Ma perché QAnon adora i Kennedy?
Sono passati diversi giorni, oramai. Ma le immagini continuano a girare. E, soprattutto, a sconcertare. Riavvolgiamo il nastro: lo scorso 2 novembre, centinaia di persone si sono riunite nel centro di Dallas, in Texas, nel luogo in cui – il 22 novembre del 1963 – fu assassinato l’allora presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. Sotto una pioggia battente, la folla ha sventolato bandiere a stelle e strisce, riaffermato una certa vicinanza a Donald Trump e scandito l’acronimo JFK. Aspettavano un miracolo. O qualcosa di simile. L’arrivo del figlio di Kennedy, John Fitzgerald Jr, per tutti semplicemente John John. Una rivelazione in tutto e per tutto. Pazienza se, in realtà, il figlio di Kennedy è deceduto nel 1999 in seguito a un incidente aereo. E, dunque, mai e poi mai sarebbe potuto arrivare puntuale all’appuntamento. Per, fra le altre cose, annunciare la sua candidatura alle presidenziali del 2024 quale vice di The Donald.
Un decesso, quello di John John, contestato ancora oggi. E oggetto, ahinoi, delle teorie più disparate. Un decesso contestato soprattutto dai complottisti più duri di QAnon. Proprio loro. Ricordate? Il citato Trump, l’esercito americano e una non meglio precisata entità starebbero preparando un golpe per smantellare una rete pedosatanista installatasi alla Casa Bianca. Follia. Nonostante il leader repubblicano non sia più presidente, QAnon esiste e resiste ancora. Non solo, continua a promuovere una narrazione (eufemismo) alternativa.
Il mondo, visto con gli occhi di QAnon, è aberrante e agghiacciante. Per dire: Kennedy Jr, Michael Jackson e la principessa Diana sarebbero tutt’ora in vita. E le loro riapparizioni, come visto, oltre ad essere continuamente annunciate sarebbero imminenti. Proprio perché la Cabala, il nome che QAnon ha dato alla sedicente rete pedosatanista, avrebbe i giorni contati. Del resto, in questa realtà non realtà popolata da macchinazioni tanto assurde quanto complesse niente è come sembra.
Ma perché John John?
Bene, anzi male. Ma perché, al di là di quanto appena detto, proprio John John? Galeotto fu un messaggio pubblicato nell’aprile 2018 dal misterioso Q, un account anonimo apparentemente legato ai proprietari di un forum cospirazionista di estrema destra. Nel post veniva evocata una relazione fra Trump e JFK Jr. E proprio questa relazione ha contribuito a far circolare sui social l’idea che John John fosse vivo. Per alcuni, sarebbe perfino lo stesso Q.
Il raduno di Dallas, ad ogni modo, non era una novità assoluta. Il 4 luglio 2020, mentre il Paese celebrava in tono minore il giorno dell’Indipendenza causa COVID-19, su Internet diverse persone si convinsero – in base ad alcuni video sfuocati – che Kennedy Jr si trovasse al monte Rushmore, nel Sud Dakota, per i festeggiamenti. Per tacere di chi, in maniera ancora più assurda, affermava che John John fosse una delle guardie del corpo di Trump. La testa rasata? Beh, doveva passare inosservato e non destare sospetti sostenevano a gran voce i complottisti. Strano, stranissimo. E assolutamente non vero.
Il Kennedy no-vax
In fondo, il complottismo è nato (anche) con i Kennedy. L’assassinio di JFK, nel 1963, e la conseguente inchiesta giudiziaria, le cui conclusioni furono definite controverse, spinsero molte persone a cercare verità altrove. L’idea che la morte del presidente fosse legata a una macchinazione dei servizi segreti, ad esempio, fu immortalata da Oliver Stone nel suo film del 1991. La morte del fratello Robert F. Kennedy, nel 1968, e quella di John John nel 1999 hanno alimentato e continuano ad alimentare questi sospetti. Spingendo le macchinazioni fino all’assurdo e oltre. Dal dubbio, anche legittimo, all’irrealtà. Senza passare dal via.
Sebbene democratica, la famiglia Kennedy oggi è molto rispettata nei salotti repubblicani e in particolare fra i pro Trump. Basti pensare all’avvocato e no vax convinto Robert F. Kennedy Jr, terzogenito di Robert, che fra pochi giorni sarà a Milano per partecipare a una manifestazione contro i vaccini. I fratelli maggiori da tempo, oramai, si sono dissociati. Lui, però, tira dritto e incalza. Nel 2020, a Berlino, la stessa città che vide suo zio John pronunciare la celeberrima frase Ich bin ein Berliner, disse senza troppi problemi: «I governi amano le pandemie per la stessa ragione per cui amano le guerre, e cioè perché possono imporre un controllo della popolazione». Nell’immaginario QAnon la dinastia Kennedy è la vittima del cosiddetto deep state, quell’insieme di forze segrete e antipatriottiche che minerebbero l’America. Forze contro cui JFK padre e figlio si sarebbero battuti.
Il cortocircuito
In quello che, a tutti gli effetti, è un vero e proprio cortocircuito logico (e storico) John Fitzgerald Kennedy è addirittura venerato da QAnon. Complice un discorso del 1961, in cui JFK si scagliò contro le «società segrete». Quelle parole, l’allora presidente, le pronunciò davvero. Ma vanno contestualizzate: eravamo in piena guerra fredda e Kennedy, in realtà, stava lodando la trasparenza e la libertà di stampa di cui godevano i Paesi occidentali e in particolare gli Stati Uniti. Allo stesso tempo, tuttavia, mise in guardia i giornalisti: pubblicare informazioni strategiche, in quel preciso momento, poteva significare regalare ai sovietici materiale prezioso. Tradotto: censuratevi nel nome del patriottismo. Manco a dirlo, questa contestualizzazione viene bellamente ignorata dai complottisti. I quali preferiscono vedere, in quelle frasi, la ragione per cui anni dopo JFK fu assassinato.
Assurdità chiama assurdità. Secondo la logica (?) di QAnon il ritorno di JFK Jr avrebbe una finalità: annunciare al mondo che John Fitzgerald Kennedy fu vittima del deep state. «Smaschererò gli assassini di mio padre, poco importa chi siano, anche a costo di far cadere tutto il governo» avrebbe affermato John John. Avrebbe, appunto. La citazione circola da mesi in rete. Ma è un’invenzione. Come ogni cosa legata a QAnon. I danni causati da queste teorie cospirazioniste, invece, sono maledettamente reali.