Guerra

L'ex bambina di Schindler's List ora aiuta i rifugiati

Oliwia Dabrowska, oggi 32.enne, si trova attualmente al confine tra Ucraina e Polonia per aiutare i profughi in fuga dall'invasione russa – Le sue parole «Tutto aiuta. Ci servono materiali e soprattutto in donazioni di denaro. Ci servono volontari. La situazione è drammatica e l'ho visto coi miei occhi»
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Ats
08.04.2022 16:22

La bambina col cappottino rosso di «Schindler's List» è in questi giorni al confine tra Ucraina e Polonia ad aiutare i profughi in fuga dall'invasione russa. Oliwia Dabrowska aveva tre anni quando Steven Spielberg la filmò per le scene nel ghetto di Cracovia mentre i suoi abitanti venivano liquidati dalle truppe naziste.

Ne ha oggi 32 e, oltre ad adoperarsi personalmente in prima linea alla frontiera, ha lanciato ripetuti appelli sui suoi profili social, rilanciati oggi da Deadline: «Tutto aiuta. Ci servono materiali e soprattutto donazioni in denaro. Ci servono volontari. La situazione è drammatica e l'ho visto con i miei occhi».

Nel film, girato interamente in bianco e nero, il cappottino rosso di Oliwia è la sola macchia di colore: simbolo dell'alternanza di speranza e disperazione, violenza e compassione, colpevolezza e innocenza al centro del messaggio di Spielberg. In uno dei suoi post su Instagram Oliwia ha "photoshoppato" il fotogramma che la ritrae bambina, cambiando il colore del cappotto in azzurro e giallo, come nella bandiera ucraina.

Ha anche raccontato di momenti drammatici vissuti negli ultimi giorni, come quando la Russia ha bombardato Yavoriv, a soli 20 chilometri dal confine: «Ho paura ma questo mi motiva ancora di più ad aiutare i profughi».

Rievocando il significato della scena nel 2018, in occasione del 25. anniversario di «Schindler's List», Spielberg spiegò che per lui la scena della bambina con cappotto rosso rappresentava una chiamata alle armi contro atrocità come quelle commesse dai nazisti: «Nel libro da cui è tratto il film, Oscar Schindler non riesce a capacitarsi di come una bambina potesse camminare illesa nel Ghetto di Cracovia quando tutti gli altri venivano caricati su camion o uccisi. Una bambina con il cappotto rosso apparentemente invisibile veniva ignorata dalle SS pur indossando un soprabito del più brillante dei colori. Per Spielberg quello rappresentò un simbolo: significò che Roosevelt e Eisenhower, e probabilmente anche Churchill e Stalin, sapevano dell'Olocausto e non fecero nulla per fermarlo. Fu una bandiera rossa che, chiunque avesse prestato attenzione, avrebbe potuto vedere».

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