Lo schianto del Sukhoi Superjet 100 di Gazpromavia vicino a Mosca
Non volava da maggio. Da quando, cioè, era stato sottoposto a manutenzione. Oggi, il Sukhoi Superjet 100 di Gazpromavia, compagnia aerea del gruppo Gazprom, ha riguadagnato i cieli. Per otto minuti soltanto, però, visto che il velivolo si è schiantato nella regione di Kolomna. L'aereo, riferiscono le agenzie russe, era partito dallo stabilimento UAC di Lukhovitsy verso l'aeroporto di Mosca-Vnukovo. Non è mai arrivato a destinazione. Nello schianto, leggiamo, sono morti tutti e tre gli occupanti: due piloti e un ingegnere di volo.
L'ultimo contatto con l'equipaggio è avvenuto alle 14.56 locali, secondo quanto dichiarato dall'aeroporto di Lukhovitsky. Il Superjet coinvolto nell'incidente aveva circa dieci anni di vita. Portava il numero di serie 95078 ed era stato consegnato a Gazpromavia, vettore molto attivo nel trasporto di merci e persone a sostegno dell'industria petrolifera e del gas, nel marzo del 2015.
Il Sukhoi Superjet è considerato il fiore all'occhiello dell'aviazione russa. Anche perché, di fatto, al momento è l'unico velivolo prodotto dalla Federazione (tramite il consorzio UAC, United Aircraft Corporation, di proprietà del conglomerato Rostec). Già prima dell'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca, ma a maggior ragione dopo, viste le sanzioni occidentali che hanno colpito l'aviazione, UAC e Rostec hanno spinto, e non poco, nella speranza di «russificare» il più possibile l'aereo. Come? Varando una versione dello stesso priva di componenti occidentali. Più facile a dirsi che a farsi, basti pensare ai problemi ai sedili riscontrati in questi ultimi mesi (ne avevamo parlato qui e qui).
Tornando all'incidente, il Superjet di Gazpromavia stava effettuando un volo di trasferimento dopo alcune «riparazioni pianificate» scrive fra le altre la TASS, citando in forma anonima i servizi di emergenza. All'improvviso, però, il velivolo è scomparso dai radar quando si trovava a poco meno di 100 chilometri da Mosca. Testimoni oculari hanno riferito che l'aereo si è schiantato in un bosco, esplodendo all'istante. Nei primi video circolati in rete, per contro, si vede una colonna di fumo nero alzarsi dal suolo. I media russi riferiscono che, secondo le prime informazioni raccolte, la causa dell'incidente sarebbe stata un guasto al motore. Una fonte dei servizi aeronautici russi ha dichiarato alla Tass che «il bird strike potrebbe essere una delle cause dell'incidente. Quando ciò avviene a bassa quota e a bassa velocità, può portare a sviluppi catastrofici». L'autorità aeronautica del Paese, Rosaviatsiya, ha annunciato un'indagine.
Quello odierno è il terzo incidente occorso a un Sukhoi Superjet dal suo primo volo, effettuato nel maggio del 2008. Il primo incidente avvenne nel 2012, in Indonesia, durante un volo dimostrativo. Morirono 45 persone. Nel 2019, invece, un Sukhoi di Aeroflot in servizio fra l'aeroporto di Mosca-Sheremetyevo e Murmansk, poco dopo il decollo, venne colpito da un fulmine. A causa dell'avaria di alcune strumentazioni elettroniche, l'equipaggio decise di effettuare un atterraggio di emergenza allo scalo moscovita. Durante l'atterraggio, per contro, il carrello principale collassò provocando un vasto incendio nella parte posteriore della fusoliera: 41 delle 78 persone a bordo persero la vita.
Il Sukhoi Superjet 100 è entrato ufficialmente in servizio nel 2011 e, come detto, è stato il primo aereo progettato e costruito in Russia dopo la caduta dell'Unione Sovietica. Il primo e, al momento, unico dato che altri progetti, come l'MC-21, ancora non volano a livello commerciale. Gazpromavia, concludendo, aveva firmato contratti per l'acquisto di almeno dieci Sukhoi nel 2010.