Lotta alle puff: la Francia intende vietare le sigarette elettroniche usa e getta

Le sigarette elettroniche usa e getta guadagnano sempre più popolarità tra i giovani. E gli adulti, spesso, non sono informati sui rischi associati a questi dispositivi. Negli scorsi giorni, l'Associazione svizzera per la prevenzione al tabagismo (AT), insieme alla Lega polmonare ticinese, ha lanciato l’allarme sui rischi legati alle cosiddette puff (o vape), chiedendo a genitori e docenti di «proteggere i bambini e i ragazzi dalle sigarette elettroniche». Il problema legato alle vape, che rappresentano una minaccia anche dal punto di vista ambientale, sta facendo discutere in Europa, tant’è che la Francia ha fatto sapere di volerle vietare, proprio come avvenuto in Germania. In Belgio la vendita online di tali dispositivi è già vietata, mentre in Irlanda è in corso una consultazione nazionale sul divieto.
Durante una recente intervista a RTL, la prima ministra Elisabeth Borne ha annunciato che le sigarette elettroniche usa e getta saranno «presto vietate», nell'ambito del piano antitabacco previsto per il periodo 2023-2028. La premier francese, citata da Le Monde, ha dichiarato: «Abbiamo aumentato l'imposta sul tabacco quest'anno e non prevediamo di aumentarla l'anno prossimo. Ciò non significa che non siamo attenti al (problema del) consumo di tabacco». Borne ha precisato che «il tabacco provoca 75.000 morti all'anno», rappresentando «un importante problema di salute pubblica». La premier ha quindi sottolineato che il governo «presenterà presto un nuovo piano nazionale di lotta al fumo con l’introduzione di un divieto per le sigarette elettroniche usa e getta, le famose puff, che rappresentano una cattiva abitudine per i giovani».
Sebbene alcune contengano nicotina, con un livello compreso tra 0 mg/ml e 20 mg/ml, a destare preoccupazione è anche il gesto associato allo «svapare», che potrebbe spingere i giovani al vizio del fumo. Senza poi contare gli effetti sulla salute: nelle vape non c’è solo nicotina (quando presente), ma anche un «cocktail chimico» di sostanze spesso poco conosciute, e potenzialmente tossiche, tra cui «metalli pesanti come nickel, stagno e piombo», «sostanze chimiche cancerogene», «composti organici volatili», «particelle ultra-fini» e «aromi che possono portare a malattie polmonari». Oltre a gusti dolci, come marshmallow, caramello o frutti esotici, le puff attraggono i giovani anche per quello che l'Associazione svizzera per la prevenzione al tabagismo ha definito «marketing aggressivo», rivolto agli adolescenti in modo giocoso, con packaging molto colorati e l’uso dei social media, con i prodotti spesso esibiti dagli influencer. Secondo uno studio sulle dipendenze in Svizzera del 2022, circa il 92% dei 15.enni ha già provato una sigaretta elettronica. Stando a una ricerca irlandese citata dal Guardian, gli adolescenti che usano la sigaretta elettronica avrebbero una probabilità fino a cinque volte maggiore di iniziare a fumare rispetto a quelli che non «svapano».
Le puff rappresentano anche un problema ambientale: sono monouso, utilizzano plastica e contengono una batteria agli ioni di litio (non riciclabile), nonché metalli pesanti. In un editoriale dello scorso 30 aprile, un gruppo di medici, specialisti del tabacco e ambientalisti aveva denunciato su Le Monde, oltra ai rischi per la salute, pure quelli ambientali definendo le puff «indifendibili» da un punto di vista ecologico. Stando a uno studio citato da IlPost, nel Regno Unito ogni settimana vengono buttate via circa 1,3 milioni di sigarette elettroniche usa e getta.