Il punto

L'inflazione, in Russia, è stata definita «incontrollata»

Lo scorso mese i prezzi sono aumentati dell'8,9% su base annua mentre la Banca centrale potrebbe presto ritoccare, ulteriormente, il tasso di interesse di riferimento
© AP/Pavel Bednyakov
Red. Online
12.12.2024 11:15

L'economia russa, ne abbiamo già parlato, sia qui sia qui, è in difficoltà. Il tasso di inflazione, a novembre, è aumentato mentre il valore del rublo è crollato ai minimi storici dall'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina. A dirlo i dati ufficiali pubblicati da Mosca, mercoledì. Il Cremlino, è noto, sta spendendo in maniera sempre più massiccia per sostenere lo sforzo bellico. Una spesa, quella per la guerra, che ha fatto crescere in maniera vertiginosa le dimensioni dell'economia ma che, al contempo, ha provocato una pesante carenza di manodopera e, a immagine del burro o di altri prodotti alimentari, a un generale aumento dei prezzi.

Secondo Rosstat, l'Agenzia federale di statistica, lo scorso mese i prezzi sono aumentati dell'8,9% su base annua. A ottobre, l'aumento era stato «solo» dell'8,5%. In ogni caso, siamo ben oltre il 4% fissato dallo Stato. Cifre, queste, che lascerebbero pensare a un ulteriore aumento del tasso di interesse di riferimento da parte della Banca centrale. Una riunione politica, in questo senso, è in agenda per il prossimo 20 dicembre. L'obiettivo? Frenare l'inflazione, definita oramai incontrollata, e sostenere il rublo.

Gli economisti, al riguardo, sostengono che – poiché l'inflazione è trainata dalla spesa pubblica record per il conflitto in Ucraina – tassi di interesse più elevati hanno un impatto minore sul contenimento dell'aumento dei prezzi rispetto a un'economia maggiormente basata sul mercato. Il mese scorso, il rublo è crollato al livello più basso nei confronti del dollaro in oltre due anni e mezzo, a causa dei timori di un'escalation della guerra in Ucraina, in corso da quasi tre anni. Rublo che, di suo, ha mostrato pochi segnali di ripresa, con l'autorità di regolamentazione che mercoledì ha fissato il tasso di cambio ufficiale a poco più di 103 rubli per dollaro, circa il 25% in meno rispetto ai livelli a cui era scambiato prima dell'invasione su vasta scala dell'Ucraina nel 2022.

Il presidente del più grande istituto di credito del Paese, sempre la scorsa settimana, ha lanciato l'allarme: l'economia stava mostrando segnali «significativi» di rallentamento in alcuni settori, tra cui l'edilizia abitativa e gli investimenti. L'amministratore delegato di Sberbank, German Gref, ha messo in guardia la Banca centrale dal «superare» la sua politica sui tassi, cosa che renderebbe «più difficile il ritorno alla crescita economica».