L'estate si avvicina e le compagnie aeree sperano di sorvolare gli scioperi
Si vola. E pure tanto. Ne abbiamo già parlato, anche in termini di caro-biglietti. I dati, beh, non mentono: le prenotazioni per il periodo maggio-settembre sono superiori del 40% rispetto al 2022, un anno di suo considerato forte vista la ripresa post-pandemia. La IATA, l’organizzazione internazionale di compagnie aeree, tuttavia ha lanciato un allarme: i disordini sociali, «in particolare in Francia», dove è accesa la protesta contro la riforma delle pensioni, sono motivo di preoccupazione. Tradotto: se il personale impiegato nell’aviazione dovesse scioperare, potrebbero essere dolori in termini di disagi, voli ritardati o cancellati e via discorrendo.
Va letto in questo senso l’appello di Airlines for Europe (A4E), associazione che difende gli interessi dei principali vettori europei, tra cui Ryanair, easyJet, Air France, Lufthansa e British Airways. Un appello rivolto alla Commissione Europea, chiamata oggi più che mai a mitigare gli effetti e le conseguenze dei citati disordini sociali.
Airlines for Europe, nello specifico, chiede «un arbitrato vincolante prima che i sindacati dei controllori di volo minaccino di scioperare». Non solo, in caso di scioperi vuole «un preavviso di 21 giorni». Infine, l’associazione insiste sulla «protezione dei sorvoli del Paese in cui si svolge l’azione sindacale» e, parallelamente, chiede un diritto di ricorso ai fornitori di servizi di navigazione aerea. Della serie: se non possiamo volare, qualcuno almeno ci risarcisca.
Il problema, in effetti, è reale. A metà aprile, leggiamo, l’ente di controllo del traffico aereo europeo, Eurocontrol, ha stimato che il 30% dei voli nel Vecchio Continente da marzo, con «oltre 10 milioni di passeggeri» coinvolti, è stato colpito dallo sciopero dei controllori di volo francesi. Una cifra monstre. Per capirne di più, ci siamo rivolti a Kevin Hiney, portavoce di Airlines for Europe.
La Francia causa il 90% dei guai
Da una parte, dicevamo, le prenotazioni per il periodo maggio-settembre su del 40% rispetto allo stesso periodo nel 2022. Una notizia eccellente. Dall’altra, le continue agitazioni in Francia. Una preoccupazione di non poco conto. «Alcuni nostri membri – spiega Hiney – sono stati toccati in misura maggiore. Dal momento che la Francia, da sola, è responsabile del 90% delle interruzioni di servizio quest’anno, il gruppo Air France KLM è stato quello colpito più duramente. Ma anche Ryanair, con molti sorvoli sull’Esagono, ha subito un impatto importante. La stagione estiva, facendo astrazione delle interruzioni, promette bene. Ed è per questo che le varie compagnie stanno lavorando sodo affinché tutte le componenti dell’ecosistema facciano il loro e minimizzino le problematiche. L’obiettivo è garantire a tutti un volo sereno quest’estate».
Viene difficile, dall’esterno, immaginare che un singolo Paese – in questo caso la Francia – possa provocare ritardi o cancellazioni più o meno ovunque. «Eppure – prosegue il nostro interlocutore – che si tratti di scioperi del personale di terra, degli equipaggi o dei controllori di volo, le agitazioni in Francia possono disturbare diverse tratte in Europa. Come dicevo, gli scioperi francesi sono la causa principale delle interruzioni di servizio quest’anno».
«Scioperare è un diritto, ma...»
Detto degli obiettivi di Airlines for Europe, una stagione estiva il più possibile serena, l’associazione che ne pensa delle rivendicazioni dei lavoratori francesi, in particolare quelli attivi nel settore dell’aviazione? L’anno scorso, ricordiamo, il tema era stato al centro dell’attenzione a lungo. «Di sicuro – afferma Hiney – rispettiamo il diritto allo sciopero, ma l’effetto di queste agitazioni sui voli colpisce anche Paesi che non c’entrano nulla. E questa cosa, beh, sta diventando problematica. Di qui le nostre proposte per minimizzare le conseguenze, in particolare per le tratte che riguardano Paesi non interessati a uno sciopero». Paesi che, «per la questione del sorvolo», finiscono nel tritacarne dei ritardi e delle cancellazioni. Una possibile soluzione? «Il controllo del traffico aereo dovrebbe garantire un livello minimo di servizio, garantendo appunto i sorvoli».
Di certo, il 30% citato da Eurocontrol è un dato di per sé preoccupante. «Non posso commentare i dati di Eurocontrol» conclude Hiney. «Ma sappiamo che quest’anno sono stati causati notevoli disagi e che il livello di scioperi in Europa è in aumento. Per questo motivo, abbiamo chiesto alla Commissione Europea di agire. A maggior ragione se consideriamo che ci avviamo verso la parte più trafficata della stagione estiva».