Olimpiadi

Le polemiche su Imane Khelif a Parigi 2024? «Una campagna di fake news della Russia»

A dirlo è il presidente del Comitato internazionale olimpico, Thomas Bach, secondo cui il caso non aveva ragione di esistere: «Khelif e Lin Yu-ting sono nate donne e hanno vinto come donne»
©Laurent Gillieron
Red. Online
15.03.2025 16:30

Sì, dietro alle polemiche che hanno coinvolto le pugili Imane Khelif e Lin Yu-ting, alle Olimpiadi estive di Parigi 2024, c’era una campagna di fake news e disinformazione russa. A dirlo, oggi, è il presidente del CIO, il Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach.

Bach, che lascerà l’incarico a giugno dopo dodici anni, ha aggiunto che il CIO ha dovuto fronteggiare questa e tante, tantissime altre campagne simili prima e dopo i Giochi francesi. Il torneo di boxe, a Parigi, è stato gestito e organizzato direttamente dal CIO dopo che lo stesso Comitato olimpico internazionale ha privato l’International Boxing Association (IBA) del necessario riconoscimento per la sua incapacità di attuare riforme in settori come la governance e la finanza. La IBA, gestita da Umar Kremlev, imprenditore russo che vanta forti legami con il Cremlino, durante le Olimpiadi ha accusato il CIO di aver ammesso due atlete precedentemente escluse dalla IBA per aver «fallito» un test cromosomico di genere. Ne è nata una vera e propria polemica gender che, a distanza di mesi, Bach ha liquidato così: «Non parlerei di una crisi poiché l’intero caso si basava su una campagna di fake news condotta dalla Russia».

La questione delle due pugili, ha aggiunto Bach, non sarebbe mai stata un tema centrale delle Olimpiadi se non fosse stato per la IBA. Le due atlete, infatti, erano sulla scena da anni e avevano pure già partecipato a un’edizione dei Giochi, nel 2021 a Tokyo. Non solo, «questa polemica non aveva e non ha nulla a che vedere con la realtà» ha precisato Bach. «Entrambe sono nate donne, sono cresciute come donne e hanno gareggiato come donne, vincendo e perdendo come ogni altro atleta». Sia Khelif sia Lin sono tornate a casa con una medaglia d’oro al collo.

Il CIO, giova ricordarlo, non ha una regola universale sulla partecipazione di atleti transgender o atleti con differenze di sviluppo sessuale (DSD), lasciando a ogni Federazione che redige i propri regolamenti. Parallelamente, la polemica è sorta sullo sfondo delle tensioni fra lo stesso CIO e la Russia, con gli atleti della Federazione Russa che – sulla scia della guerra di aggressione di Vladimir Putin – hanno gareggiato sotto bandiera neutra complice la sospensione del Comitato olimpico russo.

Quanto alle prossime Olimpiadi estive, quelle di Los Angeles 2028, Bach ha detto di non avere timori particolari. Donald Trump, a suo dire, è un grande sostenitore del progetto. «Il CIO deve avere fiducia nei partner e negli amici americani, sapendo appunto che il presidente Trump sin dal principio ha promosso i Giochi losangelini».

A proposito della boxe, inizialmente esclusa dal programma di Los Angeles 2028 proprio per i problemi con la IBA, Bach ha spiegato che potrebbero esserci svolte positive: a febbraio, infatti, il CIO ha promosso World Boxing (in via provvisoria) a nuovo organo mondiale della disciplina.