Guerra

Lite al Congresso USA per gli aiuti all'Ucraina, Biden infuriato: «È folle»

Stallo sui finanziamenti al Paese invaso dai russi: i repubblicani si mettono di traverso, ma i dem ammoniscono: «Saremo responsabili della sconfitta di Kiev» - Zelensky cancella il suo intervento
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Red. Online
06.12.2023 11:02

Gli aiuti statunitensi all'Ucraina sono in bilico e l'aria al Congresso diventa sempre più pesante. Il presidente Joe Biden si è infuriato contro lo stallo a Capitol Hill: «Il mancato sostegno all'Ucraina è assolutamente folle, è contro gli interessi degli Stati Uniti», ha detto il presidente USA citato dal New York Times, assicurando il suo impegno per rifinanziare il fondo.

La promessa di Biden è però minacciata dalle profonde divisioni del Congresso sul tema: i repubblicani, maggioritari alla Camera dei Rappresentanti, accusano i democratici di rifiutarsi di inserire nel pacchetto anche le misure per rafforzare la sicurezza al confine col Messico.

Il senatore Christopher S. Murphy, dem del Connecticut che ha svolto un ruolo di primo piano nei negoziati con i repubblicani nelle ultime settimane, ha lanciato l'allarme: «Stiamo per abbandonare l’Ucraina. Quando Vladimir Putin entrerà in un paese della NATO, rimpiangerete il giorno in cui avete deciso di fare politica sul futuro della sicurezza dell'Ucraina», ha ammonito.

Ma per i senatori repubblicani la questione migratoria resta centrale e non sembrano disposti a metterla in secondo piano rispetto alla guerra in Ucraina: al termine del briefing, al quale avrebbe dovuto partecipare anche Volodymyr Zelensky, si sono detti indignati per il fatto che i funzionari dell'amministrazione si siano rifiutati di rispondere alle loro domande sulla sicurezza delle frontiere.

«Vogliono decine di miliardi di dollari per aiutare i nostri amici e alleati all'estero, ma non sono disposti a fare ciò che è necessario per prevenire una potenziale crisi al confine», ha criticato il senatore John Cornyn, repubblicano del Texas: «L’amministrazione Biden sembra non preoccuparsene».

Persino i repubblicani che hanno sostenuto a gran voce la necessità di aiutare l’Ucraina, nonostante il calo del sostegno nel loro partito, hanno affermato che non c’era interesse per un disegno di legge in tal senso a meno che non reprimesse anche l’immigrazione, sottolinea ancora il NYT.

Il segretario al Tesoro Janet Yellen, ieri durante un viaggio a Città del Messico, aveva criticato lo stallo, denunciando come gli Stati Uniti rischiano di diventare i «responsabili della sconfitta dell'Ucraina», nel caso non venissero approvati i finanziamenti miliardari dell'amministrazione Biden.

Secondo Yellen l'approvazione dei 106 miliardi di dollari per sostenere l’Ucraina, ma anche Israele e Taiwan, è «assolutamente essenziale», nonché una «precondizione per mantenere il flusso di sostegno del Fondo monetario internazionale verso l'Ucraina». Sempre ieri il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva dichiarato: «Senza un'azione del Congresso gli Stati Uniti finiranno i fondi per gli aiuti militari all'Ucraina entro la fine dell'anno e Vladimir Putin prevarrà».

Il voto arriva proprio in un momento incerto per l'Ucraina: il Paese ha infatti urgentemente bisogno di più munizioni e altre armi per cercare di invertire la tendenza sul campo di battaglia, resa più difficile dall'inverno. La controffensiva contro le forze russe a sud non ha dato i risultati auspicati e le forze di Mosca sono passate all'offensiva nell'est.

I senatori ieri si aspettavano che Zelensky si unisse al briefing in video per lanciare il suo appello per ulteriori aiuti. Il presidente ucraino ha però cancellato all’ultimo minuto il suo intervento, lasciando il campo ai funzionari dell’amministrazione Biden: il segretario di Stato Antony J. Blinken; il segretario alla Difesa Lloyd J. Austin III; il generale Charles Q. Brown, presidente dei capi di stato maggiore congiunti; e leader dell'Ufficio del Direttore dell'intelligence nazionale e dell'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale.

Intanto, nella notte, le forze russe hanno preso di mira un'altra centrale termoelettrica ucraina, danneggiando l'impianto ma senza provocare vittime: lo ha reso noto su Telegram il più grande operatore energetico commerciale del Paese, Dtek, proprietario del sito, senza precisare il luogo della struttura. I russi hanno inoltre lanciato una cinquantina di droni kamikaze, 41 dei quali sono stati abbattuti dalle forze di difesa ucraine.

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