Aviazione

L'ultimo Boeing 747 disegna una corona nel cielo

L'equipaggio di Atlas Air ha deciso di salutare la fine della produzione del jumbo con un gesto iconico
Red. Online
02.02.2023 16:52

Come salutare la fine della produzione di un aeroplano iconico, capace di rivoluzionare il trasporto aereo e, soprattutto, di accorciare e non poco le distanze? Semplice: «disegnando» una corona lassù, in alta quota. D’altronde, il Boeing 747 a suo tempo venne ribattezzato «la regina dei cieli». Atlas Air, compagnia cargo statunitense, martedì ha preso in consegna l’ultimo esemplare uscito dagli stabilimenti di Everett. L’equipaggio, con un gesto che oseremmo definire solenne, ha volato in modo da comporre, sui siti di tracking dei voli come Flightadar24, un’enorme corona con tanto di sette-quattro-sette. Una meraviglia.

Il 747 è stato prodotto per oltre 50 anni. Con la sua forma riconoscibile, è entrato subito nell’immaginario collettivo. Dando, al contempo, avvio alla cosiddetta era dei jumbo-jet. Martedì, migliaia di dipendenti Boeing si sono radunati presso gli hangar dell’azienda. Dando un ultimo, commosso saluto al 747. Il primo esemplare, pensate, venne assemblato nel 1968. Fra i presenti c’era pure l’attore (e appassionato di aerei) John Travolta. Ma tra la folla c’erano pure alcuni «incredibili» che contribuirono a sviluppare il velivolo negli anni Sessanta.

L’ultimo 747 è uscito dalla catena di montaggio il 7 dicembre. Ne avevamo parlato qui. Progettato in appena 28 mesi, il 747 è stato il primo, primissimo aereo di linea a doppio corridoio. Il primo utilizzatore fu l’altrettanto iconica compagnia statunitense Pan Am, che lo introdusse per le sue tratte nel 1970.

Ovviamente, l’avvento di aerei meno dispendiosi a livello di consumo di carburante ha segnato il lento (ma inesorabile) declino di questo jumbo. Tanto il 747 quanto l’Airbus A380 (se escludiamo Emirates, l’utilizzatore principale) negli ultimi anni hanno avuto successo.  

La produzione di Boeing, sul lungo raggio, si concentra ora sul 777X. Una produzione finora caratterizzata da ritardi in serie, tant’è che l’entrata sul mercato avverrà – al più presto – solo nel 2025.