Il rintocco del big ben

Le proteste antirazzismo a Londra e i due volti di Churchill

L’oltraggio alla statua del celebre statista britannico
Due operai rimuovono la protezione che era stata innalzata attorno alla statua di Winston Churchill in Piazza del Parlamento a Londra. © EPA/WILL OLIVER
Nicol Degli Innocenti
Nicol Degli Innocenti
18.06.2020 06:00

Da quasi cinquant’anni la statua di bronzo di Winston Churchill è uno dei punti di riferimento di Parliament Square a Londra. Il grande uomo politico, avvolto nel suo pastrano preferito e appoggiato a un bastone, guarda l’ingresso principale del Parlamento di Westminster, teatro di tanti memorabili discorsi e battaglie politiche vinte e perse. La nazione lo ricorda soprattutto come il premier che ha salvato il Regno Unito e l’Europa dai nazisti, portandolo alla vittoria nella Seconda guerra mondiale. Le dispute su aspetti più controversi della sua lunga vita erano finora riservate agli storici. Dieci giorni fa però è successo l’impensabile. Durante una protesta anti-razzista a Londra, organizzata per commemorare l’omicidio di George Floyd negli Stati Uniti, un manifestante con la bomboletta spray sotto il nome Churchill ha scritto: «Era razzista».

Per diversi giorni la celebre statua è apparsa così, sfigurata da un insulto, una condanna senza possibilità di appello. Poi le autorità hanno deciso di proteggere la statua di Churchill per prevenire altri atti di vandalismo. È stata «impacchettata» con assi di legno.

Il premier Boris Johnson, che ha scritto una biografia di Churchill ed è un grande ammiratore dello statista, non ha gradito affatto. «Che cosa è diventato il mondo quando uno dei più grandi leader di questo Paese, forse il più grande in assoluto, deve essere protetto dalla rabbia della folla?», ha detto. «Intendo lottare con tutte le mie forze per far restare la statua dov’è». Oggi la copertura protettiva verrà rimossa temporaneamente in occasione della visita a Londra del presidente francese Emmanuel Macron per commemorare l’80. anniversario dell’appello di Charles de Gaulle a mobilitarsi contro i nazisti. Sarebbe stato impensabile nascondere l’artefice della vittoria dietro una lastra di compensato durante una cerimonia per ricordare la lotta contro il nazismo. Dopo la visita però riprenderà il dibattito sul destino della statua, una polemica così aspra che ha quasi fatto passare il coronavirus in secondo piano.

Non ci sono dubbi sul fatto che Churchill abbia espresso opinioni che ora sono considerate inaccettabili. Ha scritto che «odiava» gli indiani, che non gli piacevano i cinesi e che gli africani erano «come bambini». Si è sempre rifiutato di considerare vittime gli indiani d’America o gli aborigeni australiani, dichiarando che erano stati conquistati da «una razza più forte, di grado superiore». Ci sono invece opinioni contrapposte sull’importanza e il significato di queste dichiarazioni. Per alcuni, Churchill era rappresentativo della sua generazione e della sua classe sociale e non può essere giudicato con il metro «politically correct» di oggi. Il suo «razzismo» va visto nel contesto dell’epoca e in ogni caso non scalfisce il suo ruolo di salvatore della patria.

Per altri invece Churchill era già stato criticato in vita per le sue opinioni tranchant su altre razze, etnie e religioni. Non era un eroe a tutto tondo, e i suoi errori dovrebbero essere noti e discussi tanto quanto i suoi indubitabili successi.

La nipote di Churchill, Emma Soames, ha detto che suo nonno era «un uomo complesso» che ha espresso opinioni che «sono ora inaccettabili», ma «mettendo sulla bilancia la sua vita il bene pesa infinitamente più del male». La Soames ha ammesso che, data la rabbia dei manifestanti, sarebbe meglio mettere la statua in un museo, ma ha aggiunto: «Penso che la piazza del Parlamento sarebbe più vuota senza di lui». E su questo non ci sono dubbi.