Tensioni

L'uranio russo continua ad arrivare in Europa: «Così si finanzia la guerra di Putin»

La Germania nel 2024 ha importato «almeno» 68,6 tonnellate – L'Unione Europea, in questi anni, non è mai intervenuta a livello di sanzioni
© Shutterstock
Red. Online
13.01.2025 12:52

L'anno scorso, nel 2024, la Germania ha importato «almeno» 68,6 tonnellate di uranio dalla Russia. Un aumento, netto, rispetto all'anno precedente. Parliamo, infatti, di un +70%. Il dato proviene dal Ministero dell'Ambiente della Bassa Sassonia, uno degli Stati federati del Paese, ed è stato condiviso dallo Spiegel. Questo uranio, leggiamo, è stato consegnato all'impianto di produzione di combustibili nucleari di Lingen Advanced Nuclear Fuels (ANF). 

Il prezzo dell'uranio, scrive al riguardo Watson, ha subito notevoli fluttuazioni nel 2024. Secondo le stime, il valore totale della transazione per le tonnellate importate dalla Germania sarebbe compreso fra 10,6 e 16 milioni di dollari. Finora, l'uranio proveniente dalla Russia non è stato oggetto di sanzioni da parte dell'Unione Europea. Il Ministero federale tedesco dell'Ambiente, nel confermare il dato, ha affermato: «Al momento non esiste alcun embargo dell'Unione Europea sull'importazione o l'esportazione di combustibili nucleari per scopi pacifici contro la Russia». Una decisione, in questo senso, spetta a Bruxelles. Mentre scriviamo queste righe, le discussioni sono in corso.

ANF è una filiale della società francese Framatome. La questione, di per sé, è delicata. Soprattutto se pensiamo che ANF sta pianificando la creazione di una joint venture con il conglomerato russo Rosatom. In futuro, alcuni componenti per i reattori russi di tipo VVER saranno prodotti proprio a Lingen, in Germania. Un aspetto, questo, che spaventa e non poco. Julian Bothe, membro dell'organizzazione Ausgestrahlt, ritiene che le importazioni di uranio finiscano per finanziare la guerra di Vladimir Putin in Ucraina: «Questo progetto di espansione trasformerà Lingen in un'estensione del laboratorio del Cremlino».

Framatome, dal canto suo, ha difeso questa cooperazione, sottolineando che – a oggi – cinque Paesi dell'Unione Europea gestiscono diciannove reattori VVER. Framatome avrebbe ricevuto la richiesta di produrre barre di combustibile. Fino all'anno scorso, fra l'altro, anche gli Stati Uniti importavano uranio dalla Russia. In risposta alle sanzioni statunitensi, tuttavia, il Cremlino lo scorso novembre aveva deciso di vietare le esportazioni verso Washington. L'agenzia di stampa statale russa TASS, all'epoca, aveva scritto che Vladimir Putin stava valutando di vietare le esportazioni di uranio anche verso altri Paesi che avevano imposto sanzioni alla Russia. Tuttavia, una decisione definitiva in questo senso non è ancora stata presa.