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L'Ucraina resiste su tutti i fronti, in attesa di nuove armi

Attacchi russi su diverse città, da Bakhmut a Kharkiv: Kiev attende nuovi aiuti dall'Occidente - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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L'Ucraina resiste su tutti i fronti, in attesa di nuove armi
Red. Online
10.01.2023 06:14
00:33
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I russi del gruppo Wagner rivendicano la conquista di Soledar

I mercenari russi del Gruppo Wagner rivendicano di aver conquistato la cittadina ucraina di Soledar e di averne circondato il centro, dove si combatte: lo ha affermato il fondatore e capo della milizia, l'oligarca amico di Putin Ievgheni Prigozhin.

«Unità della compagnia militare privata Wagner hanno preso l'intero territorio di Soledar sotto il suo controllo. Il centro cittadino è stato circondato e si combatte una guerra urbana. Il numero dei prigionieri sarà annunciato domani», scrive Prigozhin sul canale Telegram del Gruppo Wagner.

22:00
22:00
Baerbock conferma la cautela di Berlino sull'invio dei panzer

«Per noi è importante agire insieme ai nostri alleati», lo ha detto oggi la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, in merito all'ipotesi di consegnare panzer tedeschi Leopard 2 all'Ucraina. La ministra ha così confermato la cautela e l'attuale 'no' di Berlino sull'invio dei carri armati da combattimento tedeschi richiesti con insistenza da Kiev.

Baerbock ha rilasciato a Tagesthemen un'intervista dal treno con cui sta tornando proprio dall'Ucraina, dove oggi ha visitato a sorpresa Kharkiv e ha incontrato il suo omologo Dmytro Kuleba.

Come riporta Tagesschau, Baerbock ha detto che «anche se il cuore si scalda» e anche se capisce la pressione, agire all'unisono con i partner costa «un po' più di tempo in alcuni momenti», ma è importante per riflettere insieme su come procedere in modo responsabile. Insieme ai partner internazionali, verifichiamo costantemente «come si possono salvare vite umane», ha aggiunto Baerbock.

21:57
21:57
Si rafforza la cooperazione UE-NATO, «più armi a Kiev»

Più aiuti militari all'Ucraina, più cooperazione tra UE e NATO, maggiore spinta all'industria della difesa: nel giorno della terza dichiarazione congiunta tra Unione Europea e Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg, Ursula von der Leyen e Charles Michel chiariscono innanzitutto un punto: a Volodymyr Zelensky vanno inviate le armi che Kiev ritiene necessarie, inclusi i carri armati da combattimento Leopard.

L'assioma della cooperazione tra UE e NATO, nel breve e medio periodo, resta questo: aiutare l'Ucraina senza perdere di vista che la guerra potrebbe durare ancora molto.

Nel documento che rinnova il Patto atlantico, estendendolo a settori come aerospazio, infrastrutture strategica, guerre ibride e disinformazione, non è delineata alcuna pausa nel flusso di armi che l'Occidente sta inviando all'Ucraina.

«Il regime a Mosca voleva dividerci e ha fallito. Dobbiamo continuare sulla nostra alleanza transatlantica, sulla cooperazione UE-NATO e rendere più forte il nostro supporto all'Ucraina», ha scandito il segretario generale dell'Alleanza annunciando per la settimana prossima una nuova riunione del Gruppo di contatto a Ramstein.

Dove gli Alleati ascolteranno dagli stessi ucraini di quali armi hanno bisogno. Le esitazioni fatte filtrare in questi giorni da Berlino sull'invio di Leopard non sono citate in maniera esplicita. Il messaggio della NATO, ma soprattutto dell'UE, è però chiarissimo. «L'Ucraina va sostenuta con tutti gli armamenti di cui ha bisogno per difendere il proprio territorio e il diritto internazionale, inclusi sistemi avanzati di difesa aerea, ma anche altre categorie di equipaggiamento militare avanzato», ha sottolineato von der Leyen.

Parole che, probabilmente, non saranno passate inosservate neanche in Italia alle prese con il sesto pacchetto di armi da inviare a Kiev. Certo, via via che la guerra si prolunga aumenta l'emergenza scorte. «È vero, le abbiamo esaurite», ha ammesso Stoltenberg assicurando tuttavia che si sta già provvedendo al riempimento degli stock. «Nel lungo periodo - ha spiegato - la soluzione è aumentare la produzione».

Una task force ad hoc, in coordinamento con le agenzie europee della difesa, «per capire come riempire gli stock e cosa serve all'industria della difesa», ha spiegato von der Leyen assicurando come, parallelamente, la pressione di Bruxelles sul Cremlino resterà alta. E annunciando nuove sanzioni per Iran e Bielorussia, «che sostengono militarmente Mosca».

La terza dichiarazione congiunta, composta da 14 punti e firmata a Bruxelles nel quartier generale NATO, rimarca senza mezzi termini che «questo è un momento chiave per la stabilità euro-atlantica». Il progetto dell'autonomia strategica dell'UE, in campo militare, non può che risentirne. «La NATO rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi alleati ed è essenziale per la sicurezza euroatlantica», recita il documento.

21:49
21:49
Battaglia a Soledar, «strade coperte di cadaveri»

La battaglia di Soledar è entrata nella fase decisiva. I russi hanno intensificato gli attacchi e adesso controllano gran parte della cittadina mineraria del Donbass, anche se al prezzo di «migliaia» di perdite.

Cumuli di macerie e strade «coperte di cadaveri» del nemico, è la cupa fotografia del fronte descritta da Volodymyr Zelensky, che ha sottolineato la resistenza del suo esercito.

Gli scontri sono più furiosi che mai perché le milizie della brigata Wagner, che guidano l'assalto russo, sono intenzionate a chiudere al più presto la partita per concentrarsi sull'obiettivo principale, la vicina Bakhmut. Mentre le forze di difesa di Kiev si apprestano ad iniziare l'addestramento all'uso dei Patriot negli Stati Uniti.

A Soledar gli invasori hanno compiuto progressi nell'avanzata negli ultimi quattro giorni, ha rilevato l'intelligence britannica, mentre il comando orientale ucraino ha parlato di «86 attacchi con l'artiglieria» in 24 ore.

Secondo i secessionisti di Donetsk la città sta per cadere, ma il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin ha ammesso che il nemico «sta combattendo con coraggio». Si combatte per prendere il controllo dell'ingresso di una delle miniere di sale in disuso. I tunnel passano sotto la linea del fronte e sono parte di una rete lunga 200 km che corre su tutto il distretto.

E che può essere utilizzata da entrambe le parti per infiltrarsi dietro le linee nemiche. Lo stesso Prigozhin ha definito le miniere la «ciliegina sulla torta» dell'area, una «rete di città sotterranee» che può consentire la libera circolazione di soldati e tank.

Ad appena dieci chilometri da Soledar prosegue la battaglia di Bakhmut, dove i russi non riescono a sfondare. Ed è improbabile che ciò a accada nel breve termine, perché Kiev ha rinforzato le sue difese. L'Armata non ha compiuto progressi significativi neanche sugli altri campi del Donetsk e nel sud dell'Ucraina.

Forse anche perché sarebbe a corto di munizioni. Funzionari americani citati dalla CNN hanno rilevato che il fuoco di artiglieria è drasticamente diminuito rispetto al suo massimo, in alcune aree addirittura del 75%. A Washington questo dato viene letto in due modi: un cambio di tattica per ovviare ai successi della controffensiva ucraina, oppure un'effettiva necessità di razionare i colpi.

A Kiev, invece, sulla fornitura di armi sono arrivati nuovi segnali incoraggianti da parte degli alleati. NATO e UE hanno raggiunto un'intesa per inviare più aiuti, mentre Zelensky ha avuto un colloquio con il presidente del consiglio UE Charles Michel, che gli ha garantito il «supporto militare necessario».

Inoltre, i soldati ucraini inizieranno a breve l'addestramento negli Stati Uniti per l'utilizzo dei sistemi Patriot, che nelle ultime settimane sono risultati decisivi per neutralizzare i raid del nemico. Significativa poi la visita a sorpresa della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock a Kharkiv.

È stata la prima volta di una esponente di governo occidentale nella seconda città del Paese, in una zona di conflitto così vicina al confine russo. Baerbock, incontrando il collega Dmytro Kuleba, ha promesso nuove armi. Berlino ha già deciso di spedire blindati leggeri e Patriot, Kiev adesso si aspetta che arrivino anche i tank tedeschi. «Senza i Leopard altra gente morirà», ha avvertito il capo della diplomazia ucraina.

Per Mosca la rinnovata mobilitazione dei partner di Kiev è come fumo negli occhi, e lo ha fatto intendere Nikolai Patrushev. La guerra in Ucraina è uno «scontro militare tra la NATO e la Russia», ha affermato il segretario del consiglio di sicurezza russo, tra gli uomini più fidati di Putin.

E «l'operazione militare speciale», ha sottolineato, serve a «porre fine al sanguinoso esperimento dell'Occidente per distruggere il fraterno popolo ucraino». Messaggi di fuoco sono stati inviati anche da Sergei Shoigu.

La Russia, ha assicurato il ministro della Difesa, continuerà a sviluppare armi nucleari ed a «mantenerle pronte al combattimento, poiché lo scudo nucleare è stato e rimane il principale garante della sovranità e dell'integrità territoriale del nostro Stato».

21:46
21:46
Russia: Lapin capo delle forze terrestri, ma è un siluramento

Promoveatur ut amoveatur: forse è in questa chiave che va letta la nomina a capo di Stato Maggiore delle forze terrestri russe del generale Alexander Lapin, un tempo militare celebrato dal Cremlino e poi finito nella polvere dopo la sconfitta di Lyman. Una nomina annunciata dalla Tass e per ora «non confermata né smentita» da Mosca.

Lapin, insignito del titolo di 'Eroe della Russia' solo lo scorso luglio da Vladimir Putin in persona, era divenuto celebre per la conquista di Lysychansk nel Lugansk, teatro di una vittoriosa offensiva russa in estate, e per aver mandato in battaglia anche il figlio, tra Sumy e Chernihiv.

Ma il fato riservava tutt'altro destino a Lapin, che a ottobre è divenuto protagonista del ritiro da Lyman, snodo strategico delle linee di rifornimento tra il Donbass, il nord e il sud dell'Ucraina. Venne silurato in silenzio, e sostituito dal generale Alexander Linkov.

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov lo aveva accusato di non aver fornito le necessarie comunicazioni e i rifornimenti di munizioni alle truppe dei filorussi della regione, favorendo così la sconfitta. Kadyrov aggiunse di aver informato il capo di Stato maggiore delle Forze armate, Valery Gerasimov, dei rischi che le truppe russe correvano.

«Ma Gerasimov mi ha assicurato che aveva piena fiducia in Lapin e non credeva possibile un ritiro da Lyman», sottolineò velenoso il leader ceceno. Tra i primi a unirsi alle feroci critiche anche Yevgeny Prigozhin, capo dei mercenari Wagner, oggi sotto i riflettori per la battaglia di Soledar dove è andato di persona per lanciare un altro dei suoi proclami.

Le truppe di Wagner stanno giocando infatti un ruolo di primo piano nella battaglia per Bakhmut. Prigozhin ha rivendicato che l'assalto a Soledar è stato compiuto «esclusivamente» da membri della sua organizzazione.

Kadyrov e Prigozhin, la cui crescente influenza sul campo di battaglia è tangibile, vogliono avere più spazio di manovra, e secondo gli osservatori statunitensi Lapin andava rimosso dalle stanza dei bottoni della guerra in Ucraina.

Il generale è solo l'ultimo nella girandola dei licenziamenti tra i militari russi. Prima di lui sono finiti sul patibolo il generale Aleksandr Vladimirovich Dvornikov, a cui era stato affidato lo scorso aprile il comando generale «dell'operazione speciale», sostituito a giugno dal generale Gennadij Zidko.

Anche lui rimosso, al suo posto è arrivato a ottobre Sergei Surovikin, il 'generale Armageddon' già capo delle operazioni in Siria. Sempre a ottobre era invece stato silurato il generale-colonnello Aleksandr Chaiko, destituito da comandante del Distretto militare orientale in favore del generale Rustam Muradov - le forze militari russe dell'est sono in gran parte impegnate in Ucraina -.

La sconfitta di Lyman è costata il posto anche al generale Aleksandr Zhuravlev, che comandava il Distretto militare occidentale dal 2018, mentre il comandante della Flotta del Mar Nero, Igor Osipov, è stato rimosso in agosto, dopo l'affondamento della Moskva: al suo posto è arrivato il viceammiraglio Viktor Nikolayevich Sokolov.

16:54
16:54
Baerbock a Kharkiv: prima volta di un ministro occidentale

La ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock ha visitato Kharkiv, nel nord-est dell'Ucraina: è la prima volta di un alto funzionario occidentale nella città devastata dalla guerra vicina al confine con la Russia. Lo rende noto il ministero degli Esteri tedesco.

Invitata dal suo omologo «e amico» Dmytro Kubela, Baerbock ha detto che la popolazione ucraina può «contare sulla nostra solidarietà e sul nostro sostegno» nel fornire generatori, trasformatori, carburante o coperte per sopravvivere al gelido inverno, secondo le dichiarazioni rilasciate dalla seconda città del Paese, e trasmesse dal ministero tedesco.

16:13
16:13
Soldati ucraini negli USA per addestramento sui Patriot

I soldati ucraini inizieranno l'addestramento sui Patriot negli Stati Uniti la prossima settimana. Lo hanno detto alla CNN due funzionari USA. Il training si svolgerà a Fort Sill, in Oklahoma, dove le forze americane normalmente svolgono i loro programmi di addestramento sul sistema di difesa anti-aerea.

L'addestramento dei soldati di Kiev sui Patriot durerà «diversi mesi», secondo Laura Cooper, sottosegretaria alla Difesa USA con delega a Russia e Ucraina. Joe Biden ha annunciato l'invio dei sistemi di difesa in occasione della visita a Washington del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, lo scorso 21 dicembre.

12:10
12:10
«Non pubblicheremo la lista dei soldati uccisi a Makiivka»

Il commissario militare della regione russa di Samara, Alexey Vdovin, ha annunciato che le autorità non pubblicheranno una lista di coloro che sono stati uccisi o feriti nell'attacco di Capodanno a Makiivka, dove secondo Mosca hanno perso la vita «almeno 89 soldati russi» e secondo Kiev «circa 400».

Lo riporta la testata online Meduza precisando che degli attivisti locali hanno chiesto la pubblicazione dei nomi dei militari uccisi e una petizione con questa richiesta ha finora raccolto 49'000 firme.

Secondo diversi media, molte delle vittime del bombardamento erano riservisti mobilitati per la guerra in Ucraina e originari della zona di Samara. Il giornale online russo «63.ru» - citata sempre da Meduza - scrive che Vdovin ha giustificato il rifiuto di rivelare i nomi delle vittime con il fatto che tali elenchi contengono dati personali e possono portare a «provocazioni» da parte di agenzie di intelligence straniere.

10:51
10:51
«Il conflitto in Ucraina è uno scontro tra Nato e Russia»

Il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev, fedelissimo di Vladimir Putin, in un'intervista al giornale russo «Argumenty i Fakty», ha espressamente dichiarato di essere in guerra con la Nato al fine di liberare l'Ucraina.

«Gli eventi in Ucraina non sono uno scontro tra Mosca e Kiev, questo è uno scontro militare tra la Nato, e soprattutto Stati Uniti e Inghilterra, e la Russia. Temendo il contatto diretto, gli istruttori della Nato stanno portando i ragazzi ucraini a morte certa. Con l'aiuto di un'operazione militare speciale, la Russia sta liberando le sue regioni dall'occupazione e deve porre fine al sanguinoso esperimento dell'Occidente per distruggere il fraterno popolo ucraino». Ha detto Patrushev.

«Non siamo in guerra con l'Ucraina, perché, per definizione - sostiene il segretario del Consiglio di sicurezza - non possiamo provare odio per gli ucraini ordinari. Le tradizioni ucraine sono vicine agli abitanti della Russia, così come l'eredità del popolo russo è inseparabile dalla cultura degli ucraini. Si noti che in Crimea la lingua ucraina è conservata come una delle lingue di stato».

08:36
08:36
«La regione di Zaporizhzhia attaccata più di 600 volte da inizio anno»

Le forze russe hanno attaccato la regione di Zaporizhzhia, nell'Ucraina meridionale, oltre 600 volte dall'inizio di quest'anno, provocando quattro morti e sette feriti: lo ha reso noto il capo dell'Amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh, come riporta Ukrinform.

«Dall'inizio dell'anno ci sono stati più di 600 attacchi a città e paesi pacifici: quattro morti e sette feriti», ha affermato Starukh aggiungendo che ieri i russi hanno lanciato 91 attacchi nella regione, di cui 70 hanno preso di mira le infrastrutture civili in 19 villaggi.

Starukh ha sottolineato che l'amministrazione filorussa sta cercando di vietare la circolazione della valuta ucraina (la grivna) nei territori occupati della regione. I russi hanno inoltre introdotto dei «pass» per i residenti, senza i quali è vietato muoversi tra i villaggi occupati.

06:14
06:14
IL PUNTO ALLE 6

L'esercito russo, alla disperata ricerca di un successo che rilanci la sua offensiva in Ucraina, intensifica i suoi sforzi per soffocare la resistenza del nemico a Bakhmut. Le milizie secessioniste hanno rivendicato la conquista di un villaggio vicino alla città del Donbass che l'Armata di Vladimir Putin cerca di prendere da mesi.

Le forze di difesa, però, continuano a resistere, ha assicurato Volodymyr Zelensky. Che nel frattempo ha ricevuto l'ennesima minaccia di morte da parte dell'oscuro leader ceceno Ramzan Kadyrov.

Il villaggio finito in mano russa è Bakhmoutské, a nord-est della città che nelle ultime settimane è l'epicentro dei combattimenti. Un tempo nota per i vigneti e le miniere di sale - contava 70mila abitanti prima dell'inizio dell'invasione russa - Bakhmut è ormai diventata una località fantasma, con più macerie che edifici ancora in piedi. Sui fronti opposti delle barricate il duello va avanti con il sempre più massiccio ricorso dell'artiglieria, ma i russi (in particolare i mercenari del gruppo Wagner), non riescono ad avanzare.

Più complicata è la situazione per gli ucraini nella città gemella di Soledar, dove le truppe di invasione hanno reintegrato le perdite dispiegando nuove unità d'assalto, ha reso noto la viceministra della Difesa di Kiev Hanna Maliar. Prendere il controllo di quest'area, per l'esercito russo, vorrebbe dire aprirsi la strada per puntare le città più grandi dell'oblast di Donetsk ancora sotto il controllo ucraino, Kramatorsk e Sloviansk.

In attesa di una svolta nel Donbass, gli occupanti hanno continuato a colpire anche in altre regioni. L'attacco più duro è stato sferrato a Kharkiv: missili hanno centrato un mercato nella cittadina di Shevchenkove, con il bilancio di due donne uccise e almeno 7 civili feriti, tra cui una 13enne. Bombardamenti sono stati segnalati anche nell'oblast di Mikolaiv, con almeno tre feriti e danni ad un ospedale. E l'artiglieria russa è sempre in azione a Kherson, che sarebbe stata bersagliata oltre 70 volte in appena 24 ore.

Gli ucraini, comunque, continuano a tenere testa agli invasori praticamente su tutti i fronti. In attesa delle nuove armi promesse dagli occidentali, a partire dagli americani e dai tedeschi, che di recente hanno concordato l'invio di blindati leggeri e di altri sistemi anti-missili Patriot. Berlino, tra l'altro, ha fatto sapere che in futuro potrebbe mettere a disposizione di Kiev i suoi carri armati Leopard, ed anche la Gran Bretagna sta valutando la possibilità di mandare i tank Challenger 2.

A questa rinnovata mobilitazione occidentale il Cremlino ha reagito affermando che continuare a fornire armi a Kiev non farebbe altro che «prolungare le sofferenze» degli ucraini e non «cambierebbe» gli equilibri di potere. Una dichiarazione, quella di Dmitry Peskov, che sembra voler dire alla Nato: se volete che ci fermiamo e iniziano a negoziare, dovete smetterla di rafforzare gli ucraini. Ben più aggressiva la retorica di Ramzan Kadyrov, che non ha mai dubitato della necessità di invadere l'Ucraina. «Non dovrebbero esserci negoziati. Dobbiamo colpire la tana dei satanisti nel centro di Kiev! È necessario colpire il principale difensore e agitatore di questa vile ideologia: Zelensky», è stato il nuovo appello lanciato dal luogotenente di Putin in Cecenia.

Il leader ucraino intanto ha ricevuto a Kiev il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans per fare il punto sulle necessità immediate alla luce dell'intensificarsi degli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche. Il contributo europeo alla ricostruzione del Paese sarà tra i temi principali del vertice che si terrà il 3 febbraio, e che la presidenza svedese ha confermato si terrà in Ucraina.