Ma chi è, davvero, Pavel Durov (o Paul du Rove)?
Amante della (e delle) libertà. Oppositore di Vladimir Putin. Fondatore e amministratore delegato di Telegram. Miliardario. Tante, tantissime anime. Ma chi è, davvero, Pavel Durov, l'imprenditore franco-russo arrestato sabato dalle autorità francesi non appena atterrato all'aeroporto di Parigi Le Bourget con il suo jet privato? Bella domanda. Oggetto (da tempo) di un mandato di perquisizione, il 39.enne è finito nell'occhio del ciclone poiché la sua piattaforma di messaggistica, Telegram appunto, è adoperata per diverse attività illegali, fra cui riciclaggio di denaro, traffico di droga e condivisione di contenuti pedofili. E lui, Durov, poco o nulla avrebbe fatto in termini di censura e moderazione. Il suo arresto ha scatenato non poche polemiche, condivise in parte da Elon Musk, patron di X e acceso sostenitore del cosiddetto free speech, la libertà di parola.
Chi è Pavel Durov?
Pavel Valerievitch Durov è nato il 10 ottobre del 1984 nell'allora Leningrado, in Unione Sovietica, oggi San Pietroburgo, salvo trascorrere gran parte della sua infanzia in Italia, a Torino, dove lavorava il padre. Laureatosi presso la Facoltà di filologia dell'Università Statale sanpietroburghese nel 2006, è balzato agli onori della cronaca, quell'anno, per aver creato il social network VKontatke. La cui grafica e le cui funzioni erano chiaramente ispirate a un'altra piattaforma in rampa di lancio, Facebook.
Alcuni anni più tardi, sono cominciati i guai. Noto per essere un oppositore di Vladimir Putin, nel 2011 si è visto intimare dalle autorità la chiusura di cinque comunità su VKontakte nell'ambito delle contestazioni per le elezioni parlamentari. Durov, però, si è rifiutato di sottostare al volere del Cremlino. Di qui l'avvio di indagini e perquisizioni da parte delle autorità.
Nel tentativo di sfuggire alle maglie della giustizia russa, nel 2013 ha chiesto la cittadinanza di Saint Kitts e Nevis, uno Stato caraibico, ottenendola nel 2014. Sempre nel 2014, ad aprile, ha annunciato scherzosamente al Consiglio di amministrazione di VKontakte che si sarebbe dimesso. Dimissioni che, per contro, il Consiglio ha accettato. Dopo aver venduto le sue azioni per 300 milioni di dollari, Durov assieme al fratello ha creato Telegram, un servizio di messaggistica criptata che, almeno nelle intenzioni, rappresentava (e rappresenta) una risposta alle pressioni delle autorità russe. «Preferisco essere libero piuttosto che prendere ordini da qualcuno» aveva dichiarato in un'intervista concessa al giornalista americano Tucker Carlson. Non a caso, Durov si definisce un libertario e un fautore del cosiddetto laissez-faire. Telegram, sin dal principio, si è impegnato a non rivelare mai alcuna informazione sui propri utenti.
L'addio alla Russia
Dopo aver creato e fondato Telegram, Durov ha lasciato la Russia per una destinazione sconosciuta. Spiegando che la sua partenza sarebbe stata «definitiva». A suo giudizio, il Paese non era più compatibile con il modello di sviluppo economico della sua e di tante altre start-up. Sin dai primissimi tempi, Durov si è proposto come un fautore di una rete Internet senza regolamentazioni, moderazioni dall'alto o costrizioni. L'unica tutela? La privacy, già.
La sede di Telegram è quindi stata trasferita a Dubai, al riparo dalle regole di moderazione del governo russo, ma anche dalle crescenti pressioni esercitate dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti. La scelta si è rivelata un'arma a doppio taglio: Telegram, sì, ha dribblato l'obbligo di rimuovere contenuti illegali, ma l'assenza di moderazione da parte di Durov (almeno secondo gli inquirenti francesi) ha favorito numerosi abusi. L'OFMIN, l'Ufficio minori in seno alla polizia nazionale francese, responsabile della lotta contro la violenza sui più piccoli, proprio in virtù di questi presunti abusi aveva emesso un mandato di arresto.
Ma che cos'è Telegram?
A chi non si intende moltissimo di informatica potrebbe, arrivati sin qui, sorgere una domanda: che cos'è Telegram? Riassumendo al massimo è un'alternativa a WhatsApp, ma in realtà è molto di più. Perché è sia un'app di messaggistica sia, soprattutto, un social network, con chat private, gruppi, chiamate vocali e video. Molte delle funzionalità di Telegram, con il passare degli anni, sono state adattate pure da WhatsApp. «Penso che stiamo facendo un buon lavoro con Telegram, con 900 milioni di utenti che probabilmente supereranno il miliardo di utenti attivi mensili entro un anno» le parole di Durov.
Le fortune personali di Durov
Detto che Durov, agli inizi della sua avventura su e con Telegram, aveva spiegato che mai avrebbe voluto trarre profitto dalla sua creatura, secondo Forbes la sua fortuna personale è stimata in 15,5 miliardi di dollari. Nel 2021, Durov (grazie anche alla madre, di nazionalità francese) è stato naturalizzato cittadino francese. Il suo nome, per decreto, è stato cambiato in Paul du Rove.
A suo dire non consuma alcol, caffeina, carne, latticini e glutine. E non fa uso di farmaci. Di più, al di là del suo patrimonio non possederebbe beni di lusso. Parliamo di case, yacht e via discorrendo. Una contraddizione? Può darsi.