Le acque della Florida calde come quelle di una vasca idromassaggio

Le barriere coralline dell'Oceano Atlantico sono minacciate dall'ondata di calore estremo che ha colpito gran parte degli Stati Uniti. Le acque della Florida, negli ultimi giorni, hanno raggiunto temperature tra le più alte mai viste: il picco, rilevato l'altro ieri da una boa al largo di Manatee Bay, a sud-ovest di Miami, ha superato i 38 gradi. Per intenderci, le temperature consigliate per la vasca idromassaggio si situano tra i 37 e i 40 gradi. Ma non è solo l'Atlantico ad esser colpito da un caldo record: recentemente si è parlato della più alta temperatura giornaliera mai registrata nel Mar Mediterraneo. «È stato battuto un nuovo record per il periodo 1982-2023 per la temperatura mediana giornaliera della superficie del mare nel Mediterraneo, con 28,71 gradi», hanno dichiarato i ricercatori dell'Istituto di Scienze Marine (Icm) di Barcellona, analizzando i dati satellitari dell'osservatorio europeo Copernicus.
Tornando agli USA, il riscaldamento delle acque intorno alla punta della Florida sta minacciando la vita marina e gli ecosistemi oceanici, come le barriere coralline. Gli scienziati hanno lanciato l’allarme dopo aver osservato lo sbiancamento e persino la morte di alcune delle barriere coralline più resistenti delle Florida Keys (la striscia di isole tropicali a sud dello Stato americano), che ospitano milioni di alghe e altri microrganismi.
Lo sbiancamento avviene quando, a causa delle temperature sopra i 35 gradi, non vengono più prodotti nutrimenti e i polipi del corallo espellono le alghe simbiotiche (le zooxanthellae, responsabili della fotosintesi), portando l’intera struttura a diventare più pallida, se non completamente bianca. Quando ciò avviene il corallo può arrivare a morire. «I coralli sono pallidi, sembra che il colore si stia esaurendo», ha confermato alla CNN Katey Lesneski, coordinatrice del monitoraggio nella missione «Iconic Reefs» della National Oceanic and Atmospheric Administration (la NOAA, un'agenzia scientifica governativa). La biologa marina ha spiegato che «alcuni individui sono già completamente bianchi. E altri lo diventeranno a breve». Il picco di sbiancamento si verifica in genere alla fine di agosto o a inizio settembre, ma gli esperti sono concordi sul fatto che quest'anno il fenomeno stia avvenendo molto prima del previsto, a causa dell'aumento della temperatura, unito alla carenza di precipitazioni e all'assenza di vento.
Con il deterioramento dei coralli, spariscono anche le specie che li popolano, ha fatto notare Keri O'Neil, direttore del Florida Aquarium: «La morte dei coralli ha lo stesso effetto di quella degli agli alberi nella foresta pluviale. Dove vanno a vivere poi gli animali che abitano la foresta pluviale? Questa è la versione sottomarina degli alberi che scompaiono nelle foreste. I coralli svolgono lo stesso ruolo fondamentale». La minaccia in atto non riguarda solo le specie oceaniche, ma anche le attività umane legate al mare, come quella dei pescatori, con possibili gravi effetti sulla catena dell'approvvigionamento alimentare.
Al momento, l'unica arma a disposizione degli scienziati per salvare i coralli è quella di raccogliere le «specie geneticamente importanti» dagli oceani, per allevarle e coltivarle in acquari climatizzati in attesa che passi l'ondata di caldo. «È piuttosto folle che la soluzione migliore che abbiamo sia quella di estrarre quanto più corallo possibile dall'oceano», ha riferito Keri O'Neil alla CNN, parlando di una soluzione «scioccante». D'altronde, le temperature della superficie oceanica tra aprile e giugno hanno fatto segnare record in tutto il mondo. E luglio non sembra essere da meno.