Guerra

Le terre rare ucraine fanno gola a Trump: «Kiev potrebbe garantirsi il sostegno USA per respingere i russi»

Dopo le sue mire sulla Groenlandia, il tycoon è interessato ai giacimenti ucraini, ma buona parte delle risorse si trova nei territori occupati dall'esercito di Putin: gli USA potrebbero fornire le armi per liberarli
©Julia Demaree Nikhinson
Michele Montanari
05.02.2025 14:00

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembra interessato alle terre rare dell’Ucraina e per Kiev le mire del tycoon potrebbero essere una buona notizia, in quanto diventerebbero la merce di scambio per poter continuare a usufruire degli aiuti americani.

Lo scorso 3 febbraio Trump ha dichiarato che stava cercando di raggiungere un accordo con l'Ucraina fornendo al Paese devastato dalla guerra armi in cambio delle sue «terre rare e altre cose». Non è chiaro cosa intendesse con «altre cose», ma probabilmente si riferiva alle ricche fonti energetiche di Kiev, come il gas naturale. 

«Stiamo cercando di raggiungere un accordo con l'Ucraina, in base al quale si assicureranno ciò che stiamo dando loro in cambio delle terre rare e altre cose», ha detto nello specifico il presidente USA ai giornalisti nello Studio Ovale.

«Voglio avere la sicurezza delle terre rare. Stiamo investendo centinaia di miliardi di dollari. Hanno delle terre rare fantastiche. E voglio assicurarmi che siano disposti a farlo», ha aggiunto il tycoon.

 Non è la prima volta che le terre rare finiscono sul tavolo delle trattative di Kiev, lo stesso presidente Volodymyr Zelensky lo scorso settembre le aveva già citate come meritevoli di protezione dai predatori russi e fonte di potenziali investimenti nel suo piano per la vittoria presentato ai leader occidentali.

Trump, da quando è tornato alla Casa Bianca, ha manifestato l’intenzione di prendere il controllo della Groenlandia, soprattutto per le sue vaste riserve di materie prime e la sua posizione strategica nell'Artico, e Kiev, intenzionata ad assicurarsi il sostegno statunitense, ha più volte sponsorizzato i suoi ricchi giacimenti minerari che potrebbero dare un vantaggio competitivo agli USA rispetto alla Cina, che già possiede quasi la metà delle riserve di terre rare note al mondo. Molti degli elementi presenti sul suolo ucraino vengono infatti impiegati nelle nuove tecnologie, tra cui quelle militari e aerospaziali.

Kiev sa bene che i suoi minerali fanno gola a Trump e sono di vitale importanza per il continuo supporto degli Stati Uniti: se la Russia conquistasse l’Ucraina, si assicurerebbe anche tutte le terre rare del Paese invaso, lasciando Washington a bocca asciutta. E non solo. I rafforzati rapporti commerciali tra Mosca e Pechino potrebbero far giungere le preziose risorse in mani cinesi.

Oleksandr Merezhko, capo del Comitato per le relazioni estere del Parlamento ucraino, citato da POLITICO, ha definito l’interesse di Trump «un segnale positivo»: «Penso che Trump abbia iniziato a capire che c'è il pericolo che le risorse strategiche dell'Ucraina, senza supporto, possano finire nelle mani di regimi autoritari e rafforzarli. Non solo la Russia, ma anche il suo partner strategico, la Cina».

Dopo che il dirigente dei combustibili fossili Chris Wright è stato confermato come segretario all'energia di Trump, il suo omologo ucraino Herman Halushchenko gli ha inviato una lettera ringraziando gli Stati Uniti per la partnership strategica, evidenziando come il 50% delle infrastrutture energetiche critiche dell'Ucraina sia stato distrutto. Halushchenko ha pure ricordato che il sostegno USA sarebbe importante per Trump, in quanto gli permetterebbe di mantenere la sua influenza su Mosca.

Nella lettera, visionata da POLITICO, viene evidenziato come l'Ucraina sia pronta a collaborare con l'amministrazione Trump per creare una partecipazione commerciale strategica per gli Stati Uniti grazie al settore energetico ucraino, sottolineando che il Paese possiede alcuni dei più grandi giacimenti di petrolio, gas, uranio e altre risorse naturali al mondo.

Il problema principale è che molte di queste risorse sono situate nella parte orientale e meridionale del Paese, ossia nelle aree più colpite dalla guerra, le quali oggi sono contese o occupate dall'esercito russo. Una delle regioni più ricche, Dnipropetrovsk, è attualmente minacciata dai russi, dispiegati attorno a Pokrovsk.

Michael Gonchar, presidente della ONG Centre for Global Studies «Strategy XXI», ha spiegato che gran parte delle risorse si trova nei territori che devono essere liberati dalla presenza russa e per riconquistarli servirebbero «armi americane e sanzioni davvero infernali contro l'aggressore».

Di fatto, l’Ucraina chiederebbe agli Stati Uniti il sostegno per riprendersi i territori occupati in cambio dei ricchi minerali presenti in quelle zone. Un accordo che avrebbe un costo enorme per l'Ucraina, ma che probabilmente potrebbe rivelarsi cruciale per le sorti della guerra.

Un alto funzionario ucraino, citato in condizione di anonimato dal New York Times, ha sottolineato che le garanzie di sicurezza degli Stati Uniti potrebbero aiutare Kiev a proteggere le preziose risorse naturali dall'essere sequestrate dalla Russia.  

Secondo Peter Dickinson, direttore del blog UkraineAlert presso l'Eurasia Center, una simile intesa «significherebbe molta meno ricchezza mineraria in futuro. Ma dubito che qualcuno sia preoccupato per questo. Rispetto all'alternativa di veder spazzato via completamente il Paese dalla mappa, sembra davvero un ottimo affare. La maggior parte degli ucraini potrebbe considerarlo svantaggioso, ma in definitiva è una scelta ovvia», ha commentato a POLITICO.

L'Ucraina ha depositi di 22 dei 50 materiali che gli Stati Uniti hanno identificato come critici. Una recente analisi pubblicata per il World Economic Forum, stima che il Paese guidato da Zelensky sia uno dei primi 10 fornitori mondiali di risorse minerarie, con circa il 5% del totale mondiale.

Stando al Kyiv Independent, le materie prime critiche nei territori controllati dal governo ucraino ammontano a circa 120 milioni di tonnellate di riserve esplorate o parzialmente esplorate e 305 milioni di tonnellate di risorse stimate in via preliminare. Tra queste vi sono 46 riserve di titanio, 34 depositi polimetallici, 11 depositi di grafite e due depositi di litio.

L'Ucraina occupa il primo posto in Europa per riserve di titanio e possiede un terzo delle riserve di litio europee, nonché il 20% delle risorse globali di grafite. E ancora, occupa il quarto posto nel Vecchio continente per quantità di rame, il quinto per il piombo, il sesto per lo zinco e il nono per l'argento.

Il Paese invaso dai russi è anche il quinto produttore di gallio, utilizzato per semiconduttori e LED, ed è un importante produttore di gas neon, fornendone circa il 90% all'industria dei chip statunitense. Ci sono anche depositi di materiali critici per l'industria nucleare. L'Ucraina ha l'1% della produzione globale di zirconio, così come forniture di berillio e uranio.

Secondo la Camera di Commercio americana, la Russia oggi detiene il 42% dei metalli dell'Ucraina e il 33% delle sue terre rare, nonché il 63% dei suoi giacimenti di carbone, l'11% del suo petrolio e il 20% del suo gas naturale.

Le risorse ucraine sono essenziali, tra le altre cose, per la produzione di batterie, sistemi radar e armamenti. Sono componenti fondamentali per le industrie della difesa e della tecnologia e contribuirebbero a ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dai minerali cinesi.

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