Il caso

L’era della memecoin e di Hawk Tuah Girl

La memecoin è un po’ il punto di incontro fra criptovalute e la creatività tipica dei social network: il $HAWK di Haliey Welch, 22.enne diventata virale sul web, è riuscita a perdere il 95% del suo valore
Stefano Olivari
14.12.2024 14:00

Chi diffida del mondo delle criptovalute sta seguendo con soddisfazione la vicenda della memecoin di Hawk Tuah Girl, il $HAWK, che in un giorno è riuscito a perdere il 95% del suo valore e pare destinata a non rialzarsi più. Chi invece crede nella moneta digitale, in senso ampio, può invece facilmente rispondere con un elenco di truffatori operanti nella finanza normale: il cosiddetto ‘parco buoi’, cioè i piccoli investitori che si basano su notizie già vecchie, perde sempre e a prescindere dalla centralizzazione della moneta. Comunque la si veda, una storia di strettissima attualità con sconfinamenti nella follia.

Cos'è una memecoin?

Non bisogna vergognarsi di chiedere cosa sia una memecoin, perché di preciso non lo sa nessuno visto che sono un po’ il punto di incontro fra criptovalute ormai quasi classiche, come Bitcoin e Ethereum, e la creatività tipica dei social network, con follower trasformati in investitori a volte inconsapevoli. Le memecoin sono infatti monete digitali fondate su un meme, su uno scherzo, su un’appartenenza, sulla passione per un personaggio, in generale su una community che si aggrega e decide di scambiarsi queste criptovalute assegnandogli quindi un prezzo. Monete le cui analogie con il Bitcoin, per fare un paragone scontato, sono soprattutto tecniche (blockchain, nessuna autorità centrale) mentre le quotazioni sono molto più volatili e oltre che dalla scarsità dipendono da quanto l’influencer della situazione venga seguito. Se il Bitcoin ha meccanismi suoi e addirittura si nutre di un certo mistero, le memecoin hanno il continuo bisogno di essere pompate da notizie e messaggi. Vale per la Dogecoin, lanciata nel 2013 proprio come parodia del Bitcoin, ed esplosa grazie al sostegno di Elon Musk, come per la Shiba Inu che nel 2020 è stata creata proprio come anti-Dogecoin. Vale anche per la Pepe, nata nel 2023 con ambizioni anche alte e per tante altre, fino ad arrivare alla Floki, che prende il nome dal cane di Musk, e al caso di questi giorni.

Quello sputo virale

Torniamo indietro di poco, allo scorso 11 giugno. Haliey Welch, ventiduenne di Belfast (in Tennessee, non in Irlanda del Nord) senza arte ne parte, mentre sta passeggiando insieme a una sua amica per le strade di Nashiville incrocia due tiktoker che conosce, Tim Dickerson e DeArius Marlow. Stanno facendo interviste ‘alla gente’ e lei si fa avanti. I due per la loro trasmissione le chiedono, sintetizziamo, che cosa faccia impazzire un uomo a letto. La Welch non ci pensa su troppo è risponde scherzando «Devi dargli quello Hawk Twah», pronunciando in un certo modo le parole ‘Hawk’ e ‘Tuah’, che dal punto di vista onomatopeico ricordano uno sputo. Domanda poco delicata e risposta a tono, tutto sembra finire lì. Non per TikTok, che in breve con il ben conosciuto meccanismo dal basso trasforma la clip in un successo clamoroso. Da quel momento la Welch diventa per la rete ‘Hawk Tuah Girl’ e così a prescindere dalle criptovalute sarà ricordata per sempre. Subito parte il merchandising e schizzano verso l’alto i follower su Instagram, che arrivano a sfiorare i 3 milioni. Da lì parte il delirio fra inviti sul palco a concerti (anche a quello della star del country Zach Bryan), inaugurazioni di locali, lancio di inizio di partite dei Mets, podcast (Talk Tuah arriva fino al quinto posto su Spotify) messi in piedi dalla Betr di Jake Paul, proprio il Jake Paul che ha sfidato e battuto l’ombra di Mike Tyson. Inoltre una app che aiuta a fare conversazione (…) nelle app di dating e tanto altro.

Il crollo dello $HAWK

A questo punto la Welch si è chiesta come fare i soldi veri, al di là del merchandising e di una presenza mediatica che possono finire in pochi giorni, superati da nuovi personaggi. E così ha seguito il consiglio di OverHere, azienda specializzata in questo tipo di operazioni, lanciando il 4 dicembre presso i suoi follower, il $HAWK, attraverso la piattaforma blockchain Solana. Il $HAWK in poche ore ha raggiunto una capitalizzazione di 490 milioni di dollari circa mezzora dopo il lancio, per poi crollare a 60 il giorno stesso e a 28 il giorno dopo, toccando mentre stiamo scrivendo questo post quota 25. In molti hanno lanciato accuse di ‘pump and dump’, cioè di avere gonfiato le aspettative sulla moneta e poi essersene liberata subito, al massimo del prezzo, ma la Welch si è difesa dicendo di non avere venduto un solo token. Di sicuro si sono viste cose simili anche nelle Borse serie, in vari collocamenti, anche se certo con una volatilità minore.

Hailey Welch rischia il carcere?

Bisogna dire che il caso $HAWK è estremo anche per gli standard delle criptovalute. Coffeezilla, all’anagrafe Stephen Findeisen, uno dei più famosi youtuber di criptovalute con oltre 3 milioni di abbonati, ha affermato che la Welch e soprattutto il suo team hanno fatto uno dei lanci di criptovalute più miserabili della storia, accusandoli poi senza mezzi termini di insider trading. Non si può giurare sull’onestà di nessuno, tanto meno su quella di chi vuole arricchirsi in pochi minuti, però va detto che in questi collocamenti di criptovalute il 90% dell’offerta non è controllato da insider, cioè da gente che sa le cose prima, ma dai cosiddetti sniper, cioè investitori che annusando l’affare comprano enormi quantità di monete con il progetto di liberarsene dopo pochi minuti. Messo così non è un comportamento illegale ma un mercato, per quanto poco trasparente. Hailey Welch e chi l’ha consigliata rischiano il carcere, a sei mesi da quell’intervista per strada da cui è iniziato tutto? No, se non viene dimostrata la frode. E se davvero non hanno venduto i loro stessi memecoin questa dimostrazione è impossibile. Che si crei una moneta in questo modo potrà non piacere ai banchieri centrali, ma nessuna legge potrà mai impedire di dare un valore a un oggetto, fisico o virtuale. Probabile che le spese legali vengano pagate dai diritti per una serie Netflix.