La ricerca

Lotta al cambiamento climatico: come sapere quali misure funzionano e quali no?

Uno studio pubblicato sulla rivista Science mostra come manchino ancora dati precisi sull'efficienza di molte politiche climatiche introdotte nell'ultimo ventennio: bisognerà affinare la mira per rispettare gli obiettivi dell'Accordo di Parigi
©Susan Walsh
Red. Online
02.11.2024 21:30

Misure di qua, misure di là. È facile, per industrie e governi, prendere impegni riguardanti la riduzione di emissioni di gas serra. Ma quanti di questi sono efficaci? Abbiamo strumenti sufficienti per misure quali iniziative funzionano e quali no? Una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Science mostra come tante, tantissime politiche attuate nell'ultimo ventennio da 41 Paesi non abbiano prove concrete di successo.

La ricerca

La ricerca, effettuata da autori di centri tedeschi, britannici e francesi, si basa su un semplice concetto: «Per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Accordo di Parigi è necessario conoscere meglio quali politiche climatiche funzionano nel ridurre le emissioni ai livelli prefissati». Per questo, l'obiettivo si prefigge l'obiettivo di creare una valutazione «su larga scala e trasversale» con la quale «guidare le società e i decisori politici nell'accelerare l'implementazione di contributi determinati a livello nazionale (NDC) previsti dall'Accordo di Parigi, fornendo prove tangibili su quali strumenti politici hanno il potenziale per ottenere grandi riduzioni di emissioni».

I ricercatori, si legge nello studio pubblicato in agosto e recentemente passato sulle pagine dell'Economist, hanno fornito una «valutazione globale e sistematica ex post per identificare le combinazioni di misure che hanno portato a grandi riduzioni delle emissioni su 1.500 politiche climatiche attuate tra il 1998 e il 2022 in 41 Paesi di sei continenti». Un approccio costruito sulla completa banca dati dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sulle politiche climatiche, ma anche sull'utilizzo di intelligenza artificiale nell'analisi delle differenze.

I 41 Paesi analizzati non sono stati, ovviamente, scelti a caso: «Le loro emissioni emissioni rappresentano complessivamente l'81% delle emissioni globali totali nel 2019». I risultati parlano chiaro: nel periodo di 25 anni in analisi, solo in 69 casi sono state registrate grandi riduzioni di emissioni di gas dannosi. Di queste 69 riduzioni o interruzioni, 63 sono associate ad almeno un'adozione o inasprimento delle politiche climatiche entro un intervallo di due anni. Insomma: su 1.500 adozioni e inasprimenti, solo 63 sono direttamente collegabili a grossi tagli nelle emissioni. Politiche di successo, si legge nello studio, che presentano alcune analogie: si tratta spesso di misure legate alla tassazione o della combinazione di più interventi in ambiti diversi. Complessivamente, questi 63 casi hanno permesso di ridurre le emissioni di anidride carbonica di 1,8 miliardi di tonnellate: più del totale netto combinato di Gran Bretagna, Francia e Germania nel 2023. Un risultato importante, ma solo un sesto di quanto necessario per porre un freno all'aumento delle temperature globali, in particolare se l'obiettivo è rimanere sotto i +2°C rispetto ai livelli preindustriali.

Le altre 1.400

Solo il 4,2% delle politiche climatiche messe in campo dai 41 Paese in analisi, insomma, ha avuto risultati misurabili. Per oltre 1.400 azioni, invece, ci sono poche prove che la loro introduzione abbia funzionato. Ma attenzione: ciò non significa che siano state un fallimento totale. La ricerca pubblicata su Science, spiega l'Economist, ha potuto studiare solo gli effetti a breve termine. In più, la mancanza di dati per vaste regioni (come la maggior parte dell'Africa) ha impedito che l'effetto delle politiche climatiche fosse studiato su di esse.

Considerata l'importanza e l'urgenza di una corretta applicazione di misure per combattere il cambiamento climatico, comunque, è meglio affinare la mira. Interpellati dal settimanale britannico, Jan Minx (direttore del gruppo di lavoro Applied Sustainability Science presso il Mercator Research Institute di Berlino) e Alan Dangour (responsabile del team clima di Wellcome, istituto di finanziamento della ricerca con sede a Londra), hanno sottolineato la necessità di una svolta negli studi climatici, promuovendo l'analisi dell'impatto effettivo che interventi specifici hanno sulle emissioni di CO2, invece di limitarsi alle misurazioni generali effettuate sinora. Come? Insegnando, ad esempio, ai ricercatori sul clima come sintetizzare le prove in modo significativo e standardizzato. Ma anche accelerando l'intero processo, tramite l'integrazione di modelli AI rapidissimi nella gestione di moli importanti di dati.

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