Ma gli Stati Uniti hanno un problema con la birra?
La birra è in crisi? Può darsi. Di sicuro, per dirla con il Wall Street Journal, negli Stati Uniti la bevanda ha avuto un anno piuttosto complicato. Un anno caratterizzato dal boicottaggio della Bud Light, innanzitutto. E dall'ascesa, a mo' di alternativa, della Modelo Especial nella classifica di gradimento. Allo stesso tempo, molte persone – banalmente – hanno smesso di bere. Della serie: l'adagio secondo cui chi beve birra campa cent'anni non è più di moda.
Secondo l'osservatorio Beer Marketer's Insights, le spedizioni di birra in America sono scese del 5% e oltre nei primi nove mesi del 2023. Entro la fine dell'anno, raggiungeranno il livello più basso in un quarto di secolo. A ottobre, durante una convention con i grossisti, il presidente della National Beer Wholesalers Association, Craig Purser, aveva spiegato che la crisi è reale e, soprattutto, coinvolge l'intero settore. Il fatto è che i gusti dei consumatori si stanno spostando. Dapprima, c'è stato il boom delle birre artigianali. Quindi, la mania dei cosiddetti hard seltzer, bevande alcoliche aromatizzate. Ora, la gente compra birra analcolica o, in alternativa, cocktail in lattina. Secondo gli esperti, siamo di fronte a un cambiamento generazionale: i giovani adulti, oggi, bevono meno alcolici rispetto ai consumatori più anziani. Quando lo fanno, preferiscono altri drink alla birra.
A dirlo, evidentemente, sono anche i dati. Da un recente sondaggio di MRI-Simmons, ad esempio, è emerso che la Generazione Z è il gruppo che vanta il minor consumo di alcol fra tutte le fasce di età considerate: solo il 58% degli intervistati in età legale ha dichiarato di aver bevuto alcolici negli ultimi sei mesi. Al di là dei sondaggi, e dei gruppi di appartenenza, molte persone si stanno allontanando dalla birra in particolare per motivi di salute. Cambiamenti, questi, già in atto quando – parliamo di aprile – un post su Instagram di un'influencer transgender ha fatto scoppiare il bubbone in seno a Bud Light e messo sottosopra l'intera industria della birra a stelle e strisce. Dylan Mulvaney, nello specifico, ha pubblicato un video sul proprio account – seguito da 1,8 milioni di persone – per promuovere un concorso firmato Bud Light. Mulvaney, 26 anni, è popolarissima su TikTok, dove vanta 10,6 milioni di follower, grazie alla serie Days of Girlhood con cui ha documentato la sua transizione. La cosa non è piaciuta ai conservatori, che subito hanno gridato allo scandalo invitando le persone a non consumare più Bud Light.
Il risultato? Le vendite di Bud Light, in effetti, sono crollate e ancora oggi, a distanza di mesi, non si sono riprese. Anheuser-Busch, l'azienda madre, ha provato a risalire la china con campagne decisamente più classiche, con protagonisti attuali ed ex stelle della Nationall Football League. Ma la ripresa, appunto, è stata più lenta del previsto. Il tutto, come detto, a vantaggio di Modelo Especial, una birra messicana venduta da Constellation Brands negli Stati Uniti. Altri marchi, come Yuengling e Pabst Blue Ribbon, hanno pure guadagnato terreno rispetto a Bud Light. Pure Coors Light e Miller Lite hanno annunciato aumenti in termini di vendite e volumi. Dunque, dove sta la verità? Un portavoce di Molson Coors, al riguardo, ha cercato di minimizzare. Spiegando al Wall Street Journal che le preoccupazioni sulla salute generale del settore sono del tutto fuori luogo. «Non è tanto un problema di birra – ha detto – quanto di Bud Light».
Verosimilmente, Coors Light e Modelo guadagneranno maggiori spazi sugli scaffali in primavera. Questo, almeno, è ciò che emerge da un sondaggio di Goldman Sachs che ha coinvolto circa 37 mila minimarket. Anheuser-Busch, per contro, può abbozzare un sorriso: rimane il produttore più grande del Paese e può contare su marchi forti e solidi come Michelob Ultra e Stella Artois, per tacere dei citati cocktail in lattina. «Per il 2024, continueremo a concentrarci su ciò che sappiamo fare meglio: produrre ottima birra per tutti e guadagnarci un posto nei momenti che contano» ha dichiarato una portavoce di Anheuser-Busch.