Niente pettegolezzi

Ma quale nonno: Mario Draghi è tornato a riempire le cronache

Lo ha fatto con il rapporto sulla competitività europea, con analisi spietate sul declino del continente e con appelli estremi alla condivisione del debito pubblico
© MICHELE MARAVIGLIA
Carlo Tecce
21.09.2024 15:00

C’è una questione italiana, e oseremmo dire continentale o mondiale se non proprio universale, che non va troppo sottovalutata e non troppo ancora a lungo: Mario Draghi s’annoia a fare il nonno. Una volta da presidente del Consiglio in carica s’è definito un nonno al servizio delle istituzioni, nel mentre si accendeva la campagna del Quirinale per succedere a Sergio Mattarella. Un’altra da presidente del Consiglio non in carica s’è definito, più prosastico, un nonno al servizio dei nipoti. Chissà se in una delle due o in entrambe le circostanze s’è pentito di aver utilizzato una formula usurata per suscitare empatia e simpatia, caratteristiche non proprio peculiari della sua figura. E non c’è niente di riprovevole a non accettare un contratto a tempo pieno da nonno (spesso sono contratti subordinati alle preferenze di figlie/figli e di nuore/generi), soprattutto se il nonno è Mario Draghi e vanta esperienze e saperi che possono arricchire non soltanto i fortunati nipoti.

Compiuti settantasette anni un paio di settimane fa, di segno Vergine ascendente Draghi, si suppone, e con un’agenda onusta di incontri pubblici e privati, e nel pubblico accatastiamo l’erede Marina Berlusconi e l’altra erede a suo modo Giorgia Meloni, Draghi è tornato a riempire le cronache col rapporto Draghi per la competitività europea, con analisi spietate sul declino del continente, con appelli estremi alla condivisione del debito pubblico.

Draghi dispone di una autorevolezza talmente pervasiva che ha oscurato il varo della nuova Commissione Europa. «La terapia Draghi». «La spinta Draghi». «La ricetta Draghi». «La cura Draghi». La stessa propaganda di centrodestra ha cercato di accomunare il candidato commissario Raffaele Fitto al prestigio europeo di Mario Draghi. È mancato un nonnulla che spuntasse una immagine votiva di Draghi in una stanza di Palazzo Chigi: «Quando sei a Bruxelles, pensa a me».

I lettori distratti, frullati in una settimana ad alto concentrato di Mario Draghi come non accadeva da anni, potrebbero fraintendere: è Mario Draghi, allora, il presidente della Commissione Europa? No, per il secondo mandato è Ursula von der Leyen che, abilmente, ha promesso che l’Europa seguirà le raccomandazioni di Mario Draghi. Per poi dotare la medesima Commissione di una trazione nordeuropea e perciò basata su principi di rigore di bilancio totalmente opposti.

Non sappiamo se Mario Draghi si svincolerà dal contratto di nonno a tempo pieno, ma sappiamo che né l’Europa e né l’Italia possono permettersi che Mario Draghi svolga esclusivamente le mansioni di nonno a tempo pieno. In attesa di capirlo, per non far avvertire pressioni di alcun tipo, Mario Draghi ci ha comunicato, semplicemente, che è già qui tra noi. 

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