Il conflitto

Le fabbriche dei miliardari russi che alimentano la guerra, tra fertilizzanti e ingredienti per esplosivi

Le aziende chimiche in questione incassano valuta forte esportando prodotti civili per l'agricoltura, eppure starebbero fornendo agli impianti di Putin i composti per munizioni ed esplosivi
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Red. Online
04.01.2025 09:04

Alcune aziende chimiche possedute o fondate dagli uomini più ricchi della Russia stanno fornendo agli impianti di produzione gli ingredienti per realizzare munizioni ed esplosivi utilizzati dall'esercito di Putin per la guerra in Ucraina.

Stando alla Reuters, che ha analizzato i dati ferroviari, cinque aziende chimiche hanno fornito oltre il 75% dei principali prodotti chimici spediti via rotaie ad alcune delle più grandi fabbriche di esplosivi della Russia dall'inizio della guerra fino a settembre del 2024. Nelle aziende in questione, che fanno parte a tutti gli effetti della macchina da guerra russa, hanno quote cinque miliardari sanzionati dall'Occidente. Tra le aziende chimiche vengono citate pure la Eurochem, fondata dal magnate Andrey Melnichenkouno, tra i maggiori produttori di fertilizzanti minerali al mondo, e la Uralchem, il gigante dei fertilizzanti fondato dal miliardario Dmitry Mazepin.

Tra i super-ricchi che hanno quote nelle fabbriche figurano anche Roman Abramovich, ex proprietario del Chelsea Football Club, e Vagit Alekperov, classificato ad aprile da Forbes come l'uomo più ricco della Russia, con una fortuna stimata in 28,6 miliardi di dollari.

«Queste aziende chimiche possono anche operare con attività civili, ma in realtà sostengono lo sforzo bellico», ha affermato Anna Nagurney, docente presso l'Università del Massachusetts che studia attentamente le reti della filiera di fornitura legate alla guerra tra Ucraina e Russia. Secondo Nagurney, le cinque aziende stanno aiutando Putin non solo con gli ingredienti chimici essenziali per gli esplosivi, ma anche guadagnando valuta forte grazie alle esportazioni di prodotti civili come i fertilizzanti. Tra le sostanze chimiche fornite agli impianti di produzione si citano, tra le altre, l'acido acetico che l'acido nitrico, indispensabili per l'HMX e l'RDX, esplosivi utilizzati nei colpi d'artiglieria e nei missili.

I dati ferroviari analizzati, nonché le fatture fiscali del 2023, dimostrano che le aziende dei miliardari hanno fornito ingredienti vitali a cinque impianti di esplosivi e polvere da sparo in Russia, tutti soggetti a sanzioni e sussidiari della holding statale russa Rostec.

L'esperto di esplosivi Thomas Klapötke, professore all'Università di Monaco di Baviera, ha spiegato che, sebbene tutte le materie prime abbiano molteplici potenziali utilizzi, la combinazione di vagoni carichi di sostanze chimiche specifiche, necessarie per la produzione di esplosivi, che arrivavano a determinati impianti costituisce un «segnale allarmante».

Secondo diversi esperti intervistati dalla Reuters, l'analisi fornisce nuove prove del fatto che la strategia dell'Occidente di imporre sanzioni alla Russia per l'invasione dell'Ucraina non è riuscita a frenare la sua produzione militare.

Mentre i miliardari stessi sono tutti sottoposti a sanzioni occidentali, le aziende chimiche coinvolte sono in gran parte sfuggite alle pesanti misure finanziarie o ai divieti sulle importazioni di beni essenziali dagli Stati Uniti o dall'Unione Europea.

La maggior parte della produzione di questi impianti chimici è costituita da prodotti civili come i fertilizzanti, essenziali per l'agricoltura. Le politiche occidentali hanno finora esentato gli alimenti dalle sanzioni, per prevenire carestie e incidenti diplomatici con i Paesi in via di sviluppo.

Peter Harrell, ex alto funzionario della Casa Bianca che ha lavorato sulle sanzioni alla Russia durante il primo anno di guerra e attuale studioso presso il Carnegie Endowment for International Peace, ha suggerito che forse è giunto il momento di rivedere le decisioni del 2022 sugli alimenti, visto che le nazioni che un tempo facevano affidamento su Ucraina e Russia per il grano e i fertilizzanti hanno avuto il tempo di trovare fonti alternative. Secondo Harrell, anche le 5 aziende chimiche che forniscono ingredienti per esplosivi, nonostante i loro prosotti di uso civili, dovrebbero essere sanzionate.

Tuttavia, Manish N. Raizada, professore di agraria presso l'Università di Guelph, in Canada, ha avvertito che imporre restrizioni alle aziende chimiche russe potrebbe mettere a rischio centinaia di milioni di piccoli agricoltori, in cambio di un impatto economico minimo sulla Russia.

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