anticipato è stata di 2 punti percentuali superiore alla media statale a partire da domenica.
23:05
23:05
Elon Musk: «Votate, è in gioco il futuro del mondo»
A Mar-a-Lago, oggi, vicino a Donald Trump ci sarà anche Elon Musk. Il nome del patron di Tesla e X è infatti uno dei più importanti sulla lista degli invitati con cui il tycoon trascorrerà le prossime ore, in attesa dei primi risultati.
A tal proposito, Elon Musk ha – come di consueto – utilizzato il suo account X per lanciare un messaggio ai suoi 203 millioni di followers, incoraggiandoli, ancora una volta, a votare per Donald Trump.
«Andate a votare subito! È in gioco il futuro del mondo!!!», ha scritto, quotando un post pubblicato dal J.D. Vance.
22:55
22:55
La commissione elettorale della North Carolina estende l'orario di voto di 30 minuti in 2 distretti
La commissione elettorale della North Carolina ha esteso di 30 minuti l'orario di voto per due distretti, uno nella contea di Wilson e l'altro nella contea di Burke.
Sebbene i distretti siano stati aperti alle 6:30 del mattino ora locale (12:30 in Svizzera), così come nel resto dello Stato, le votazioni non sono iniziate fino alle 8:07 nel distretto di Wilson e intorno alle 7 nel distretto di Pilot Mountain, nella contea di Burke. In una riunione di emergenza, la commissione elettorale statale ha esteso di 30 minuti l'orario di voto in entrambi i distretti. Rimarranno aperti fino alle 20.
I risultati per le contee di Wilson e Burke inizieranno a essere rilasciati quando tutti i seggi si saranno chiusi alle 20, ma la comunicazione dei risultati per il resto dello Stato procederà come previsto dopo la chiusura dei seggi alle 19:30 (1:30 in Svizzera).
22:44
22:44
La campagna di Trump nega l'accredito a diversi giornalisti
Ai giornalisti di numerose testate è stato negato l'accesso all'evento elettorale di Donald Trump a West Palm Beach, in Florida, come ritorsione per la loro copertura della campagna elettorale del tycoon. Lo riporta la CNN sottolineando che tra questi ci sono i cronisti di Politico, Axios, Puck, Voice of America e Mother Jones. Ad alcuni, come Politico, era stato inizialmente concesso l'accredito ma poi è stato revocato questa mattina.
22:43
22:43
Il co-fondatore degli «uncommitted»: «Voto per Kamala Harris»
Il co-fondatore del movimento degli uncommitted voterà per Kamala Harris. «In questo momento dobbiamo guardare chiaramente a cosa Donald Trump intende fare per le nostre comunità e per gli arabi e musulmani d'America in particolare», ha detto Abbas Alawieh.
L'Uncommitted National Movement, che si oppone all'amministrazione Biden per il suo sostegno a Israele, non ha appoggiato Harris limitandosi a invitare i suoi membri a votarla perché Donald Trump sarebbe peggio.
22:41
22:41
Un «cauto ottimismo» contraddistingue il team di Kamala Harris
Mentre Donald Trump «tormenta i suoi assistenti», il team di Kamala Harris sta passando una giornata elettorale più tranquilla, caratterizzata da «un cauto ottimismo».
Diversi consiglieri senior di Harris, che hanno recentemente trascorso del tempo negli Stati in cui si svolgono le elezioni, affermano infatti di «vedere segni di slancio sul campo in diversi Stati critici, tra cui Pennsylvania e Michigan», scrive la CNN. A loro dire, ci sarebbe stato un cambiamento nella corsa nell'ultima settimana della campagna.
Diversamente dal tycoon, alcune persone che hanno parlato con la candidata democratica riferiscono che Kamala Harris sta passando la giornata «a parlare con i consiglieri e a condurre interviste radiofoniche». Secondo i consiglieri, Harris è riluttante anche solo a discutere la possibilità di una vittoria stasera. «È fondamentalmente convinta di dover vedere ogni voto contato fino a quando non si potrà tirare un respiro di sollievo», ha dichiarato una persona informata.
22:36
22:36
A Mar-a-Lago con Donald Trump stasera ci sarà anche Elon Musk
Come sta trascorrendo Donald Trump la giornata delle elezioni? «Tormentando i suoi assistenti con continue domande», rivela la CNN. Il tycoon, per l'occasione, è tornato nella sua villa di Mar-a-Lago nelle prime ore del mattino, dopo aver concluso un comizio a Grand Rapids, nel Michigan. Qui, però, l'ex presidente avrebbe cominciato «ad assillare» i suoi collaboratori, chiedendo loro aggiornamenti sulle votazioni, come riferito da tre fonti alla CNN.
Trump, dunque, nelle ultime ore ha trascorso gran parte del suo tempo stando «regolarmente al telefono», chiamando i suoi alleati repubblicani e i funzionari eletti negli Stati chiave per fare il punto della situazione. Questa serà (ore locali) guarderà i primi risultati direttamente dalla sua villa di Mar-a-Lago, dove sono attese «diverse centinaia di ospiti». Secondo alcune indiscrezioni, Trump passerà però la serata in particolare «con una cerchia più ristretta di amici». Nella lista degli invitati sono presenti i suoi principali alleati, tra cui i donatori «più importanti» come Dana White, Elon Musk e Robert F. Kennedy Jr.
Nel frattempo, altre migliaia di persone saranno in attesa al vicino centro congressi, dove il tycoon dovrebbe parlare nel corso della serata. Lo stesso Trump ha riferito ai giornalisti che non ha ancora scritto un discorso e che sta ancora pensando «se presentarsi davvero» all'incontro.
22:23
22:23
«Quei voti vanno conteggiati»
Un giudice federale di Savannah ha respinto un tentativo del Partito Repubblicano della Georgia e del Comitato Nazionale Repubblicano di vietare a una manciata di contee dello Stato di accettare schede elettorali per corrispondenza consegnate agli uffici governativi durante il fine settimana. Il giudice, scrive il corrispondente del New York Times, «si è schierato con gli avvocati delle contee, i quali hanno sostenuto che ricevere le schede elettorali era legale secondo la legge della Georgia».
La Georgia, com’è noto, è uno dei 7 Stati in bilico, i cosiddetti «Swing States», quelli che i sondaggisti non hanno assegnato ad alcuno dei candidati.
Con oltre 1,1 milioni di persone attese a votare oggi, i funzionari dell’Ufficio elettorale della Georgia prevedono un livello di partecipazione potenzialmente superiore a quello delle elezioni presidenziali del 2020, quando nel martedì elettorale si recarono alle urne circa 975.000 persone.
La partecipazione complessiva del 2024 - stimata in 5,15 milioni - potrebbe anche eclissare il risultato del 2020, anno in cui in Georgia votarono 4,99 milioni di elettori.
L’aumento delle cifre di partecipazione in Georgia, scrive ancora il New York Times, riflette la sbalorditiva crescita della popolazione conosciuta negli ultimi anni. In queste elezioni, la Georgia ha 8,2 milioni di elettori registrati, rispetto ai 7,6 milioni del 2020.
22:02
22:02
Minacce bomba: «In Georgia potrebbe ritardare la chiusura dei seggi»
Caos ai seggi. La contea di Fulton, in Georgia, chiederà probabilmente a un tribunale di estendere fino alle 19:30 ET (Eastern Time Zone) l'orario delle votazioni in alcuni seggi colpiti dalle minacce bomba che stanno facendo capolino, soprattutto in alcuni Stati in bilico, lo scopo di scoraggiare l'affluenza alle urne. Lo rivela la CNN, citando un funzionario della Georgia a conoscenza della richiesta.
Lo stesso funzionario ha riferito che ci sono due seggi elettorali nella Contea di Cobb che hanno il permesso di rimanere aperti fino alle 19:20 (ET) e un seggio nella Contea di Gwinnett che chiederà un'estensione fino alle 20:00 (ET).
L'estensione dell'orario delle votazioni farebbe slittare di un'ora il termine entro il quale i distretti devono comunicare i risultati, anche se si prevede che la maggior parte dei distretti invierà i risultati entro l'orario originale delle 19:00 (ET).
21:43
21:43
Kamala Harris nella sede dei democratici a Washington
Kamala Harris è al quartier generale dei democratici a Washington, dove si intrattiene con i volontari e parla telefonicamente con alcuni elettori.
21:29
21:29
«Della politica economica di Kamala Harris si è parlato molto poco»
Quali sono le idee economiche di Kamala Harris e Donald Trump? L'intervista di Teleticino a Fabrizio Cieslakiewicz, direttore generale di BancaStato
20:32
20:32
Un uomo con una pistola lanciarazzi fermato a Capitol Hill
Un uomo che aveva con sé una pistola lanciarazzi e una torcia è stato fermato dalla polizia a Capitol Hill, a Washington, all'ingresso per i turisti. Lo riporta la CNN citando la polizia della capitale americana che aveva una torcia e una pistola lanciarazzi.
L'uomo stava effettuando i normali controlli di sicurezza e gli agenti hanno notato la pistola lanciarazzi e la torcia. La polizia ha trovato addosso all'uomo anche due contenitori che «puzzavano di benzina» e un taccuino che, ha detto, «voleva portare al Congresso».
19:59
19:59
«Ecco quali fattori avranno il maggior impatto sull'esito del voto»
Jean-Patrick Villeneuve, professore di management pubblico all'USI, intervistato da Teleticino: «Kamala Harris ha raccolto un miliardo di dollari, una somma folle. L'impatto dei soldi sarà importante».
19:53
19:53
Dalla Franklin University: «La Svizzera non è un'isola»
Alla Franklin University tre tavole rotonde per analizzare le conseguenze delle elezioni americani sul nostro Paese. I colleghi di Teleticino hanno intervistato Elisa Volpi, professoressa di scienze politiche.
18:35
18:35
Alla Russia «non interessa» chi vincerà la corsa alla Casa Bianca
Alla Russia «non interessa» chi vincerà la corsa alla Casa Bianca. Attraverso la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, Mosca ha ribadito ancora una volta la linea ufficiale, aggiungendo anche un tocco di sarcasmo.
«Auguriamo al popolo americano di superare la crisi della democrazia e la divisione della società», ha affermato la portavoce.
Ma dietro questa ostentata indifferenza è lecito pensare che anche al Cremlino si respiri un clima di attesa per le sorti di una competizione che potrebbe influire in modo significativo su rapporti bilaterali. A partire dal conflitto in Ucraina, che Mosca vede come una «guerra ibrida» contro la Russia condotta da Washington.
Quando in corsa per i democratici era ancora il presidente uscente Joe Biden, Vladimir Putin aveva detto che era lui il suo preferito, in quanto «più esperto e più prevedibile» rispetto a Donald Trump. «Un politico della vecchia scuola», lo aveva definito. Qualità effettivamente più in linea con la tradizione politica russa, che potrebbe trovare difficoltà nell'adeguarsi agli scarti improvvisi del tycoon, specie quando sono in gioco i rapporti tra le due maggiori potenze nucleari del Pianeta. Il Cremlino fa inoltre notare che negli anni della sua presidenza Trump non ha dato prova di particolari simpatie per Mosca, adottando il maggior numero di sanzioni contro la Russia rispetto a tutti i suoi predecessori.
Putin, tuttavia, ha mostrato un'apertura di credito improvvisa per Trump quando, parlando il 22 ottobre in chiusura del vertice dei Brics a Kazan, ha definito «sincere» le sue promesse di mettere fine in breve tempo al conflitto in Ucraina. Se ciò potrebbe avvenire alle condizioni auspicate dalla Russia è tutto da vedere. Mosca ha detto più volte che una pace negoziata deve rientrare in accordi complessivi riguardanti l'architettura della sicurezza in Europa.
E a questo tavolo - che alla Casa Bianca sieda Trump o Kamala Harris - vuole trattare con Washington con pari dignità. «La nostra posizione - ha ribadito oggi il ministro degli Esteri Serghei Lavrov - è ben nota: siamo pronti a un dialogo su un piano di eguaglianza se e quando la parte americana dimostrerà l'intenzione di negoziare correttamente, basandosi sul riconoscimento degli interessi russi e sul principio di reciprocità».
18:21
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Come funziona il processo di elezione?
I colleghi di Teleticino fanno chiarezza sull'elezione del presidente degli Stati Uniti.
18:16
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Per i sondaggisti più noti è più probabile che vinca Harris
L'esperto di sondaggi Nate Silver ha pubblicato la sua ultima previsione elettorale con un nuovo favorito per la vittoria: Kamala Harris, in base a 80 mila simulazioni, ha ora il 50% di possibilità di vincere il collegio elettorale contro il 49,6% di Donald Trump.
La vicepresidente dovrebbe ottenere 271 grandi elettori, il tycoon 267. Pure FiveThirtyEight ha reso noto la sua previsione finale, dando a Harris il vantaggio più esiguo col 50% di possibilità di vittoria contro il 49% di Trump. E Allan Lichtman, che ha previsto 9 delle ultime 10 elezioni, ha confermato la sua previsione: vince Karris.
16:35
16:35
Quattro addetti Gop «bloccati e cacciati illegalmente» da un seggio a Filadelfia
La campagna di Donald Trump ha affermato che quattro osservatori repubblicani alle elezioni sono stati «bloccati e cacciati illegalmente» da un seggio elettorale a Filadelfia questa mattina.
«Questo è un crimine e non dovrebbe accadere in un'elezione giusta e sicura come promesso», si legge in una dichiarazione della campagna, ripresa dalla BBC. «Questa è una violazione inaccettabile della fiducia pubblica, che mina la trasparenza e le elezioni di Filadelfia».
La campagna del tycoon chiede «al Procuratore distrettuale Larry Krasner e ai funzionari elettorali di agire immediatamente e di consentire ai nostri osservatori elettorali di entrare nei seggi», aggiunge la dichiarazione.
«Rifiutare di consentire ai repubblicani di entrare nella sala minaccia l'integrità e la sicurezza delle elezioni in Pennsylvania».
16:20
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Elezioni blindate: cecchini, droni e barriere
Cecchini, droni, barriere, metal detector, giubbotti e vetri anti proiettili, esercitazioni anti assalto: è così che l'America, la più potente democrazia del mondo, va al voto del 5 novembre.
Elezioni blindate, con la Casa Bianca e il Capitol barricati e misure di sicurezza senza precedenti in un clima di crescenti minacce, intimidazioni, tensioni alimentate da una campagna avvelenata. Una miscela esplosiva che potrebbero infiammare l'election day o i giorni successivi, quando si conoscerà l'esito delle urne e potrebbe non esserci una pacifica transizione di potere, come teme Joe Biden.
L'allerta per il giorno del voto è generalizzata, con operatori elettorali che hanno partecipato ad esercitazioni anti sparatorie e imparato a barricarsi o ad usare le manichette antincendio per respingere folle armate. Tra le nuove misure anche pulsanti di emergenza collegati alle forze dell'ordine, telecamere di sicurezza e il tracciamento Gps a tutela delle schede elettorali e del personale.
Molti uffici elettorali in tutto il Paese stanno inoltre accumulando scorte di Narcan, un farmaco utilizzato contro l'overdose da oppioidi, dopo che alcuni hanno ricevuto buste elettorali contenenti polvere bianca con tracce di fentanyl.
14:39
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Il podcaster Joe Rogan dà il suo endorsement a Donald Trump
Il podcaster (cospirazionista) Joe Rogan ha dato il suo endorsement a Donald Trump, pochi giorni dopo che l'ex presidente è apparso nel suo show. Rogan è stato a lungo considerato vicino a Trump politicamente, ma questo sostegno formale è una novità.
Egli ha pubblicato un messaggio di supporto sulle reti sociali poco dopo aver diffuso un colloquio con un altro sostenitore del tycoon di alto profilo, Elon Musk.
Il podcast di Rogan è uno dei più popolari al mondo, soprattutto tra i giovani uomini, un target demografico che Trump ha preso di mira durante questa campagna.
Entrambe le campagne hanno utilizzato i podcast per cercare di raggiungere gli elettori nelle ultime settimane. Pare che anche Harris fosse in trattative per apparire nello show di Rogan, ma non l'ha fatto.
14:27
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La simulazione premia Kamala Harris di pochissimo
Secondo il guru delle previsioni elettorali Nate Silver, nella sua ultima simulazione durante la notte, Harris vince 40'012 volte su 80'000, ovvero il 50,015% delle simulazioni eseguite utilizzando il suo modello.
Silver si è guadagnato la reputazione di guru indovinando correttamente 49 Stati su 50 alle elezioni presidenziali del 2008. Ha anche previsto l'esito delle elezioni del 2012 e del 2020. Nel 2016, tuttavia, ha dato al vincitore finale Trump solo il 28,6% di possibilità di diventare presidente.
14:23
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Si è votato anche dalla Stazione Spaziale Internazionale
I voti per le elezioni presidenziali statunitensi sono arrivati anche dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS): a bordo, infatti, ci sono attualmente quattro astronauti americani, che possono votare a distanza grazie alla stessa procedura seguita dai soldati inviati nelle missioni all'estero.
Don Pettit e Nick Hague della NASA, arrivati entrambi a settembre sulla ISS il primo con la navetta Soyuz e l'altro a bordo della Crew Dragon di SpaceX, sapevano che sarebbero stati nello Spazio durante il periodo delle elezioni.
Mentre sicuramente non se lo aspettavano Butch Wilmore e Sunita Williams, giunti a bordo della navetta Starliner della Boeing nel giugno scorso per una missione che sarebbe dovuta durare solo una settimana, e che è invece tuttora in corso a causa dei problemi riscontrati sulla Starliner: i due potranno tornare sulla Terra solo a febbraio 2025, a bordo di una Crew Dragon.
In ogni caso, la procedura di voto è stata la stessa per tutti e quattro. Gli astronauti ricevono inizialmente una scheda elettorale finta, che reinviano a Terra per controllare che il processo funzioni e che mantenga effettivamente la segretezza del voto.
La scheda vera e propria, in formato elettronico, viene inviata attraverso il sistema satellitare della NASA fino a un'antenna di terra presso il centro dell'Agenzia di White Sands, nel New Mexico. Da qui, i dati sono trasferiti al Johnson Space Center della NASA in Texas, che a sua volta li invia agli uffici elettorali di competenza.
Per preservare l'integrità del voto, la scheda elettorale è crittografata, accessibile tramite una password che è in possesso solo dell'astronauta e dell'impiegato che dovrà conteggiare il voto.
14:07
14:07
Alcuni Stati in bilico saranno colpiti dal maltempo
Alcuni Stati americani in bilico saranno colpiti da un fronte freddo oggi che porterà forti piogge e violente tempeste. Lo riporta la CNN. La pioggia più intensa sta cadendo dal Texas orientale al confine tra Missouri e Illinois, compresa St. Louis.
Il fronte continuerà a dirigersi verso est, portando acquazzoni in Minnesota e negli Stati chiave del Wisconsin e del Michigan a sud fino alla Louisiana. Nelle precedenti elezioni le piogge hanno ridotto leggermente l'affluenza alle urne.
Il Wisconsin sembra avere la meteo peggiore dei sette Stati chiave con lo Storm Prediction Center che ha emesso una minaccia di tempesta severa di livello 1 su 5 per gran parte dello Stato.
14:06
14:06
I primi risultati nella notte
Dopo gli ultimi colpi senza fair play dei comizi finali, si sono aperte alle 05.00 ora locale (le 11.00 in Svizzera) in alcuni seggi della costa est i primi seggi elettorali che danno il via alla lunga giornata di voto negli Stati Uniti attraverso sei fusi orari.
Dall'Atlantico al Pacifico, i cittadini americani sceglieranno chi tra Kamala Harris e Donald Trump andrà alla Casa Bianca con i sondaggi che li danno testa a testa in 7 Stati chiave (Pennsylvania, Nevada, Wisconsin, Georgia, North Carolina, Michigan, Arizona).
Oltre 80 milioni di americani hanno già votato in anticipo o per posta o in presenza mentre circa l'altra metà avrà tempo fino alle 20.00 ora locale (la notte in Svizzera).
14:05
14:05
Aperti i seggi elettorali di otto Stati americani
I seggi elettorali di otto Stati americani hanno aperto alle 06.00 ora locale (mezzogiorno in Svizzera), tra cui quelli di Connecticut, New Jersey, New York, New Hampshire e Virginia.
In Indiana e Kentucky i seggi hanno aperto alle 06:00, ma in alcuni casi apriranno alle 07:00. Nel Maine quasi tutti i seggi sono aperti alle 06.00, ma i comuni con meno di 500 abitanti possono aprire anche alle 10.00.
La piccola cittadina di Dixville Notch nel New Hampshire ha votato a mezzanotte, in linea con una tradizione decennale: la vicepresidente Kamala Harris e l'ex presidente Donald Trump hanno pareggiato con tre voti ciascuno.
14:04
14:04
Si vota negli Stati in bilico
La BBC parla di persone in fila davanti ai seggi a Filadelfia, in Pennsylvania, all'apertura dei seggi alle 07.00 ora locale (le 13.00 in Svizzera). Lo Stato con i suoi 19 grandi elettori è uno dei sette in bilico ed è considerato chiave per l'esito elettorale.
Si è cominciato a votare anche in altri Stati in bilico come la Georgia e il Michigan.
Le votazioni sono aperte anche in: Alabama, Delaware, Distretto di Columbia, Florida, New Hampshire, Illinois, Indiana, Kansas, Louisiana, Maryland, Massachusetts, Missouri, Rhode Island, Carolina del Sud e Wyoming.
14:00
14:00
Aperte le urne negli USA, Kamala Harris: «Facciamo sentire la nostra voce»
Kamala Harris ha condiviso il suo primo post su X da quando sono state aperte le prime urne negli Stati Uniti. «America, questo è il momento di far sentire la nostra voce», afferma la vicepresidente e candidata democratica.
Il suo avversario repubblicano Donald Trump non ha invece ancora postato nulla da quando si sono aperti i seggi ma un'ora dopo la conclusione del suo ultimo comizio elettorale nel Michigan ha dichiarato sulla sua piattaforma Truth Social: «è ora di uscire e votare, così insieme possiamo rendere l'America di nuovo grande!!!».