L'eccezionale ondata di caldo alla Mecca e gli oltre mille pellegrini morti

L’eccezionale ondata di caldo, con temperature superiori ai 50 gradi, ha provocato la morte di più di mille pellegrini durante l’Hajj alla Mecca, in prevalenza egiziani. La missione egiziana del turismo dell'Hajj, ente preposto a organizzare e prestare assistenza ai pellegrini in partenza dal Cairo, ha precisato che alcuni dispersi sono stati localizzati, come pure alcuni feriti ricoverati negli ospedali sauditi: per il bilancio reale, tuttavia, occorrerà attendere giorni. Il bilancio delle vittime potrebbe infatti salire. Non è la prima volta, evidentemente, che il pellegrinaggio annuale nei luoghi sacri dell'Islam si tramuta in una carneficina. A questo giro, per contro, più che la ressa ha ucciso il caldo.
Che cos'è l’Haji
Nell’Islam, l’Hajj è il pellegrinaggio annuale verso La Mecca, in Arabia Saudita, considerata la città più sacra per i musulmani. Questo pellegrinaggio è uno dei cinque pilastri dell’Islam e rappresenta un obbligo religioso che ogni musulmano adulto dovrebbe compiere almeno una volta nella vita, a condizione di avere le capacità fisiche ed economiche per affrontare il viaggio e garantire il sostentamento della propria famiglia durante la sua assenza.
L’Hajj consiste in una serie di riti che devono essere eseguiti in un periodo di cinque o sei giorni, dall’ottavo al dodicesimo o tredicesimo giorno del mese di Dhu al-Hijjah, l’ultimo mese del calendario islamico. Poiché questo calendario è basato sui cicli lunari e ha undici giorni in meno rispetto a quello gregoriano, le date dell’Hajj cambiano ogni anno. Ad esempio, nel 2023 il mese di Dhu al-Hijjah è iniziato il 19 giugno e si è concluso il 18 luglio. Quest’anno, più di 1,83 milioni di musulmani hanno partecipato all’Hajj, che comprende riti come il giro attorno alla Kaaba, la preghiera sul monte Arafat e la «lapidazione del diavolo», in cui i fedeli lanciano pietre con tutte le loro forze su tre enormi muri di cemento intesi a rappresentare Satana. Ed è negli ultimi due siti, battuti dal sole cocente, che è avvenuta la maggior parte dei decessi.
Ministeri egiziani al lavoro
La ministra egiziana dell’Immigrazione, Soha Gendi, ha affermato che il Ministero sta lavorando senza sosta per assistere i pellegrini e le loro famiglie. È stata creata una sala operativa in collaborazione con il Ministero degli Esteri egiziano, il consolato a Gedda e le autorità saudite per monitorare la situazione, rintracciare i dispersi e garantire cure adeguate ai feriti. Il pellegrinaggio si svolge ogni anno nel dodicesimo mese del calendario lunare musulmano, come detto. Quest’anno, i pellegrini egiziani registrati erano 56 mila, ma molti non censiti hanno preso parte, complicando ulteriormente le operazioni di ricerca.