L'aviazione d'affari si decarbonizzerà prima di quella commerciale
Criticato, attaccato (anche politicamente) e ritenuto eccessivo di questi tempi, il jet privato potrebbe prendersi un’incredibile rivincita. Certo, la dichiarazione – forte, anzi fortissima – arriva da una persona quantomeno coinvolta nel settore e, quindi, di parte, ma è destinata a far discutere, soprattutto dopo le polemiche legate all’uso smodato dei jet da parte di superstar come Kylie Jenner o Drake. Una dichiarazione che farà discutere anche in Svizzera, considerando che la Confederazione appare ai primi posti delle classifiche dedicate all’inquinamento causato dai miliardari che scelgono di spostarsi su aerei tutti per loro.
La dichiarazione, dicevamo, è firmata da Eric Trappier, amministratore delegato di Dassault Aviation, azienda aeronautica francese di progettazione e produzione velivoli volendo citare pari pari Wikipedia, famosa per i mitici Falcon. A suo dire, non c’è dubbio che «l’aviazione d’affari si decarbonizzerà prima dell’aviazione commerciale per la semplice e buona ragione che chi usa un business jet è disposto a pagare un po’ più caro il suo carburante». Carburante che, sempre di più, «sarà un biocarburante o un combustibile sintetico alternativo». Trappier si è espresso in occasione della presentazione dei risultati di Dassault.
Le percentuali
Non solo, a organizzazioni non governative, ambientalisti e politici desiderosi di abbattere (in tutti i sensi) i jet privati, Trappier ha riservato un discorso carico di narrazione: «Possiamo ricordare che l’aviazione in generale rappresenta il 2% delle emissioni di CO2 nel mondo, mentre tutta l’aviazione d’affari rappresenta il 2% di quel 2%, quindi parliamo dello 0,04% delle emissioni globali». Della serie: negare, negare sempre. O se preferite minimizzare. Non solo, «la flotta Falcon, composta da 2.100 Falcon in tutto il mondo, corrisponde a poco meno del 10% dell’aviazione d’affari, quindi secondo logica produciamo poco meno dello 0,004% di emissioni».
«Non sono sorpreso che le persone siano arrabbiate» aveva affermato a suo tempo Jack Sweeney, il creatore di Celebrity Jets, account dedicato proprio al monitoraggio dei voli dei ricchi. «Hanno ragione». I jet privati, avevamo scritto, rappresentano il 4% delle emissioni dell’aviazione secondo un vecchio studio del 2016. Di per sé, ancora, nulla di trascendentale. Gli aerei privati, però, emettono più di un singolo Paese come la Danimarca. E siccome trasportano, nella maggior parte dei casi, poche persone, sono da 5 a 14 volte più inquinanti rispetto agli aerei commerciali e 50 volte più inquinanti dei treni.
La situazione globale
Detto della difesa, incendiaria, di Trappier, Dassault si sta comunque impegnando a ridurre la propria impronta carbonica. Addirittura, a eliminare completamente le emissioni entro il 2050 come richiesto dall’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile (ICAO). Non pago, l’amministratore delegato di Dassault ha ricordato che «un anno di volo di un Falcon equivale a 24 ore di streaming video in tutto il mondo». O, di nuovo, è paragonabile «a 5 ore di traffico globale di camion o 2,5 giorni di funzionamento delle centrali termiche tedesche». Per farla breve, «se vogliamo davvero lottare contro le emissioni di CO2 e lavorare per il clima, è la situazione globale che va considerata».
Trappier si è spinto oltre, ribadendo che lo sforzo non può essere legato alla sola aviazione (d’affari) né a singoli Paesi come la Francia.
Rimanendo, in ogni caso, alla sola aviazione Trappier ha spiegato che il cosiddetto SAF o Sustainable Aviation Fuel, traducibile con combustibile sostenibile per l’aviazione, è una realtà per Dassault. Il Falcon 10X, in fase di sviluppo, sarà ad esempio in grado di volare con carburante pulito al 100%. Ma è necessario, ha ribadito il dirigente, «sviluppare sempre più questi combustibili come è necessario sviluppare la loro distribuzione». Un problema, in effetti, dato che in Francia al momento si trovano solo miscele: cherosene tradizionale e biocarburante. Tradotto: si può fare di più, molto di più. E meglio.
L'uso del jet
Il ricorso ai jet privati ha subito un’impennata nel 2020, quando la pandemia e le relative restrizioni hanno bloccato (o quasi) l’aviazione commerciale. La crescita è continuata anche perché la ripresa dei voli commerciali è stata accompagnata da non pochi problemi fra scioperi, mancanza di personale e tagli.
Negli Stati Uniti, in particolare, le prenotazioni lo scorso anno sono andate benissimo, come avevamo scritto. Flexjet, una compagnia che offre voli privati, ha affermato che dicembre è stato il mese più trafficato e intenso della sua storia. EvoJets, dal canto suo, ha specificato che le prenotazioni per le vacanze natalizie sono arrivate in anticipo di due mesi rispetto al solito. Segno che i clienti volevano accaparrarsi a ogni costo un aeroplano.