Stati uniti

Lo spettro di Trump non ha mai lasciato Washington

Comizi, uscite in pubblico, sondaggi di gradimento e perfino le prime ipotesi di un vice: ecco come l’ex presidente, in segreto ma nemmeno troppo, sta cercando di riprendersi la Casa Bianca
© EPA/ERIK S. LESSER
Marcello Pelizzari
29.11.2021 17:28

Non è (più) un mistero. Anzi, volendo fare un passo indietro basterebbe ricordare la vigilia di Halloween. Ospite degli Atlanta Braves assieme alla moglie Melania, Donald Trump non si è goduto soltanto una serata di baseball. No, si è preso applausi più applausi. E quando ha mimato il tradizionale tomahawk chop – un gesto con la mano che richiama l’ascia dei nativi americani, popolarissimo fra i tifosi – ha ricevuto una vera e propria ovazione. Parentesi: agli occhi di molti, quel gesto è considerato razzista o quantomeno irrispettoso.

Non è (più) un mistero, dicevamo. L’ex presidente degli Stati Uniti sogna di tornare alla Casa Bianca. Obiettivo 2024, già. Rientri in pubblico, sondaggi, mosse. Tutto per arrivare lì. La macchina, insomma, è ripartita. Di più, si muove lungo due direttrici: un’economia forte, come nel 2019, e il sentimento di rivincita, legato a doppio filo alla narrazione delle elezioni – le ultime – rubate. Altra parentesi: no, quelle elezioni non furono rubate.

Quell’impeachment mancato
Per certi versi, lo spettro di Trump non ha mai lasciato Washington e la Casa Bianca. La mente torna a gennaio, all’assalto al Congresso e all’immobilismo dell’allora presidente. Torna, in particolare, al mancato impeachment. The Donald non solo scansò il proiettile, ma conservò la possibilità – in futuro – di occupare qualsiasi incarico federale. Compreso, è evidente, quello di presidente.

Non ha lasciato Washington, come detto, nemmeno la tesi dei brogli e dell’elezione rubata. Ed è proprio da lì che Trump intende ripartire. Della serie: tutto, ma proprio tutto pur di riconquistare i cinque Stati che nel 2020 finirono a Biden. Parliamo di Arizona, Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. The Donald, non a caso, ha tenuto comizi, appoggiato candidati e, allargando il campo, plasmato l’orizzonte affinché, in vista del 2024, in quegli Stati cuore e pancia votino repubblicano. Nell’ombra, come sottolinea Politico, Trump ha pure condotto dei sondaggi di gradimento pensando proprio alle prossime presidenziali. Chiedendo, molto prosaicamente, chi preferirebbero gli elettori fra lui e Biden. Ecco, Trump sarebbe in vantaggio ovunque, in Michigan addirittura di 12 punti percentuali.

Trump, dunque, sembrerebbe ancora sulla cresta dell’onda. Avrebbe, nello specifico, ancora una forte presa sul partito repubblicano. Talmente forte da risultare il solo, possibile candidato in vista dello scontro con i democratici. Secondo i bene informati, il 2 dicembre si terrà una raccolta fondi con i maggiori donatori repubblicani del Paese. La riunione si terrà a Mar-a-Lago, nel club di Trump. Un altro, chiaro segnale di come l’ex presidente stia preparando la sua (ri)discesa in campo. Le elezioni di midterm, nel 2022, quando verranno rinnovati i seggi di Camera e Senato, potrebbero dargli ulteriore spinta.

© EPA/SHAWN THEW
© EPA/SHAWN THEW

La scelta del vice
La candidatura di Trump appare così scontata che, sui media americani, si parla già anche del suo possibile vice. A suo tempo, la scelta cadde sul convenzionale Mike Pence. Un compagno di viaggio mite, diciamo istituzionale. Cruciale, fra l’altro, nel certificare l’elezione di Joe Biden. Pence venne nominato vice per il suo vissuto nella Rust Belt, vecchio cuore pulsante dell’industria pesante, e perché piaceva alla figlia di Trump, Ivanka, e al genero Jared Kushner.

Per il prossimo, probabile giro di giostra invece Trump vorrebbe affidarsi maggiormente all’istinto. Ed è proprio l’istinto che lo starebbe spingendo a puntare unicamente su candidati oltremodo leali. Terza parentesi: leale, per l’ex presidente, è colui che sposa al 100% le tesi cospirazioniste in merito alle citate presidenziali del 2020. La scelta potrebbe cadere su una donna o su un conservatore afroamericano come Tim Scott, senatore della Carolina del Sud.

Riscrivere la storia
Di sicuro, sul fronte democratico nessuno si aspettava che il gradimento nei confronti di Trump – a maggior ragione dopo i fatti dello scorso gennaio – fosse così alto. Invece, The Donald non intende mollare la presa. Chiamatela forza della disperazione, oppure testardaggine. Fatto sta che, dopo un quadriennio, l’ex inquilino della Casa Bianca vuole riprovarci. Nessuno, dopo essere stato presidente per quattro anni e aver perso la successiva elezione, ha mai effettuato un terzo tentativo. Ma in fondo è risaputo che a Trump piace riscrivere la storia. A suo piacimento. E se il tomahawk chop si abbattesse nuovamente sull’America?