L'appello di Lyudmila Navalnaya: «Putin, permettimi di seppellire mio figlio Alexei»

«Putin, ridammi mio figlio». Questo, in sostanza, l'appello di Lyudmila Ivanovna Navalnaya, la madre di Alexei Navalny, al presidente russo Vladimir Putin. La didascalia del video, pubblicato sul canale @NavalnyLiveChannel di YouTube, è chiara: «Cinque giorni fa Alexei Navalny è stato assassinato. La sua famiglia e i suoi amici non hanno ancora ricevuto il suo corpo. Chiediamo il rilascio del corpo di Navalny. Sostenete questa richiesta».
Sottotitolato in russo e in inglese, il filmato mostra la donna parlare direttamente dalla Siberia, di fronte al carcere dove si trovava il figlio e dove ora, si presume, sia conservato il suo corpo. In mezzo alla neve russa, la donna spiega: «Alle mie spalle c'è la colonia penale IK-3 "Lupo Polare", dove mio figlio è morto il 16 febbraio. Per cinque giorni non sono stata in grado di vedere il suo corpo, non me lo hanno consegnato e non mi dicono nemmeno dove sia».
Quindi l'appello: «Mi rivolgo a lei, Vladimir Putin, perché la soluzione a questo problema dipende solo da lei. Mi faccia finalmente vedere mio figlio. Chiedo che il corpo di Alexei venga immediatamente consegnato in modo che io possa seppellirlo umanamente». Il video dura venti secondi in più, durante i quali è inquadrata la cupola dorata di una chiesa che si trova dietro il filo spinato della struttura IK-3.
Altri 14 giorni?
Secondo quanto comunicato ieri dall'ex portavoce dell'oppositore, Kira Yarmysh, su X, le autorità russe avrebbero comunicato ai famigliari che il corpo di Navalny non sarà restituito per altri 14 giorni. Ciò sarebbe dovuto, secondo gli investigatori, a «esami chimici». «Lo ripeto: il corpo di Navalny è nascosto per nascondere le tracce dell'omicidio. Il "test chimico" di 14 giorni è una palese menzogna e una presa in giro», ha commentato Yarmysh.
Intanto, l'alto rappresentante UE Josep Borrell, a nome dei 27, ha lanciato un appello: «La Russia deve consentire un'indagine internazionale indipendente e trasparente sulle circostanze della morte improvvisa di Alexei Navalny: l'UE non risparmierà gli sforzi per chiederne conto alla leadership politica e alle autorità russe, in stretto coordinamento con i nostri partner, e imporre ulteriori costi per le loro azioni, anche attraverso sanzioni». Una domanda non accolta dal Cremlino, che oggi ha fatto sapere: «La Russia non accetta le richieste per una indagine internazionale sulla morte di Alexei Navalny, specie se arrivano da Josep Borrell», ha comunicato il portavoce Dmitry Peskov, citato dalla Tass.
Quest'oggi, inoltre, la Russia ha inserito nella sua lista dei ricercati Oleg Navalny, il fratello dell'oppositore russo. Lo ha reso noto la Tass citando il database del ministero dell'Interno russo.