Il caso

L'ultima mossa di Airbnb contro le feste in casa? L'intelligenza artificiale

La società, da anni, lotta contro i party organizzati nelle strutture prenotabili sulla sua piattaforma — Dopo dei discreti successi, l'AI rimane l'ultima soluzione per risolvere il problema una volta per tutte
© Shutterstock
Red. Online
30.10.2023 14:04

Airbnb e le feste. Le feste e Airbnb. Ne abbiamo parlato, e parecchio. La piattaforma, da tempo, combatte con utenti che affittano case e strutture per organizzare dei party. Facendo, come da copione, molto rumore, baccano e, nei casi peggiori, anche gravi danni alle abitazioni e a ciò che si trova al loro interno. Recentemente, anche il Ticino è stato colpito da un problema simile. Persino nel nostro cantone, non sono rari i casi in cui gli inquilini lamentano di aver a che fare con turisti rumorosi e poco educati. Da chi ascolta musica fino a notte fonda, a chi non si preoccupa di parlare con un tono di voce decisamente alto. 

Riuscire a verificare chi si nasconda dietro le prenotazioni, chiaramente, è complesso. È una sfida che Airbnb, ormai da anni, cerca di vincere. E ora, per riuscirci, ha deciso di puntare su un alleato d'eccellenza: l'intelligenza artificiale. Ma in che modo? 

Le mosse precedenti

Prima di spiegare in che cosa consista la nuova mossa della piattaforma, facciamo un passo indietro. Già, perché, come anticipato, Airbnb, da anni, lotta per abolire le feste in casa. A partire dal 2019, ossia dall'anno in cui avvenne la «strage di Halloween». Il 31 di ottobre di quattro anni fa, a Orinda, in California, cinque persone vennero uccise con colpi di arma da fuoco mentre si trovavano in un appartamento prenotato proprio sulla piattaforma. Dopo quel tragico episodio, il portale lanciò la linea «Neighborhood Support Line», ossia un servizio attivo 24 ore su 24 per i «vicini di casa degli Airbnb», i quali avevano il compito di segnalare qualunque movimento sospetto nelle abitazioni affittate. 

Poi fu il turno della pandemia. Con la chiusura di bar e locali, molte persone pensarono di far baldoria proprio negli alloggi offerti da Airbnb. Portando la società ad annunciare ulteriori divieti, per prevenire la diffusione del coronavirus. In quel caso, venne impostato un limite massimo di 16 partecipanti per struttura. E infine, nell'estate dello scorso anno il divieto divenne definitivo, per tutte le feste in generale, negli appartamenti di tutto il mondo. 

Il nuovo software

Arriviamo al presente. Innanzitutto, le misure di Airbnb qualche risultato lo hanno raggiunto. Secondo quanto dichiarato dalla società stessa, grazie alle restrizioni sviluppate negli ultimi tempi, il numero di feste segnalate è diminuito del 55% negli ultimi tre anni. Ma la strada per riuscire a contrastare del tutto il fenomeno è ancora lunga. Ed è qui che entra in gioco l'ormai indispensabile intelligenza artificiale. Laddove il controllo del vicinato non ha funzionato, così come il buon senso civico degli utenti, non resta infatti che rivolgersi alle nuove tecnologie. 

Nello specifico, il nuovo software introdotto dall'azienda, operativo in tutto il mondo, sarà attivo nel controllare alcuni aspetti critici. Il primo è quello relativo alla data di creazione dell'account. Più la data di iscrizione è recente, infatti, più è possibile che si tratti di utenti che si registrano per la prima volta sulla piattaforma con scopi sospetti. Di più, il nuovo software di intelligenza artificiale, sarà in grado di scoprire se la persona che sta inoltrando una richiesta di prenotazione vive nella stessa zona dell'appartamento che intende affittare. A detta della società, infatti, quando a prenotare è un utente che abita in prossimità del luogo in cui si trova la struttura, spesso si tratta di qualcuno che intende organizzare una festa. 

E non è tutto. Grazie all'intelligenza artificiale sarà possibile prestare più attenzione alla durata del soggiorno. Solitamente, infatti, le prenotazioni «problematiche» sono quelle di una sola notte, e in periodi festivi come Capodanno, Halloween e via discorrendo. «Se qualcuno prenota una stanza durante la notte di Capodanno per una sole notte, e proviene dalla stessa città dell'host che offre la struttura, ci sono alte probabilità che si tratti di una festa», confessa alla BBC la responsabile della sicurezza e della fiducia di Airbnb.

La festa è finita

Per comprendere se le nuove misure del portale abbiano i risultati sperati, chiaramente, ci vorrà tempo. Nel frattempo, però, gli host cominciano a sentirsi più sollevati. Nel corso degli ultimi tempi, infatti, alcune persone hanno rivelato di aver riadattato il loro appartamento, proprio per scongiurare che venisse affittato per organizzare un party. La soluzione più efficace risulta essere quella di limitare il numero di camere da letto. «Offrendo un solo letto dove dormire, le possibilità che la struttura venga scelta per una festa si abbassano», rivela un host. «Anche se, a dirla tutta, è solo un modo per minimizzare il rischio, e non per evitarlo del tutto».