L'UE ha firmato la convenzione quadro sull'intelligenza artificiale
L'Unione europea (Ue) ha firmato la convenzione quadro sull'intelligenza artificiale (IA) e i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto elaborata in seno al Consiglio d'Europa, in una cerimonia tenutasi a Vilnius dove i ministri della giustizia dei paesi membri dell'organizzazione sono riuniti per discutere su come garantire che i responsabili dei reati internazionali commessi in Ucraina siano tradotti davanti alla giustizia.
Alla Ue si sono aggiunti 9 paesi, Andorra, Georgia, Islanda, Moldova, Norvegia, San Marino, Regno Unito, Stati Uniti e Israele. Questi ultimi due hanno partecipato assieme ad altri paesi non membri del Consiglio d'Europa alla stesura della convenzione, che mira ad essere un trattato globale.
A firmare per la Ue è stata Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea responsabile per coordinare le politiche sui valori e la trasparenza. "L'intelligenza artificiale è piena di promesse, che hanno già iniziato a produrre benefici significativi in molteplici ambiti, salute, agricoltura, educazione, energia, trasporto. Questo è anche vero per uno dei pilastri del nostro sistema democratico, la giustizia. Allo stesso tempo non possiamo ignorare i rischi derivanti dall'intelligenza artificiale", ha affermato Jourova prima di firmare.
La convenzione fornisce un quadro giuridico che copre l'intero ciclo di vita dei sistemi d'intelligenza artificiale. Il Consiglio d'Europa evidenzia che "promuove il progresso e l'innovazione dell'intelligenza artificiale, gestendo al contempo i rischi che essa può comportare per i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto". Il trattato copre l'uso dei sistemi da parte delle autorità pubbliche e dei privati.
Gli Stati che ratificheranno il testo non sono tenuti ad applicare le disposizioni che contiene alle attività connesse alla protezione dei loro interessi di sicurezza nazionale, ma devono garantire che tali attività rispettino il diritto internazionale e le istituzioni e i processi democratici. Inoltre la convenzione non si applica alle questioni di difesa nazionale né alle attività di ricerca e sviluppo, tranne nei casi in cui la sperimentazione di sistemi di intelligenza artificiale possa potenzialmente interferire con i diritti umani, la democrazia o lo stato di diritto.
"Dobbiamo fare in modo che l'ascesa dell'IA sostenga i nostri standard, anziché indebolirli e questa convenzione è stata concepita per garantire proprio questo", ha affermato la segretaria generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejcinovic Buric. "È un testo forte ed equilibrato, frutto dell'approccio aperto e inclusivo con cui è stato redatto e che ha garantito che beneficiasse di prospettive multiple ed esperte", ha aggiunto, augurandosi che "alle firme di oggi ne seguano molte altre e che siano seguite rapidamente dalle ratifiche, in modo che il trattato possa entrare in vigore il prima possibile".
La convenzione entrerà in vigore tre mesi dopo che cinque paesi, tra cui almeno tre Stati membri del Consiglio d'Europa, l'avranno ratificata. Il testo prevede anche un meccanismo per monitorare come i paesi la stanno applicando.