«Ma che Modi»: perché fra India e Maldive è scoppiata una guerra diplomatico-turistica?
Sì, India e Maldive sono in guerra. Intendiamoci: una guerra diplomatico-turistica, niente di più. Ma la faccenda è seria, maledettamente seria. Anche perché lo Stato insulare vive di turismo e quello indiano, per Malé, rappresenta una fetta importantissima a livello di entrate. Il fattore scatenante? Una serie di post del primo ministro indiano Narendra Modi su X. Anzi, alcuni commenti da parte di tre funzionari maldiviani. Che hanno dato del clown, del terrorista nonché del burattino di Israele al leader politico. Ahia. Tutto, fra l'altro, perché Modi ha condiviso alcuni scatti all'insegna del relax mentre si trovava alle Laccadive, territorio indiano composto da dodici atolli corallini e numerose isolette a 2-300 chilometri al largo della costa di Kerala. Delle Maldive «fatte in casa», viste da Delhi.
Modi, nelle sue descrizioni, non ha mai menzionato direttamente le Maldive. Le sue lodi sperticate agli splendidi paesaggi laccadiviani, tuttavia, sono state interpretate come un tentativo, fra marketing e politica, di spingere i propri concittadini a prediligere mete turistiche nazionali piuttosto che, appunto, le Maldive. Dopo la reazione, anche violenta, dei funzionari maldiviani, gli appelli di celebrità indiane ma anche di semplici cittadini a favore delle spiagge nazionali si sono moltiplicati.
Il Governo di Malé, subito, ha cercato di smorzare i toni sospendendo i tre funzionari, viceministri rispettivamente della Gioventù, dell'Informazione e delle Arti. La conferma, in questo senso, è stata data domenica alla Reuters da un alto funzionario. In una nota ufficiale, per contro, il Governo ha affermato di essere a conoscenza dei commenti «dispregiativi» fatti sui social media, sottolineando che le «opinioni sono personali» e non rappresentano il punto di vista di Malé. Quindi, l'aggiunta: «Il governo ritiene che la libertà di espressione debba essere esercitata in modo democratico e responsabile e in modi che non diffondano odio e negatività e non ostacolino le strette relazioni tra le Maldive e i suoi partner internazionali».
L'incidente si è consumato in un momento delicato, durante una visita del presidente delle Maldive – Mohamed Muizzu – in Cina. La prima dopo la vittoria elettorale dell'ottobre scorso. Muizzu si è profilato come un leader filo-cinese, impegnandosi a porre fine alla cosiddetta politica «India First» del suo predecessore. Detto ciò, lo Stato insulare non può assolutamente permettersi di alienarsi Delhi. Proprio pensando al turismo. L'anno scorso, il Paese più popoloso del mondo ha dominato le statistiche a livello di visite stando al portale turistico delle Maldive. Nel 2023, i turisti indiani hanno effettuato oltre 209 mila viaggi fra gli atolli maldiviani. Parliamo dell'11% del mercato turistico del Paese, secondo le statistiche ufficiali. Analogo il contributo dei turisti russi, mentre la Cina si è fermata al 10% del totale con 187.118 visite.
Le osservazioni dei funzionari maldiviani, tuttavia, hanno fatto indispettire se non arrabbiare i (facoltosi) vacanzieri indiani. I quali, sui social, hanno postato screenshot a profusione per dimostrare di aver cancellato i loro viaggi alle Maldive. È stato pure creato un hashtag «ufficiale» del boicottaggio: #BoycottMaldives. Come detto, poi, personaggi di spicco – dagli attori di Bollywood ai professionisti del cricket – hanno esortato i propri follower a prediligere destinazioni interne, al grido (altro hashtag in arrivo) #ChaloLakshadweep. Tradotto alla lettera: «Andiamo alle Laccadive». Tra loro c'era pure la star delle star di Bollywood, Akshay Kumar, noto per essere il protagonista di film a tema patriottico. Kumar ha definito le osservazioni dei funzionari maldiviani «odiose e razziste». Così su X: «Siamo buoni con i nostri vicini, ma perché dovremmo tollerare un odio così immotivato? Ho visitato le Maldive molte volte e le ho sempre elogiate, ma la dignità prima di tutto. Decidiamo di esplorare le isole indiane e di sostenere il nostro turismo».
Non finisce qui: il sito di viaggi indiano EaseMyTrip ha dichiarato lunedì di aver sospeso le prenotazioni dei voli per le Maldive. «In solidarietà con la nostra nazione, EaseMyTrip ha sospeso tutte le prenotazioni di voli per le Maldive» ha spiegato Nishant Pitti, amministratore delegato e cofondatore di EaseMyTrip, in un post su X. Anche la Confederazione dei commercianti indiani ha invitato i suoi membri a sospendere gli affari con le Maldive: «Finché le Maldive non presenteranno le loro scuse o non garantiranno misure correttive, la comunità commerciale indiana si asterrà dal fare affari con loro» ha dichiarato Praveen Khandelwal, segretario generale del gruppo, in rappresentanza di migliaia di commercianti e associazioni commerciali in India.
In un post su X, il ministro degli Esteri delle Maldive, Moosa Zameer, a sua volta ha provato a smorzare i toni definendo «inaccettabili» le osservazioni dei funzionari e aggiungendo che l'arcipelago è impegnato a «promuovere un dialogo positivo e costruttivo con i nostri partner». Una fonte ha dichiarato lunedì alla CNN che l'Alta Commissione indiana nelle Maldive ha «sollevato ed espresso con forza le proprie preoccupazioni» al Ministero degli Esteri maldiviano.
Michael Kugelman, direttore dell'Istituto per l'Asia Meridionale presso il Wilson Center di Washington, ha dichiarato sempre alla CNN che la rapidità con cui il governo delle Maldive ha sospeso i funzionari e denunciato i loro commenti ha dimostrato l'importanza delle relazioni con l'India. «La disputa che si è sviluppata negli ultimi giorni suggerisce che ci saranno delle sfide da affrontare, ma ritengo che alla fine la nuova leadership delle Maldive non voglia rischiare di perdere le relazioni con l'India» ha detto. «Ritengo che il governo delle Maldive vorrà bilanciare le sue relazioni sia con l'India che con la Cina».
Ne va del turismo e, di riflesso, del benessere della popolazione maldiviana.