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L'ONU chiede un processo politico «inclusivo e guidato dai siriani»

I membri del Consiglio di sicurezza ribadiscono «l'obbligo di rispettare i diritti umani e la legge umanitaria internazionale» – La Casa Bianca: «Vicini a un cessate il fuoco a Gaza», ma Israele smentisce – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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L'ONU chiede un processo politico «inclusivo e guidato dai siriani»
Red. Online
18.12.2024 06:28
23:48
23:48
Fonte Hamas: «Si discute del rilascio dei primi 34 ostaggi»

Un funzionario anonimo di Hamas ha dichiarato al notiziario filo-Hezbollah Al Mayadeen - citato dal Times of Israel -, che ci sono stati notevoli progressi nei negoziati per un rilascio graduale degli ostaggi e un accordo di cessate il fuoco con Israele: la richiesta di Israele durante la prima fase dell'accordo prevede il rilascio di 34 ostaggi per motivi umanitari, principalmente tutte le donne e i bambini rimasti, comprese le soldatesse, i malati e gli anziani. In cambio, Israele rilascerà un numero non ancora fissato di prigionieri di sicurezza palestinesi, tra cui alcuni che stanno scontando l'ergastolo. La fonte di Hamas sostiene che durante la prima fase di 42 giorni del cessate il fuoco, Israele consentirà un flusso significativamente maggiore di aiuti umanitari verso la Striscia di Gaza, compresa l'attrezzatura necessaria per riparare e ricostruire gli ospedali e le strutture pubbliche.

Il funzionario afferma che Israele ha anche accettato di ritirarsi dalle aree densamente popolate della Striscia durante la prima fase dell'accordo. Afferma che, mentre tutte le parti hanno concordato di riaprire il valico di Rafah al confine con l'Egitto durante la prima fase, la questione di chi manterrà il controllo del valico deve ancora essere risolta.

Il Wall Street Journal ha riferito all'inizio di questo mese che Israele ha accettato un ritiro graduale dal corridoio Filadelfia lungo il confine tra Gaza e l'Egitto e che Hamas aveva accettato di non essere coinvolta nella gestione del valico di Rafah. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha da tempo giurato che le truppe israeliane sarebbero rimaste sul corridoio. Il valico è rimasto chiuso da maggio di quest'anno, quando l'Idf ha lanciato la sua offensiva a Rafah, la città più a sud di Gaza, ricorda il Times of Israel.

22:40
22:40
Centinaia in piazza a Tel Aviv per il rilascio degli ostaggi

Centinaia di persone sono di nuovo scese in piazza a Tel Aviv per chiedere la liberazione dei 99 ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas e per raggiungere subito un accordo che la consenta. La manifestazione di questa sera celebra in particolare anche il compleanno di uno degli ostaggi, Matan Zangkauer. La madre del giovane, Einav, e la sorella, Natalie - scrive il Times of Israel -, hanno partecipato alla protesta e quest'ultima ha parlato alla folla con la voce rotta dai singhiozzi: «Una sorellina non dovrebbe combattere per la vita di suo fratello. Matan, tu non meriti di marcire lì così a lungo». Il tuo primo ministro (Benyamin Netanyahu), al quale ho parlato durante le elezioni e che un tempo ammiravo, ci ha traditi. Ma noi, Matan, stiamo lottando per te, ogni giorno. E' una promessa«, ha aggiunto la sorella dell'ospaggio rapito il 7 ottobre 2023 nel kibbutz di Nir Oz.

22:39
22:39
Ankara: «La vittoria dei ribelli in Siria non è una nostra presa di potere»

La Turchia ha respinto i commenti del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che ha descritto la vittoria dei ribelli in Siria come una «presa di potere non amichevole» da parte di Ankara. «Sarebbe un grave errore descrivere ciò che sta accadendo in Siria come una presa di potere» da parte della Turchia, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Hakan Fidan, in un'intervista ad Al Jazeera. «Per il popolo siriano, questa non è una presa di potere. È la volontà del popolo siriano che sta prendendo il sopravvento oggi». Fidan poi avverte il nuovo governo di Damasco: deve «affrontare la questione delle forze curde».

22:17
22:17
Wafa: «3 morti in due raid israeliani nel sud di Gaza»

Tre civili sono rimasti uccisi in attacchi aerei israeliani vicino a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Wafa.

Un civile è morto in un raid aereo israeliano sulla città di al-Qarara, a nord-est di Khan Younis. Altri due sono rimasti uccisi in un attacco aereo che ha colpito una tenda che ospitava sfollati nella città di al-Fukhari, a est di Khan Younis.

21:45
21:45
L'ONU chiede aiuti massicci per la Siria

Il sottosegretario generale per gli affari umanitari e il coordinamento degli aiuti di emergenza dell'Onu, Tom Fletcher, ha chiesto un aumento «massiccio» degli aiuti alla Siria e ha esortato la comunità internazionale a cogliere «questo momento di speranza» dopo la cacciata di Bashar al-Assad.

«In tutto il Paese, i bisogni sono immensi. Sette persone su dieci hanno bisogno di aiuto in questo momento», ha dichiarato Fletcher in un'intervista telefonica con l'agenzia di stampa Afp dalla Siria. «Voglio aumentare in modo massiccio gli aiuti internazionali, ma questo dipende dai donatori. Il fondo per la Siria è stato storicamente, vergognosamente sottofinanziato, e ora c'è questa opportunità», ha detto.

«Il popolo siriano - ha proseguito - sta cercando di tornare a casa quando le condizioni lo permetteranno, per ricostruire il proprio Paese, le proprie comunità e le proprie vite. Dobbiamo sostenerlo e cogliere questo momento di speranza. E se non lo facciamo presto, temo che questa finestra si chiuderà», ha aggiunto.

Metà della popolazione siriana è stata sfollata all'interno del Paese durante quasi 14 anni di guerra civile e milioni di persone hanno cercato rifugio all'estero. I funzionari dell'Onu affermano di aver ricevuto meno di un terzo dei 4 miliardi di dollari (3,57 miliardi di franchi al cambio attuale) richiesti per la Siria.

20:35
20:35
«21 combattenti filo-turchi uccisi nel nord della Siria»

L'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) ha riferito che 21 combattenti filo-turchi sono stati uccisi in seguito a un attacco contro una postazione curda nel nord della Siria, nonostante gli Stati Uniti abbiano annunciato ieri l'estensione di una tregua tra le due parti.

«Almeno 21 membri delle fazioni filo-turche sono stati uccisi e altri feriti dal fuoco del Consiglio militare di Manbij dopo che le milizie hanno attaccato» una posizione presso la diga di Tishreen, a circa 25 chilometri dalla città di Manbij, ha dichiarato l'Osservatorio. Proprio ieri, gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver mediato un'estensione del fragile cessate il fuoco nell'area e di essere alla ricerca di un'intesa più ampia con la Turchia.

19:07
19:07
Idf: «Distrutto un tunnel di comando di Hezbollah»

Un centro di comando di Hezbollah situato in un tunnel nel sud del Libano impiegato «per dirigere attacchi» contro Israele è stato fatto saltare in aria dagli artificieri delle Forze di difesa israeliane (Idf) nel pieno della tregua in Libano: lo annuncia lo stesso esercito dello Stato ebraico, citato dal Times of Israel.

Secondo i militari, l'infrastruttura è stata usata per condurre attacchi in Galilea lo scorso anno. Al suo interno sono state trovate armi, esplosivi, munizioni, granate, equipaggiamenti di sorveglianza e altre attrezzature, dice l'Idf.

In particolare, uno dei depositi di armi collegati al tunnel si trovava all'interno di una moschea. Terminata una accurata ispezione e inventariata tutta l'attrezzatura, il tunnel è stato fatto saltare in aria.

18:29
18:29
Gruppi palestinesi cessano i rapporti con la relatrice ONU sulla tortura

Diverse organizzazioni palestinesi per i diritti umani hanno annunciato la sospensione di «ogni impegno» con la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla tortura «a causa della sua mancanza di azione, reattività e imparzialità» nell'affrontare le violazioni sistemiche di Israele contro i palestinesi.

«Non possiamo continuare a impegnarci in un processo che non riesce a mettere al centro le realtà vissute dai palestinesi e a sfidare attivamente l'impunità per i colpevoli», hanno scritto più di una decina di organizzazioni in una lettera aperta alla relatrice, Alice Edwards, di cui riferisce al Jazeera online. «La nostra sospensione dell'impegno rimarrà in vigore fino a quando non ci sarà un cambio di leadership o un cambiamento dimostrabile nel vostro approccio verso uno che sia equo, imparziale e genuinamente reattivo alle prove e alle realtà sul campo», si legge ancora nella lettera.

Tra le altre cose, il gruppo ha criticato la decisione della relatrice di focalizzare il suo prossimo rapporto al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sulla «presa di ostaggi come forma di tortura», che hanno condannato come «un altro esempio di un modello preoccupante che suggerisce che percepite i palestinesi come vittime meno degne».

18:28
18:28
«Hamas mostra flessibilità nei colloqui»

Hamas sta mostrando una certa flessibilità nei colloqui sugli ostaggi. Lo ha detto un funzionario a conoscenza del dossier al Times of Israel. La fazione palestinese comprende che un accordo significherà un cessate il fuoco, ma non la fine della guerra, almeno nella prima fase, ha affermato il funzionario, attribuendo la flessibilità di Hamas alla pressione diplomatica e militare e al suo isolamento. «Se sarà sufficiente per portare a un accordo non lo sappiamo. Alla fine, la palla è nel campo di Hamas», ha aggiunto.

«Se Hamas dice, 'Trovate un accordo ora', ci sarà un accordo», ha aggiunto il funzionario, riferendo che attualmente ci sono «conversazioni aperte» tra i gruppi di lavoro in Qatar. Una delegazione israeliana potrebbe dirigersi al Cairo nei prossimi giorni.

18:11
18:11
Erdogan: «D'accordo con il Libano per muoverci insieme in Siria»

«In Siria è iniziata una nuova era. In quanto importanti vicini della Siria, siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo agire insieme». Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante una conferenza stampa congiunta con il premier libanese, Nijab Mikati, ad Ankara.

«Il nostro obiettivo è riportare la Siria in piedi», ha detto il leader turco, aggiungendo che si aspetta «che tutti coloro che sanno che la stabilità della Siria significa la stabilità della regione contribuiranno a questo processo», riferisce Anadolu. Dopo avere invitato la comunità internazionale a continuare ad esercitare pressione su Israele affinché rispetti pienamente il cessate il fuoco con Beirut e ricompensi il Libano per i danni, Erdogan ha affermato che la regione non potrà trovare la pace fino a che non verrà raggiunto una tregua a Gaza.

18:08
18:08
Armi acquistate da Israele, governo danese sotto accusa

Nel 2023 la Danimarca ha acquistato dell'equipaggiamento militare dalla ditta israeliana Elbit ma nell'autunno dello stesso anno, un'ampia maggioranza del Parlamento danese ha deciso di avviare un'inchiesta indipendente sulle modalità in cui l'acquisto è stato fatto.

Il caso si incentra sul fatto che l'allora ministro della Difesa Jakob Ellemann-Jensen avrebbe fornito informazioni errate al Parlamento danese in relazione all'acquisto d'armi dal produttore israeliano Elbit. L'indagine era attesa per il 1° aprile di quest'anno, ma è stata pubblicata soltanto a novembre.

La conclusione presentata è che il Ministero della Difesa e l'Organizzazione danese per l'acquisizione e la logistica della difesa (Fmi) hanno commesso errori in relazione all'acquisto di artiglieria da Elbit, lo riporta l'agenzia di stampa danese, Ritzau.

Questo pomeriggio si è tenuto un incontro nel ministero della difesa danese. «Il caso Elbit è uno scandalo di cui non siamo ancora venuti a capo», ha dichiarato la parlamentare Anne Valentina Berthelsen. «Abbiamo bisogno di risposte per capire perché il Parlamento danese è stato disinformato e manipolato per acquistare il sistema di artiglieria israeliano sulla base di informazioni false», ha aggiunto la parlamentare. Ora spetterà al parlamento danese prendere una decisione se aprire o meno un'indagine preliminare sulla questione.

16:10
16:10
«Israele demolisce edifici nel sud del Libano»

Forze israeliane stanno conducendo sistematiche operazioni di demolizione di edifici nella città di Naqoura, nel Libano meridionale, come si può vedere in un video di un attivista libanese verificato dall'agenzia di fact-checking di Al Jazeera, Sanad.

Lo riferisce nel suo sito web la stessa emittente tv del Qatar, aggiungendo che il sindaco della cittadina al confine con Israele ha affermato che le forze israeliane stanno portando avanti la demolizione di Naqoura, notando che il tasso di distruzione è aumentato al 70% dall'inizio del cessate il fuoco, rispetto a circa il 35% prima che entrasse in vigore.

L'esercito israeliano sta facendo saltare in aria o demolendo diversi edifici residenziali anche in altre zone nel Libano meridionale, mentre le sue forze continuano a occupare villaggi di confine, scrive ancora al Jazeera citando l'agenzia di stampa libanese Nna, secondo cui sono state udite esplosioni nella città di Tiro, così come nel villaggio di Harfa, nella città di al-Jebbayn e nel villaggio di Chihine.

15:15
15:15
Trovati «resti umani e ossa» in un deposito fuori Damasco

I Caschi Bianchi, un'organizzazione di soccorso siriana, ha annunciato la scoperta di corpi e ossa in un magazzino alla periferia di Damasco, dove rinvenimenti del genere stanno aumentando dalla caduta di Bashar al-Assad.

Situato a una cinquantina di metri dal mausoleo di Sayyeda Zeinab, un luogo venerato dagli sciiti nel sud della capitale siriana, il magazzino era pieno di scatole di medicinali squarciate a terra, ha osservato un giornalista dell'agenzia di stampa Afp. Sul posto, i soccorritori, la maggior parte vestiti con tute bianche, stanno recuperando e trasportando i resti in sacchi neri per evacuarli a bordo di un camion.

«Abbiamo ricevuto segnalazioni di odori putridi provenienti da questo sito, abbiamo trovato un frigorifero dove giacevano corpi in decomposizione», ha detto all'Afp un responsabile dei Caschi Bianchi, Ammar al-Salmo. Sul terreno sono sparse anche ossa umane, ha aggiunto, stimando il numero delle «vittime» in «non più di venti». «Sulle borse dove si trovavano i corpi c'era scritto 'Aleppo-Hraytan' », accompagnato da un numero, ha detto ancora al-Salmo.

14:57
14:57
Quasi un milione di palestinesi nella Striscia di Gaza potrebbero rimanere senza riparo per l'inverno

Quasi un milione di palestinesi nella Striscia di Gaza potrebbero rimanere senza riparo per l'inverno. Lo sostiene l'ONU che riferisce come a causa dell'ingresso limitato di materiali per la costruzione dei rifugi solo 285'000 persone tra settembre e la fine di novembre 2024 hanno ottenuto un riparo. Ciò significa che almeno 945'000 abitanti di Gaza hanno urgente bisogno di una tenda per affrontare la pioggia e il freddo dell'inverno.

L'ONU riferisce che fuori dalla Striscia, 58000 kit di sigillatura e più di 36'000 teloni sono già stati acquistati per coprire i bisogni di circa 400'000 persone. Ma secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), ci vorrebbero almeno due mesi per portarli a Gaza, al ritmo attuale di 10 camion a settimana.

Con l'arrivo del freddo inoltre la mancanza di coperte e vestiti caldi sta colpendo «in modo sproporzionato» i bambini che vivono in tende di fortuna, molte delle quali sono state fornite dalle agenzie umanitarie nell'ultimo anno, ma sono diventate inutilizzabili a causa dell'usura e delle inondazioni che le hanno danneggiate. In molte aree gli sfollati hanno eretto precari rifugi di fortuna sulle rovine che rischiano di crollare con l'avvicinarsi dell'inverno e della stagione delle piogge.

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) la mancanza di alloggi adeguati sta aggravando i già considerevoli bisogni sanitari. Tra gennaio e novembre 2024, l'OMS ha registrato più di 1,2 milioni di casi di infezioni respiratorie acute, più di 570'000 casi di diarrea acquosa acuta e quasi 115'000 casi di sindrome da ittero acuto.

Infine l'OCHA ha riferito che proprio ieri tre missioni umanitarie per portare cibo e acqua in alcune parti della Striscia di Gaza settentrionale assediata sono state ancora una volta respinte dalle autorità israeliane. L'ONU ha cercato di raggiungere queste zone assediate 40 volte: 38 tentativi sono stati respinti e due sono stati ostacolati. Dunque, ribadisce l'ONU, la situazione relativa alla consegna delle missioni nel nord rimane «estremamente difficile».

14:54
14:54
Famiglie palestinesi fanno causa agli USA per il sostegno a Israele

Varie famiglie palestinesi hanno fatto causa al dipartimento di Stato Usa per il sostegno di Washington all'esercito israeliano durante la guerra a Gaza che ha ucciso decine di migliaia di persone e causato una crisi umanitaria. I promotori dell'azione legale, intentata presso la corte distrettuale della capitale, sostengono che Foggy Bottom sotto il segretario di Stato Antony Blinken ha deliberatamente aggirato una legge americana sui diritti umani per continuare a finanziare e sostenere unità militari israeliane accusate di atrocità a Gaza e nella Cisgiordania occupata da Israele.

La causa è stata intentata da cinque palestinesi a Gaza, in Cisgiordania e negli Stati Uniti. Il querelante principale è un insegnante di Gaza che è stato sfollato sette volte nella guerra attuale e ha perso 20 familiari.

Le cosiddette leggi Leahy proibiscono agli Usa di fornire assistenza militare a individui o unità delle forze di sicurezza straniere implicate in gravi violazioni dei diritti umani. Sia il Sudafrica che Amnesty International hanno accusato Israele di aver commesso genocidio e crimini di guerra. Il governo israeliano ha negato le accuse.

«Il fallimento calcolato del dipartimento di stato nell'applicare la legge Leahy è particolarmente scioccante di fronte all'escalation senza precedenti delle gravi violazioni israeliane dei diritti umani da quando è scoppiata la guerra di Gaza il 7 ottobre 2023», secondo la denuncia.

La guerra di Israele a Gaza ha ucciso oltre 45'000 persone, secondo il ministero della salute locale., mentre gli sfollati sono quasi l'intera popolazione di 2,3 milioni di persone.

14:38
14:38
Netanyahu ordina all'IDF di restare per un anno nella zona siriana di Hermon

L'Esercito israeliano (IDF) ha ricevuto istruzioni dal primo ministro Benyamin Netanyahu di rimanere per un anno, almeno fino alla fine del 2025, nella zona siriana di Hermon conquistata dopo il crollo del regime di Bashar al-Assad. Lo riporta Channel 12.

La data, spiega l'emittente tv israeliana, è stata fissata in base alla valutazione secondo cui per la fine dell'anno prossimo la situazione politica e di sicurezza in Siria si sarà stabilizzata, e per allora sarà possibile sapere se nel paese ci sarà un soggetto che rispetterà gli accordi di separazione delle forze del 1974.

Ieri, nel corso della sua visita sul versante siriano del Monte Hermon, Netanyahu ha detto che Israele rimarrà sull'altura «finché non verrà trovato un altro accordo che garantisca la sicurezza di Israele».

14:20
14:20
HTS: il prossimo passo sarà lo scioglimento delle fazioni armate

Il leader militare del gruppo radicale Hayat Tahrir al-Sham (HTS), alla guida della coalizione che spodestato il regime dell'ex presidente siriano Bashar al-Assad, ha annunciato che «il prossimo passo» della nuova dirigenza della Siria sarà lo scioglimento delle fazioni armate, a cominciare dalla sua, affinché vengano fuse nella futura istituzione militare.

«In ogni stato, le unità militari devono essere integrate all'interno dell'istituzione militare», ha detto Murhaf Abu Qasra, conosciuto con il suo nome di battaglia Abu Hassan al-Hamwi, in un'intervista nella città costiera di Latakia di cui riferisce «L'Orient, le Jour» online. HTS, ha aggiunto, sarà «la prima a prendere l'iniziativa» di sciogliersi, «nell'interesse generale del paese».

14:01
14:01
Funerali ufficiali di Nasrallah a inizio 2025

Il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah prevede di organizzare, «all'inizio del 2025», un funerale ufficiale su larga scala per il suo defunto leader Hassan Nasrallah, ucciso in un massiccio attacco israeliano il 27 settembre a Beirut. Lo ha annunciato, riferisce «L'Orient, le Jour» online, un deputato dello stesso Partito di Dio, Hassan Fadlallah.

Hezbollah intende allo stesso modo organizzare una cerimonia funebre in grande stile anche per il suo presunto successore di Nasrallah, Hachem Safieddine, a sua volta ucciso da Israele in un massiccio attacco aereo nella notte tra il 3 e il 4 ottobre.

«È possibile, tuttavia, che le due sepolture avvengano separatamente»: Hachem Safieddine potrà essere sepolto nel sud del paese, ha indicato il deputato, mentre l'ex segretario generale dovrebbe essere sepolto nella periferia sud di Beirut.

Nasrallah è stato sepolto temporaneamente in un luogo segreto, nel timore che il funerale venisse preso di mira da Israele. La data esatta non è stata ancora confermata e sarà annunciata da Naim Kassem, l'attuale numero uno del partito, «una volta ultimati i preparativi».

13:30
13:30
I morti sono 45'097

Il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 è salito a quota 45'097, di cui 38 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della sanità di Hamas. I feriti sono 107'244, secondo la stessa fonte.

13:30
13:30
A Damasco stop ai tour nelle ex prigioni politiche di Assad

Raed Saleh, direttore della Protezione civile siriana, emanazione della coalizione armata che ha preso il potere a Damasco, ha emesso nelle ultime ore un'ordinanza che impone la chiusura delle ex prigioni del passato regime e vietato l'accesso alle fosse comuni finora rinvenute nel paese per «prevenire eventuali manomissioni e preservare i documenti e le prove presenti in questi siti».

Saleh ha ordinato «di impedire l'accesso alle fosse comuni o qualsiasi intervento su di esse, data la loro importanza nel rivelare il destino delle persone scomparse e nel garantire che i responsabili di questi crimini siano chiamati a rispondere delle loro azioni».

Saleh ha inoltre definito quanto sta avvenendo in «alcune ex prigioni e fosse comuni da parte di alcune entità, individui e istituzioni mediatiche» come «un comportamento irresponsabile e non professionale», che può sfociare «nella strumentalizzazione e nella manipolazione delle emozioni dei familiari dei detenuti e delle persone scomparse».

ONU, conservare prove crimini regime

Intanto il capo dell'organo investigativo delle Nazioni Unite (l'«International, Impartial and Independent Mechanism - Syria») Robert Petit ha affermato che la caduta del regime ha riacceso le speranze che i responsabili della guerra civile siriana siano chiamati a rispondere dei crimini commessi.

Egli si è detto pronto a lavorare con le nuove autorità per analizzare le potenziali prove relative ai crimini di guerra: il rappresentante dell'ONU ha affermato di aver scritto alle autorità de facto per esprimere la sua volontà di lavorare con Damasco e visitare la Siria per raccogliere «prove che potrebbero coinvolgere alti funzionari del precedente governo».

Dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad, gli investigatori dell'ONU - che da anni raccolgono prove sulle atrocità commesse in Siria - sperano che la nuova situazione permetta loro di accedere a questa vasta «scena del crimine».

«Ora c'è la possibilità di accedere alle prove dei crimini commessi dai più alti livelli del regime», ha affermato Petit. Il funzionario si è anche detto sicuro che le autorità di transizione siano consapevoli della necessità «di conservare le prove di un governo che per 14 anni ha usato tutti gli aspetti dell'apparato per commettere crimini».

In particolare gli sforzi delle agenzie dell'ONU sono mirati a documentare il destino delle persone scomparse in Siria che le Nazioni Unite stima siano più di 130'000.

12:44
12:44
L'IDF dirama un avviso di evacuazionenel centro

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno diramato un avviso di evacuazione per diversi quartieri di Bureij, nel centro della Striscia di Gaza, in seguito al lancio di razzi dalla zona contro le truppe israeliane che operano nella Striscia.

«Le organizzazioni terroristiche stanno di nuovo lanciando razzi da questa zona che è stata più volte allertata in passato», afferma il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba dell'IDF, pubblicando una mappa delle zone che devono essere evacuate.

I civili della zona sono invitati a trasferirsi nella zona umanitaria designata da Israele che si trova nelle vicinanze.

12:09
12:09
Siria, riapre ai camion il valico con la Giordania

Dopo la ripresa dei collegamenti aerei tra Damasco e Aleppo in Siria, riprende anche l'intenso commercio tra Siria e Giordania dopo la sospensione seguita al dissolvimento dopo 54 anni del regime siriano di Bashar al-Assad.

Il ministro dell'industria giordano, Yarob Qadat, citato dai media di Damasco, ha annunciato oggi la riapertura del valico Jaber-Nassib tra i due paesi per i veicoli commerciali.

Tramite questo valico passano merci non solo dalla Siria ma anche dal vicino Libano e dalla Turchia dirette in Giordania, Arabia Saudita e in tutta la penisola araba.

12:09
12:09
La BBC rivela: «Facebook ha limitato le notizie palestinesi dal 7 ottobre 2023

Secondo una ricerca della BBC, Facebook ha fortemente limitato la capacità delle agenzie di stampa palestinesi di raggiungere un pubblico durante la guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza.

In un'analisi completa dei dati di Facebook, BBC ha scoperto che le redazioni nei territori palestinesi (nella Striscia e in Cisgiordania) hanno subito un forte calo del coinvolgimento del pubblico dall'ottobre 2023.

La BBC ha anche visionato documenti trapelati che dimostrano che Instagram, un'altra piattaforma di proprietà di Meta, ha aumentato la moderazione dei commenti degli utenti palestinesi dopo ottobre 2023.

Meta, il proprietario di Facebook, afferma che qualsiasi insinuazione secondo cui avrebbe deliberatamente soppresso determinate voci è «inequivocabilmente falsa».

10:05
10:05
I soccorritori turchi hanno terminato le ricerche di sopravvissuti nel carcere di Saydnaya

I soccorritori turchi hanno terminato le ricerche di sopravvissuti nel famigerato carcere siriano di Saydnaya. Lo rende noto il responsabile delle operazioni.

Situata a nord di Damasco, la prigione è diventata un simbolo delle violazioni dei diritti sotto il presidente Bashar al-Assad, spodestato dai ribelli islamisti l'8 dicembre.

La ricerca da parte di una squadra di 120 persone è stata condotta su richiesta delle nuove autorità siriane, ha detto Okay Memis, direttore dell'agenzia turca di soccorso per i disastri Afad. «L'intero edificio è stato perquisito e analizzato con uno scanner e non è stata trovata nessuna persona viva», ha dichiarato Memis ai giornalisti presenti sul posto.

I prigionieri detenuti all'interno del complesso, che è stato teatro di esecuzioni extragiudiziali, torture e sparizioni forzate, sono stati liberati all'inizio della scorsa settimana dai ribelli a guida islamica.

Ma si pensa che il complesso scenda a diversi livelli sottoterra, alimentando il sospetto che altri prigionieri possano essere detenuti in celle nascoste non ancora scoperte. L'Associazione dei detenuti e delle persone scomparse della prigione di Saydnaya (Admsp), tuttavia, ritiene che le voci sulle celle nascoste siano infondate.

Il complesso carcerario è stato perlustrato a fondo dai soccorritori siriani dei Caschi Bianchi, che però oggi hanno concluso le operazioni, affermando di non essere riusciti a trovare altri prigionieri.

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (ONDUS), più di 100'000 persone sono morte nelle carceri e nelle prigioni della Siria.

08:46
08:46
Riaperto l'aeroporto di Damasco

Per la prima volta dalla caduta del presidente Bashar al-Assad l'8 dicembre un aereo è decollato oggi dall'aeroporto di Damasco, diretto ad Aleppo: lo ha constato l'agenzia di stampa francese AFP. A bordo c'erano 32 persone, tra cui giornalisti e personale amministrativo.

07:18
07:18
Tregua a Gaza? «Una completa bugia»

Il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto ieri che «Israele e l'Arabia Saudita hanno raggiunto una svolta verso la normalizzazione, spianando così la strada a un accordo per gli ostaggi: un'indiscrezione smentita in serata dall'ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu e da fonti ufficiali saudite, entrambe citate dal Times of Israel. Alla base ci sarebbe un presunto malinteso sull'aspirazione a un futuro Stato dei palestinesi.

Haaretz aveva collegato la »svolta« in direzione della normalizzazione bilaterale alle trattative in corso per gli ostaggi e la tregua a Gaza, scrivendo che l'Arabia Saudita avrebbe rinunciato a porre come precondizione per la normalizzazione con Israele la creazione di uno Stato palestinese, accontentandosi di una promessa anche vaga da parte dello Stato ebraico che si sarebbe cercato »una strada verso uno Stato palestinese«.

Un'affermazione che sarebbe bastata a suscitare l'ira di politici e commentatori di destra in Israele, fra cui Avigdor Lieberman, che avrebbero gridato alla promessa »fallace«, tanto da indurre l'ufficio di Netanyahu a smentire la notizia come »una completa bugia«, scrive il Times of Israel.

»Il primo ministro Netanyahu ha lavorato e lavora perché non venga creato uno Stato palestinese che metterebbe in pericolo la sicurezza di Israele«, ha fatto sapere l'ufficio de premier.

Anche Riad - scrive il giornale - si è affrettata a negare: »l'idea che la leadership del regno abbia modificato in qualche modo il suo impegno storico per la fondazione di uno Stato palestinese e senza alcun fondamento«, si legge in una nota di Riad, citata dal Times of Israel.

Intanto oggi il direttore della CIA Bill Burns sarà a Doha, dove incontrerà il primo ministro del Qatar Abdulrahman al-Thani: un passo per facilitare l'accordo sulla tregua a Gaza e gli ostaggi, cercando di sciogliere gli ultimi nodi, riferisce la Reuters, riportata da »Times of Israel«, citando fonti vicine ai colloqui. La CIA da parte sua non ha commentato.

06:28
06:28
Il punto alle 06.00

Il consiglio di sicurezza dell'ONU chiede un processo politico «inclusivo e guidato dai siriani» dopo la caduta di Bashar al-Assad. È quanto si legge in una nota, dove si sottolinea che è necessario consentire ai siriani di determinare il «loro futuro». Il consiglio di sicurezza dell'ONU chiede anche alla Siria e ai Paesi vicini di evitare qualsiasi azione che possa mettere a rischio la stabilità regionale.

I membri del Consiglio di sicurezza ribadiscono quindi «l'obbligo di rispettare i diritti umani e la legge umanitaria internazionale in tutte le circostanze, incluso il consentire e facilitare l'accesso umanitario», prosegue la nota del Consiglio di sicurezza, nella quale si mette in evidenza l'importanza di «combattere il terrorismo in Siria» e si riafferma l'impegno alla «sovranità, all'indipendenza e all'unità e sovranità territoriale della Siria».

«Riteniamo che ci stiamo avvicinando a un accordo di cessate il fuoco a Gaza», «crediamo, e gli israeliani lo hanno detto, che ci stiamo avvicinando, e non c'è dubbio, ci crediamo, ma siamo anche cauti nel nostro ottimismo». Lo dice il portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un'intervista a Fox News. «Ci siamo già trovati in questa posizione in cui non siamo riusciti a tagliare il traguardo», ha aggiunto Kirby.