L’inflazione stritola la Russia e alcuni prezzi sono schizzati alle stelle
In Russia l’inflazione sembra fuori controllo. Dopo mesi di aumenti continui, nel 2024 è arrivata al 9,5%, stando ai dati del Servizio statistico statale federale russo (Rosstat). Quest’oggi il presidente Vladimir Putin ha ribadito l’esigenza di porre un freno al caro vita: «Vorrei sottolineare che l'inflazione si è rivelata superiore alle previsioni del governo, ovviamente è necessario affrontare questa situazione», ha spiegato il leader del Cremlino, citato dall'agenzia Tass, in un incontro sulle questioni economiche.
La Banca centrale russa ha alzato fino al record del 21% il tasso di riferimento nel tentativo di contenere l'inflazione, alimentata dal forte aumento della spesa pubblica per il conflitto in Ucraina e la carenza di manodopera, la quale ha provocato un incremento degli stipendi. L'obiettivo del regolatore è quello di riportare l'inflazione a un tasso non superiore al 4%. Di più, stando al Financial Times, le banche e le aziende russe da quando è scoppiata la guerra avrebbero accumulato debiti per 415 miliardi di dollari.
I dati Rosstat, nello specifico, mostrano che i prezzi di diversi prodotti sono schizzati alle stelle. I generi alimentari con il maggiore aumento di prezzo nel 2024 sono state le patate, che hanno visto un aumento di quasi il 91,9% da dicembre 2023 a dicembre 2024. Anche i prezzi di cipolle (+48,2%), cavoli (+44,7%) e caviale rosso (+37,7%) sono aumentati in modo significativo. E ancora, il burro, che lo scorso anno ha ricevuto grande spazio sui media per il suo costo costantemente in aumento, oggi si colloca al quinto posto della lista, con un +36%. Per far fronte ai prezzi alle stelle, la Russia ha iniziato a importare burro dalla Turchia e dagli Emirati Arabi Uniti. Stando al sito del media russo RBC, frutta e verdura, in generale, sono diventate più costose del 22% su base annua, mentre alcuni prodotti come il grano saraceno e le uova sono più economici nel 2024.
Anche alcuni prodotti non alimentari sarebbero diventati meno cari, o meglio, i russi avrebbero risparmiato acquistando modelli meno costosi. Secondo Denis Kuskov, amministratore delegato dell'agenzia TelecomDaily, la riduzione dei prezzi per alcune categorie di prodotti elettronici, come aspirapolvere, smartwatch e cuffie, sarebbe in realtà dovuta all'aumento delle forniture di beni dalla Cina, nonché a una maggiore concorrenza interna. Stesso discorso per gli smartphone: secondo RBC, i dispositivi sono più costosi, ma i consumatori hanno iniziato ad acquistare le versioni più a buon mercato. A tal proposito, Eldar Murtazin, analista presso il Mobile Research Group, ha sottolineato: «Il prezzo del tradizionale smartphone di punta iPhone è aumentato del 25% a causa delle importazioni parallele. E se guardiamo le fatture, le persone che compravano un iPhone ora acquistano Android, spendendo meno». Di fatto, i russi stanno acquistando prodotti più economici per risparmiare.
Putin ha comunque sottolineato che l'anno appena trascorso è stato «piuttosto buono per l'economia russa in generale». Fra i dati positivi, lo «zar» ha citato l'aumento del 26%, pari a oltre 8 miliardi di dollari, delle entrate statali non legate al petrolio e al gas rispetto a quanto previsto lo scorso autunno. Ciò significa, ha affermato il presidente russo, che quest'anno le casse dello stato diventeranno «molto meno dipendenti dalla situazione esterna dei mercati delle materie prime». Putin ha inoltre affermato che sono state registrate entrate aggiuntive di circa 13 miliardi di dollari dalle esportazioni di petrolio e gas. Il deficit del bilancio statale, ha aggiunto, è stato pari all'1,7% del Prodotto interno lordo, un livello definito accettabile, «specialmente se paragonato allo stato delle finanze pubbliche delle cosiddette economie sviluppate».
Certo è che le sanzioni occidentali, unite al continuo impiego di risorse russe per la guerra, hanno messo Mosca in una posizione decisamente delicata. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump proprio nelle scorse ore ha evocato lo spettro di nuove restrizioni nei confronti della Russia, nel tentativo di convincere Putin a negoziare con l'Ucraina.