L'eclissi solare a bordo del Concorde, cinquant'anni fa
Una follia? Forse. Figlia, però, dell’interesse scientifico. Cinquant’anni fa, il 30 giugno del 1973, una squadra di astronomi assistette alla più lunga eclissi solare totale di sempre. Un’eclissi «dopata», per certi versi, visto che gli scienziati si trovavano a bordo di uno dei primissimi prototipi del Concorde. Con l’obiettivo, dichiarato, di sfruttare le potenzialità dell’aereo supersonico per prolungare la visione del fenomeno, grazie alla capacità del velivolo di «correre» praticamente alla stessa velocità dell’ombra della luna e, quindi, di seguirne il sentiero.
L'eclissi del 1973
Premessa. Viste dal suolo, le eclissi totali di Sole sono tanto belle quanto brevi. Alcuni minuti di oscurità e gloria. Poi, basta. Di più, bisogna sperare che il cielo sia privo di nubi. Quella del 30 giugno 1973 si annunciava fra le più lunghe: sette minuti, in una fascia che – in Africa – andava dalla Mauritania alla Somalia.
Di qui l’idea, folle appunto, lanciata da Pierre Léna, astrofisico francese: seguire l'eclissi a bordo di un Concorde per allungare la durata del fenomeno fino a dieci volte. Urca. L’aereo, che volava dal 1969, all’epoca stava ultimando il suo programma di test. I voli di linea sarebbero cominciati solo nel 1976. Léna, giovane e ambizioso, incontrò il comandante André Turcat nel maggio del 1972 per esporgli il piano. I due si trovarono in un ristorante dell’aeroporto di Tolosa e Turcat, stando alle cronache, rimase rapito dalla proposta.
Chi c'era a bordo
A quel punto, si trattava di convincere la Société Nationale Industrielle Aérospatiale, il costruttore del velivolo in collaborazione con British Aircraft Corporation. Nessun problema. Così, i mesi precedenti l’eclissi vennero sfruttati per affinare il piano. In particolare, Turcat e i suoi collaboratori individuarono la miglior traiettoria possibile per rimanere più a lungo nella fascia di oscurità.
C’era, poi, una questione logistica da risolvere. Bisognava infatti trovare una pista abbastanza lunga per posare il Concorde a missione conclusa. Più facile a dirsi che a farsi, in Africa, negli anni Settanta. Fu infine deciso di partire dalle Canarie e «agguantare» l’ombra lunare al di sopra della Mauritania. L’atterraggio? A N’Djamena, la capitale del Ciad.
Léna, dal canto suo, decise di invitare a bordo cinque istituzioni: l’Istituto francese di astrofisica, l’Osservatorio di Kitt Peak, quello di Los Alamos, la Queen Mary University e l’Università di Aberdeen. L’aereo decollò il 30 giugno da Las Palmas alle 10.08 locali con 14 persone a bordo, di cui sei facevano parte dell’equipaggio.
Che cosa disse Léna
Turcat spinse l’aereo oltre Mach 2, al doppio della velocità del suono, e raggiunse l’ombra lunare al di sopra della Mauritania, come da programma. L’eclissi, a bordo, durò qualcosa come 74 minuti. La spedizione, un qualcosa di unico e irripetibile, permise di acquisire nuove conoscenze sulla frontiera fra la cromosfera e la corona solare. Il Concorde, fra l’altro, fu appositamente modificato con oblò sul tetto per la missione. Attualmente, è esposto con tanto di livrea Solar Eclipse al Musée de l’air et de l’espace a Parigi Le Bourget. I dati raccolti invece diedero vita a tre articoli pubblicati su Nature e a un libro.
Anni dopo, commentando l’impresa, Léna con una certa nostalgia disse: «Non so se questo genere di avventura oggi sarebbe possibile. Oramai tutto è più rigido e gerarchizzato. Ho avuto un’enorme fortuna: le persone all’epoca mi presero sul serio quando proposi quel viaggio sul Concorde».
L'altro aereo (e la nave)
L’eclissi del 1973 fu osservata anche da un altro aereo, un volo charter del Mount San Antonio College, in California. Il DC-8, con 150 passeggeri a bordo, intercettò l’eclissi a 11.000 metri appena al largo della costa orientale dell’Africa e seguendola per tre minuti. Un’altra opportunità di osservazione fu offerta da una crociera: a bordo della S.S. Canberra, che viaggiava da New York alle Isole Canarie e a Dakar, in Senegal, vennero osservati 5 minuti e 44 secondi di oscurità nell’Atlantico. Tra i passeggeri di quella crociera c’erano personaggi di spicco come Neil Armstrong, Scott Carpenter, Isaac Asimov, Walter Sullivan e un Neil deGrasse Tyson allora adolescente.