Guerra

L’operazione all’ospedale Al-Shifa: come è avvenuta e cosa ha scoperto Israele

L'esercito dello Stato ebraico, dopo aver occupato il più grande ospedale di Gaza, afferma di aver trovato «armi e infrastrutture terroristiche», ma Hamas nega: «Vogliono distruggere il sistema sanitario» - L'ONU: «Necessaria una rigorosa indagine internazionale»
Le armi che l'esercito israeliano afferma di aver trovato nell'ospedale Al-Shifa. ©X
Michele Montanari
16.11.2023 12:30

L’ospedale Al-Shifa, il più grande di Gaza, è ormai diventato il simbolo della tragedia umanitaria in corso in Medio Oriente. Negli scontri tra Israele e Hamas, la struttura, che ospita numerosi pazienti e migliaia di sfollati, è stata ripetutamente bombardata, con colpi esplosivi che hanno raggiunto persino il reparto maternità. L’ospedale, stando al direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva cessato da giorni di funzionare a causa della mancanza di carburante, nonché scorte mediche. L'OMS ritiene «totalmente inaccettabile» che una struttura sanitaria sia usata come «un campo di battaglia». Inoltre, tutte le comunicazioni sono state interrotte, rendendo molto complicato il lavoro di operatori sanitari e giornalisti.  

Nelle prime ore di mercoledì, l’esercito israeliano ha concluso un’operazione con carri armati e bulldozer nel tentativo, andato a buon fine, di occupare la struttura. Un’azione militare condotta da Israele per eliminare un centro di comando segreto nei sotterranei del complesso ospedaliero. Tesi, questa, confermata anche dall’intelligence statunitense. Secondo lo Stato ebraico, la presenza di Hamas nell’ospedale Al-Shifa sarebbe l’ennesima prova che il gruppo islamista utilizza i civili come scudi umani.

Hamas e la dirigenza dell'ospedale hanno sempre negato la presenza dei guerriglieri islamisti, sottolineando che Al-Shifa è un centro medico e un rifugio per migliaia di sfollati. Per i palestinesi, ricorda il New York Times, gli attacchi contro l’ospedale sono la «prova del disprezzo di Israele per la vita palestinese».

Nonostante le difficoltà, alcuni testimoni sono riusciti a raccontare alla BBC che i soldati israeliani hanno utilizzato gli altoparlanti per chiedere a tutti i maschi di età compresa tra i 16 e i 40 anni di lasciare il complesso ospedaliero e di recarsi nel cortile. Solo i pazienti di chirurgia e dell’unità di emergenza sarebbero stati risparmiati da quello che è parso più come un muscolare intervento di polizia. I soldati avrebbero ordinato a tutti gli over 16 di alzare le mani, di uscire dagli edifici e di arrendersi. Secondo l’AFP, circa un migliaio di maschi palestinesi, con le mani sopra la testa, sarebbero stati condotti nel vasto cortile dell'ospedale e alcuni di loro sarebbero stati spogliati e perquisiti dai soldati israeliani alla ricerca di armi o esplosivi.

Israele ha fatto sapere di aver ucciso cinque miliziani di Hamas in uno scontro a fuoco all'esterno del complesso ospedaliero, sottolineando che, invece, all'interno della struttura non ci sono stati combattimenti. L’esercito ha inoltre diffuso un video che mostra i soldati mentre trasportano scatole con etichette recanti le scritte «alimenti per bambini» e «forniture mediche».

Un dipendente del pronto soccorso di Al-Shifa, ha però riferito ad Al Jazeera che i soldati israeliani hanno arrestato e aggredito alcune persone anche all’interno dell’ospedale, aggiungendo che gli israeliani «non hanno portato aiuti o rifornimenti», ma «solo terrore e morte». Ashraf al-Qudra, portavoce del ministero della Sanità palestinese a Gaza, ha inoltre spiegato, sempre ad Al Jazeera, che durante il blitz, nell’ospedale erano presenti «solo medici, pazienti e sfollati», affermando: «Non abbiamo nulla da temere o da nascondere». E, in effetti, nel complesso sanitario non sono stati trovati miliziani (secondo Israele sarebbero fuggiti poco prima dell'arrivo dei militari nella zona).

L’esercito israeliano, dopo l’operazione, ha però fatto sapere di aver recuperato «armi e altre infrastrutture terroristiche» ad Al-Shifa, e di aver trovato «prove concrete che i terroristi di Hamas utilizzano l'ospedale come quartier generale del terrorismo». Nello specifico, documenti e computer portatili (in cui - secondo i militari - sarebbero stati trovati video e foto degli ostaggi) che potrebbero rivelare informazioni sul gruppo islamista e sulle persone rapite lo scorso 7 ottobre.

In seguito, sono state diffuse foto e video che mostrano almeno 13 fucili d’assalto, qualche bomba a mano, una pistola, munizioni e alcuni giubbotti antiproiettile. Israele sostiene di aver scoperto le armi all'interno dell'ospedale, persino occultate dietro a macchinari per la risonanza magnetica. In un video, inoltre, un portavoce dell’esercito israeliano ha mostrato diversi sacchetti contenenti «materiale medico», così da smentire la tesi secondo cui la struttura sanitaria sarebbe a corto di scorte salvavita. Al momento nessun media internazionale è stato in grado di verificare in maniera indipendente da dove provengano le armi mostrate dai militari. Piuttosto, ha sollevato interrogativi il fatto che sia stato assediato un ospedale pieno di civili per recuperare una decina di fucili d’assalto e qualche granata. Il portavoce dell'esercito ha però spiegato che il materiale recuperato «è solo la punta dell’iceberg», mentre, in queste ore, la ricerca all’interno del complesso sanitario prosegue.

Hamas ha liquidato la versione israeliana definendola «una storia inventata a cui nessuno crederebbe mai». Il gruppo islamista ha inoltre dichiarato che le affermazioni dell’esercito non sono «altro che la continuazione delle bugie e della propaganda a buon mercato, attraverso la quale (Israele, ndr) sta cercando di giustificare il suo crimine volto a distruggere il settore sanitario a Gaza».

L’ONU, l’OMS e numerose ONG per i diritti umani da giorni denunciano la situazione disperata nell’ospedale Al-Shifa, dove sarebbero morti anche neonati a causa dell’assenza di carburante per le incubatrici. Secondo il ministero della Sanità palestinese, martedì, 40 pazienti sarebbero deceduti dopo che i generatori che alimentavano le macchine per la dialisi e altri supporti vitali hanno smesso di funzionare.

Al-Shifa non è l'unico ospedale di Gaza preso di mira durante la guerra: già negli scorsi giorni, Cordula Droege, responsabile legale del Comitato internazionale della Croce Rossa, aveva posto la questione sotto i riflettori, spiegando che prima di attaccare un centro medico bisogna essere assolutamente certi che l'edificio sia usato per scopi militari. Aggiungendo che è necessario informare il nemico sull’intenzione di colpire un ospedale e permettere l’evacuazione di tutti i civili presenti nella struttura. Quest'oggi il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha denunciato gravi violazioni del diritto internazionale nella lotta tra Israele e Hamas, reputando necessaria una «rigorosa» indagine internazionale.

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