Il caso

Ma la Russia ha provato a rovesciare il governo armeno?

Pubblicato dalle autorità armene un documento nel quale si accusa Mosca di aver pagato e addestrato un gruppo di insorti – Le forze di sicurezza locali avrebbero impedito il putsch
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Red. Online
19.09.2024 11:00

Fino a un paio d'anni fa, Russia e Armenia erano grandi alleati. Ora... è complicato. In una dichiarazione pubblicata ieri, il Comitato investigativo della Repubblica armena ha accusato Mosca di aver pagato e addestrato, all'inizio di quest'anno, un gruppo di insorti nel tentativo di rovesciare il governo di Erevan. Nella nota pubblicata sul proprio sito, l'organo afferma che «sette persone» si trovano in custodia, accusate di «prepararsi a usurpare il potere usando la violenza e la minaccia di violenza».

Secondo i funzionari locali, sei armeni sarebbero stati reclutati per seguire tre mesi di addestramento in Russia, ricevendo uno stipendio mensile di 220.000 rubli (circa 2 mila franchi) mentre imparavano a usare le armi. Sarebbero stati anche sottoposti a controlli e test alla macchina della verità per determinare la loro fedeltà, prima di essere trasferiti alla «base militare di Arbat» a Rostov sul Don, nel sud della Russia.

Le forze di sicurezza locali, emerge dal documento, hanno interrotto il presunto complotto prima che portasse seri pericoli al governo armeno: l'operazione sarebbe venuta alla luce anche grazie al fatto che alcune reclute del gruppo si sono rifiutate di partecipare alla rivoluzione armata.

Dissapori

Alleati storici, Russia e Armenia si sono progressivamente allontanati negli ultimi anni, in particolare dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022. Allora, il Paese del Caucaso meridionale aveva deciso di mettere in standby l'adesione all'alleanza militare CSTO guidata da Mosca, inviando contemporaneamente aiuti umanitari a Kiev e organizzando esercitazioni congiunte con le forze statunitensi.

Una spaccatura culminata – come spiega POLITICO, il primo a riportare del mancato putsch di questi giorni –, con la caduta della regione indipendentista del Nagorno Karabakh. Un'offensiva, quella azera, alla quale la missione di pace russa presente in loco non avrebbe opposto resistenza: «Non hanno fatto il proprio lavoro», aveva accusato il premier armeno Nikol Pashinyan proprio in un'intervista a POLITICO. Ciliegina sulla torta: il ritiro, a inizio 2024, delle guardie di frontiera russe di stanza in Armenia sin dalla caduta dell'URSS, nel 1991.

La situazione potrebbe avvicinare l'Armenia all'Europa. Parlando ieri, Pashinyan ha promesso che l'avvicinamento del Paese all'Occidente continuerà. «Se vedremo una possibilità più o meno realistica di diventare un membro a pieno titolo dell'Unione Europea, non perderemo l'occasione».