L'Armenia sfida la Russia e aderisce alla CPI
Sfida aperta del Parlamento armeno alla Russia: i rappresentanti eletti hanno ratificato l'adesione alla Corte penale internazionale (Cpi), che nella scorsa primavera ha emesso un mandato di arresto contro Vladimir Putin per la «deportazione» di bambini ucraini.
Da oggi quindi, nel caso in cui il leader russo mettesse piede sul suolo dell'ex repubblica sovietica, le autorità dovrebbero procedere al suo arresto. Uno schiaffo a Mosca, evidentemente bruciante, vista la reazione furibonda: una scelta «sbagliata», l'ha definita il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un briefing con i giornalisti.
«Dubitiamo che l'adesione dell'Armenia allo Statuto di Roma sia corretta dal punto di vista delle relazioni bilaterali. E ha annunciato: »Ci aspettano conversazioni serie su questo argomento. Dovremo valutare se alcuni atti possono avere la precedenza sul diritto internazionale in Armenia, dato che ora questa è di fatto la situazione giuridica internazionale del Paese», ha detto.
Facendo lievitare ulteriormente la tensione diplomatica tra i due Paesi ex amici, già salita alle stelle una decina di giorni fa quando Mosca ha chiarito che non sarebbe intervenuta per bloccare l'offensiva militare lampo dell'Azerbaigian nell'enclave armena del Nagorno Karabakh, che ha provocato centinaia di morti e feriti oltre alla fuga praticamente totale della popolazione armena.
La rabbia del premier armeno Nikol Pashinian per il blitz militare era tutta contenuta nella dichiarazione alla nazione dei giorni scorsi sui «fallimenti» da parte dei peacekeeper russi in Nagorno-Karabakh: «Se le 2'000 truppe russe dispiegate dal 2020 per mantenere la pace nella regione hanno potuto raggiungere un accordo per il cessate il fuoco, perché non sono intervenute prima che gli azeri attaccassero il Nagorno-Karabakh?», ha chiesto pubblicamente.
Tralasciando però di ricordare la sua decisione chiaramente all'origine dell'indifferenza russa: proprio a settembre l'Armenia ha ospitato le truppe statunitensi per un'esercitazione militare congiunta senza precedenti. Per non parlare degli aiuti umanitari all'Ucraina, consegnati personalmente dalla moglie di Pashinyan, Anna Hakobyan.
Oggi la ratifica di Erevan appare come una vendetta contro Mosca che non ha mosso un dito contro la potente Baku. Ma è soprattutto una speranza che l'adesione alla Cpi sia una forma di protezione dal ricco e molto armato vicino azero.
L'adesione alla Cpi »creerebbe ulteriori garanzie per Erevan« nei confronti dell'Azerbaigian, ha sostenuto Eghiche Kirakosian, responsabile della giustizia internazionale all'apertura del dibattito in Parlamento. La ratifica dello Statuto garantisce che una potenziale invasione dell'Armenia »sarà sotto la giurisdizione della Corte», il che avrà un «effetto dissuasivo», ha spiegato ai rappresentanti eletti armeni. Che l'hanno prontamente promossa.