Guerra

Le prime bare dei soldati russi appena mobilitati

C'è chi è morto in Ucraina dieci giorni dopo aver ricevuto la convocazione: e dire che Vladimir Putin aveva promesso un addestramento extra per ogni coscritto
© EPA/ARKADY BUDNITSKY
Marcello Pelizzari
15.10.2022 09:32

Eccole. Le prime bare contenenti i corpi degli uomini arruolati da poco, pochissimo. Uomini che il Cremlino ha chiamato e, senza troppi complimenti, spedito al fronte, in Ucraina, con pochissima preparazione e un equipaggiamento insufficiente. Le prime bare, dicevamo, secondo diverse fonti sono state trasportate in Russia dall’Ucraina. Scatenando, va da sé, polemiche e lotte intestine. Non tanto, o non solo, a livello di opinione pubblica. Quanto fra i più accesi propagandisti.

Diversi blogger russi pro-guerra, infatti, hanno affermato che la morte dei primi coscritti tre settimane dopo l’annuncio della mobilitazione parziale da parte di Vladimir Putin, beh, mette a nudo i limiti organizzativi dell’apparato bellico della Federazione Russa.

Le rivelazioni

«Alcuni comandanti dovrebbero essere fucilati» ha detto ad esempio Anastasia Kashevarova sul proprio canale Telegram, seguito da 180 mila abbonati. «Il risultato della mobilitazione è che ragazzi non addestrati vengono gettati in prima linea». E ancora: «Le bare di zinco vengono già rispedite a Chelyabinsk, Ekaterinburg e Mosca».

War Kitten Z, altro blogger militare russo che vanta addirittura 470 mila abbonati, si è spinto oltre. Spiegando che alcuni uomini mobilitati da Mosca, la capitale, sono stati inviati a combattere con appena un giorno di addestramento. Di più, metà reggimento era stato ferito o ucciso dopo essere finito sotto i colpi dell’artiglieria. «Questi uomini mobilitati sono rimasti senza comando e senza controllo. Hanno subito gravi perdite senza nemmeno entrare in uno scontro diretto».

Come noto, la mobilitazione è stata accompagnata da video e testimonianze agghiaccianti. C’è chi, mentre veniva spedito chissà dove, ha parlato di «condizioni disumane» e chi, ancora, si è visto suggerire dai responsabili di acquistare, con soldi propri, il necessario per cavarsela (o, meglio, sperare di cavarsela) in Ucraina: dal sacco a pelo ai kit di primo soccorso, passando per i giubbotti antiproiettile. Perfino le munizioni, in alcuni casi, sono clamorosamente venute a mancare.

I lealisti contro il ministero della Difesa

Nel tentativo, goffo, di proteggere Vladimir Putin i propagandisti del Cremlino hanno gettato fango sul ministero della Difesa, accusandolo di aver messo in piedi una mobilitazione (parziale ma nemmeno troppo) scadente e, ancora, di aver adottato pessime strategie sul campo. Consentendo così all’esercito ucraino di prendere il sopravvento e, giorno dopo giorno, riconquistare ampie porzioni di territorio.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a tal proposito, era stato piuttosto chiaro: aveva fortemente consigliato ai coscritti russi di non andare al fronte, proprio perché se l’avessero fatto sarebbero andati incontro a morte certa. Non che servisse un indovino, ma il monito dello stesso Zelensky si sta rivelando corretto. Ovvero, i russi continuano a morire al fronte. Non solo, gli analisti occidentali hanno riferito che la mobilitazione russa, che Putin fino all’ultimo ha cercato di evitare, sta minando sempre più il morale delle truppe. Per tacere delle fughe all’estero di uomini in età arruolabile, oppure delle notizie sul reale stato delle cose che iniziano a circolare con forza.

Dallo scorso luglio, quando aveva optato per una pausa nei combattimenti nella regione del Donbass, l’esercito russo è stato respinto praticamente ovunque. Perdendo, di riflesso, enormi porzioni di territorio a nord-est, vicino a Kharkiv, e a sud vicino a Kherson.

Le parole di Putin

Quando ha annunciato la mobilitazione, il 21 settembre, Putin aveva promesso che tutti gli uomini arruolati nell’esercito avrebbero ricevuto un addestramento extra prima di essere inviati al fronte. Invece, da più parti giungono notizie di persone morte addirittura dieci giorni dopo aver ricevuto la convocazione. È successo a «militari» di San Pietroburgo, Chelyabinsk, perfino a ex funzionari di Mosca.

Cambierà qualcosa, nell’opinione pubblica? Sì, no, forse. L’impressione, netta, è che attorno a queste bare si stia giocando (anche) una partita politica interna. Il cui obiettivo, come detto, è il ministero della Difesa. Natalya Loseva, vicedirettore capo di RT, l’emittente di Stato, nel confermare la morte di Alexei Martynov, 28 anni, già funzionario a Mosca, si è espressa così sull’immancabile Telegram: «Non aveva esperienza di combattimento. È stato mandato in prima linea pochi giorni dopo essere stato arruolato. Funzionari militari, non è il momento di mentire».

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