«L'economia russa è in una situazione disastrosa, Kiev deve resistere fino all'arrivo di Trump»
Mentre nel Donbass le truppe di Putin avanzano a un ritmo mai visto prima da quando è scattata l’invasione dell’Ucraina, nel febbraio del 2022, nella regione russa di Kursk i soldati di Kiev stanno cercando di mantenere il territorio conquistato. Un altro fronte che, pure lì, sembra molto complicato.
«La situazione peggiora ogni giorno. Non vediamo un obiettivo. La nostra terra non è qui», hanno dichiarato alcuni combattenti ucraini alla BBC. Lì, nel Kursk, non si tratta più di difendere il proprio Paese, ma di sfidare Vladimir Putin, cercando di resistere nel territorio occupato dallo scorso agosto. Il morale dei soldati impegnati nella regione russa è a terra, parlano di pessime condizioni meteorologiche e di una mancanza di sonno cronica, causata dai continui bombardamenti russi, che prevedono anche l'impiego di bombe plananti da 3.000 kg. Le truppe ucraine lamentano un’immensa stanchezza, l’assenza di rotazione e l'arrivo di unità composte in gran parte da uomini di mezza età, portate direttamente da altri fronti, senza il tempo di riposare.
Stando a quanto riferito alla BBC, l'ordine dei leader di Kiev è di mantenere il piccolo lembo di terra oltre confine fino all'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, il prossimo 20 gennaio, nella speranza che le nuove politiche del presidente USA portino ai negoziati tra i due Paesi in conflitto. In questo senso, la parte di territorio occupata nella regione di Kursk, dove sarebbero impiegati pure soldati nordcoreani a sostegno dei russi, verrebbe usata come merce di scambio.
La corsa contro il tempo di Biden
Intanto, mentre le truppe di Kiev attendono speranzose l’arrivo di Trump, l'amministrazione Biden è impegnata in una corsa contro il tempo per fornire all'Ucraina miliardi di dollari in armamenti. Si tratta di uno sforzo enorme che, secondo funzionari americani citati dal Washington Post, sta generando preoccupazioni interne sulla possibile erosione delle risorse statunitensi che potrebbero essere utilizzate in altri «punti critici».
Joe Biden, di fatto, punta a garantire tutto il sostegno possibile a Kiev in quanto - al di là di cosa farà Washington con l’arrivo di Trump - teme che l'esercito ucraino, colpito da una pesante carenza di soldati, possa venire schiacciato da quello russo. Nonostante il via libera americano sull’uso dei missili ATACMS in territorio russo e l’invio di mine antiuomo «non persistenti», l’Ucraina ha un disperato bisogno di uomini. I funzionari statunitensi stanno esortando i leader ucraini a sfruttare gli ultimi mesi della presidenza Biden per espandere il proprio esercito: Kiev afferma di aver bisogno di oltre 160 mila reclute. «Continueremo assolutamente a inviare armi ed equipaggiamento all'Ucraina. Sappiamo che è vitale. Ma lo è anche il personale», ha commentato la scorsa settimana il portavoce della Casa Bianca John Kirby, aggiungendo che gli USA sono pronti ad aumentare la propria capacità di addestramento se gli ucraini «prenderanno le misure appropriate per riempire i loro ranghi».
Ieri il segretario di Stato Antony Blinken ha annunciato che gli Stati Uniti invieranno altri 725 milioni di dollari in aiuti militari a Kiev, tra cui munizioni anti-droni, munizioni per il sistema missilistico HIMARS e mine antiuomo. Da qui all'insediamento del tycoon, l'amministrazione Biden cercherà di inviare a Kiev anche centinaia di migliaia di colpi di artiglieria e migliaia di missili.
L'UE non si tira indietro
Se dall’anno prossimo il sostegno di Washington potrebbe venir meno, l’Unione europea sembra invece intenzionata a spingere sugli aiuti all’Ucraina. Lo ha fatto sapere il nuovo alto rappresentante per gli affari esteri dell'UE Kaja Kallas, in una intervista esclusiva al Kyiv Independent, spiegando che «l'UE è il più grande investitore nell'industria della difesa ucraina». La ex prima ministra estone ha sottolineato che i 400 milioni di euro di quest'anno e gli 1,9 miliardi di euro dell'anno prossimo daranno «una spinta all'industria della difesa in Ucraina».
Kallas si è concentrata su tre temi principali per il 2025: fare di più per aiutare militarmente ed economicamente l’Ucraina, dimostrare agli Stati Uniti che il sostegno a Kiev è nel loro interesse e dissanguare l'economia russa per assicurarsi che, quando arriverà il momento dei negoziati, il Cremlino non abbia i mezzi per continuare la sua guerra.
L’Europa, nelle sue future strategie, prevede inoltre di rendere più efficaci le sanzioni contro Mosca e di utilizzare i beni della Banca centrale russa congelati in Occidente per permettere all'Ucraina di resistere.
Secondo Kallas, le restrizioni contro la Russia stanno funzionando, «ma se concentriamo tutti i nostri sforzi sull'attuazione corretta delle sanzioni, potremmo ottenere più risultati, il che sta indebolendo la Russia». L’alto diplomatico UE, riferendosi all’economia russa, ha parlato di «una situazione davvero disastrosa».
L'economia russa negli ultimi mesi ha infatti dovuto affrontare diverse sfide, con un tasso di interesse record che non è riuscito a frenare l'inflazione, destinata a raggiungere circa il 10% nel 2024. Con le sanzioni USA che lo scorso 21 novembre hanno colpito decine di banche russe, inoltre, il valore del rublo è sceso di oltre il 10% in una settimana, raggiungendo un tasso di cambio di 113 rubli per 1 dollaro. Secondo Kallas, oggi il fondo nazionale russo è completamente esaurito: «Non riescono a ottenere gli stessi ricavi dal gas che avevano prima. E hanno una situazione molto difficile con il mercato del lavoro perché tutto sta andando nell'industria militare». L’economia dell’UE, ad oggi, è otto volte più grande di quella di Mosca e si prevede che la Russia nel 2025 spenderà circa il 40% del suo bilancio nel settore della difesa nazionale.
L’ex premier estone ha pure lanciato un messaggio agli USA, dichiarando che «gli aiuti all'Ucraina non sono carità, sono un investimento nella nostra sicurezza e nell'interesse degli Stati Uniti. Se guardiamo al quadro generale, vediamo la Corea del Nord, l'Iran, la Cina e la Russia lavorare insieme. Vediamo i soldati nordcoreani ora reclutati anche dalla Russia nella lotta in Ucraina. Quindi, se gli Stati Uniti sono preoccupati per la Cina, allora dovrebbero prima trattare con la Russia, perché, in ogni caso, la Russia è il loro più grande avversario». Per l’UE, come per l’amministrazione Biden, è fondamentale che Kiev rafforzi la sua posizione prima dell’arrivo di Trump, perché, ha concluso Kallas, «quanto più forte è l'Ucraina sul campo di battaglia, tanto più forte è l'Ucraina al tavolo delle trattative».