Il caso

Lo Zurich Film Festival non presenterà «Russians at War»

Si tratta del controverso documentario della regista russo-canadese Anastasia Trofimova, accusata di aver banalizzato nella sua pellicola i crimini di guerra russi in Ucraina
©JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Ats
26.09.2024 20:56

Lo Zurich Film Festival (ZFF) non presenterà il controverso documentario «Russians at War» della regista russo-canadese Anastasia Trofimova, accusata di aver banalizzato nella sua pellicola i crimini di guerra russi in Ucraina. Lo ha annunciato lo stesso ZFF questa sera. La sicurezza del pubblico viene prima di tutto.

Tuttavia, il film della Trofimova resta nel concorso dei documentari dello ZFF, secondo quanto annunciato sulla piattaforma online X, ma la regista russo-canadese non verrà a Zurigo, precisa lo ZFF.

Solo giovedì scorso, il direttore artistico della kermesse Christian Jungen aveva annunciato la decisione di mantenere in programma la proiezione del film nonostante le critiche mosse alla regista.

Un portavoce del Ministero degli affari esteri ucraino, in un post su X, aveva allora avvertito lo ZFF che la proiezione del film avrebbe rovinato la reputazione del festival. Non si tratta di un documentario ma di un film di propaganda che minimizza i crimini di guerra, aveva sostenuto.

Il documentario, per girare il quale la Trofimova ha accompagnato per diversi mesi un'unità militare russa nella guerra contro l'Ucraina, ha suscitato forti reazioni, soprattutto tra gli ucraini. Le proiezioni della pellicola al Toronto Film Festival, in Canada, a metà settembre, erano addirittura state cancellate a causa di minacce.

Trofimova, che ha lavorato presso il gruppo mediatico filo-Cremlino «RussiaToday» (ora RT) fino al 2020, ha respinto le accuse. Ha dichiarato di aver lavorato in modo indipendente e di non aver chiesto l'autorizzazione al Ministero della difesa russo per la realizzazione del film.

Giovedì scorso, comunicando la decisione del festival di mantenere la proiezione di «Russians at War», Jungen aveva indicato che a Zurigo si sarebbe discusso della genesi del film e, se possibile, si sarebbe tenuta anche una tavola rotonda. Ciò non avverrà.

Il direttore artistico aveva anche detto di «comprendere il disappunto degli ucraini» e aveva ammesso che la figura della regista può risultare in parte problematica, dati i suoi precedenti lavori.

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