Italia

L'ex bandito Renato Vallanzasca esce dal carcere dopo 52 anni

Il protagonista della mala milanese degli anni Settanta e Ottanta, condannato a 4 ergastoli, finirà di scontare la sua pena in una struttura residenziale per persone affette da Alzheimer e demenza
Renato Vallanzasca, a sinistra, con Francis Turatello. © PD-Italia
Red. Online
13.09.2024 18:00

Renato Vallanzasca lascerà il carcere. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, come si legge sui media italiani, ha infatti disposto il differimento della pena in una RSA – ovvero una Residenza Sanitaria Assistenziale – per persone affette da Alzheimer e demenza. Vallanzasca, l'ex bandito della Comasina, protagonista della mala milanese negli anni Settanta e Ottanta, ha trascorso 52 dei suoi 74 anni dietro le sbarre. Nella sua vita criminale si è reso autore di numerose rapine a mano armata con omicidi e sequestri di persona, ed è stato condannato complessivamente a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione. 

Negli scorsi giorni, l'Ambulatorio di Psichiatria del servizio di Medicina penitenziaria, in una relazione ai giudici, aveva spiegato che «la condizione più adeguata alla situazione di salute del paziente» sarebbe stata quel tipo particolare di RSA. E questo perché l'attuale stato di Vallanzasca «rende difficile la compatibilità con il regime carcerario, anche per la necessità di assistenza sempre più intensa e continuativa». Pure il rappresentante della Procura Generale, Giuseppe De Benedetto, aveva concluso per l’accoglimento dell’istanza dei legali di Vallanzasca, Corrado Limentani e Paolo Muzzi.

I medici, nello specifico, avevano fatto notare come, a causa del progredire del decadimento cognitivo, il detenuto avesse «perso completamente il controllo» della propria quotidianità, fosse «assolutamente non in grado di badare» a sé, «disorientato nel tempo e nello spazio», «a tratti in sofferenza per non riuscire a esprimere con il linguaggio quello che si produce nel suo pensiero». Addirittura, era «visibile lo stato di prostrazione» di quanti a Bollate lo aiutano, «non formati e preparati per la gestione di un paziente con queste criticità».

La misura decisa oggi diventerà operativa nei prossimi giorni, una volta risolte le questioni pratico-burocratiche legate al trasferimento di Vallanzasca – sinora, come detto, detenuto nel carcere milanese di Bollate – alle autorità sanitarie-penitenziarie del Veneto, dove ha sede la RSA che lo prenderà in cura.