Ma il Boeing 737 MAX, alla fine, è sicuro o no?

Domanda: il Boeing 737 MAX, nelle sue varie declinazioni, è un aereo sicuro? Due ex dipendenti del costruttore americano, sulla scia di quanto successo al volo AS 1282 di Alaska Airlines, avevano espressamente chiesto di non salire a bordo di questi velivoli. E questo perché l'azienda, negli anni, ha anteposto i profitti alla sicurezza. Quella porta di emergenza bloccata permanentemente, separatasi all'improvviso poco dopo il decollo da Portland per Ontario, nell'immediato ha provocato una decompressione incontrollata del velivolo. Sul lungo periodo, invece, l'incidente ha provocato non pochi danni reputazionali.
La Federal Aviation Administration, l'ente regolatore statunitense, sulla scia di quanto accaduto aveva ordinato un audit approfondito sulla linea di produzione del MAX 9 e sui fornitori lungo la catena di approvvigionamento. E i primi risultati, emersi oggi grazie al New York Times, sono letteralmente devastanti. Boeing, infatti, ha fallito ben 33 degli 89 controlli previsti. Un mezzo disastro, se non peggio. La FAA, nello specifico, ha individuato «decine di problemi», alcuni – citiamo – di «non conformità con i processi di produzione approvati». Allontanandoci dal politichese e dal linguaggio tecnico: Boeing non ha rispettato le regole.
Negli Stati Uniti, oramai, l'adagio si sente con una certa regolarità: «If it's Boeing, I ain't going». Tradotto più o meno alla lettera: se è un Boeing, beh, non ci salgo. In Europa, il problema è meno sentito. In Svizzera, per dire, solo Icelandair collega Zurigo a Reykjavik con il MAX 8. Ma la spia, diciamo, si è accesa anche qui. Della serie: l'incidente occorso ad Alaska Airlines è stato quello di troppo. Anche perché la promessa di migliorare la cultura aziendale, dopo i due incidenti mortali avvenuti fra il 2018 e il 2019, non è stata mantenuta.
Boeing, evidentemente, sta pagando dazio anche sui mercati. All'apertura delle contrattazioni a Wall Street, oggi, le azioni del costruttore stavano perdendo il 3,2%. «Boeing ora dovrà investire molto denaro per riacquistare credibilità presso il pubblico e gli investitori» ha spiegato al Blick il fondatore del portale specializzato aeroTELEGRAPH, Stefan Eiselin. Denaro che, di conseguenza, potrebbe mancare sul fronte dello sviluppo e dell'innovazione. Il regno, fino a poco tempo fa, di Boeing.
Tornando ai test falliti, a colpire sono i 6 (su 13) riguardanti il fornitore Spirit Aerosystems. L'azienda, per intenderci, che aveva prodotto il portellone saltato in volo lo scorso gennaio. Gli ispettori della FAA, in un caso, hanno osservato alcuni meccanici utilizzare la chiave magnetica di un hotel per determinare se una porta era adeguatamente sigillata. Una procedura, questa, che internamente non era stata minimamente segnalata.
Ci eravamo già chinati, mesi fa, sul concetto di sicurezza in seno a Boeing e sul fatto che il 737 MAX, per alcuni, non sia un aereo sicuro. La pressione, dopo le rivelazioni del New York Times, certo è salita oltre i livelli di guardia. Fronte clienti, tuttavia, ci riferiamo alle compagnie e in ultima istanza ai passeggeri, la questione se usare o meno il 737 MAX appare un filo più complessa. E questo perché, al netto di Airbus, ci riesce difficile immaginare che il costruttore brasiliano Embraer, quello cinese COMAC e i russi, alle prese con mille problemi complici le sanzioni occidentali, riescano a conquistare fette di mercato eventualmente lasciate libere dalla caduta di Boeing. Detto in altri termini, i vettori potrebbero «dover» acquistare i 737 MAX anche in futuro. Nella speranza, va da sé, che i difetti di costruzione vengano corretti e che i necessari controlli di qualità interni siano migliori (e seri) rispetto a quanto emerso finora.