Stati Uniti

Ma quanti voti può spostare Robert Kennedy Jr.?

Il candidato indipendente, oggi, potrebbe annunciare il ritiro dalla corsa alla Casa Bianca e, secondo i beninformati, il suo sostegno a Donald Trump: proviamo a vedere che cosa dicono i numeri
© Stefan Jeremiah
Red. Online
23.08.2024 09:30

Ne rimarranno soltanto due. Oggi, venerdì, Robert F. Kennedy Jr. verosimilmente annuncerà la fine della sua campagna presidenziale. Nipote dell'ex presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, e figlio di Bobby Kennedy, Kennedy Jr. aveva tentato la sorte prima come candidato del Partito Democratico e, in seguito, come indipendente. Tentato, già, perché – come sottolinea il Blick – secondo i sondaggi in media si è assestato sul 4,9% delle preferenze. Toccando, nel suo momento migliore, il 10% a maggio. Il problema nel problema, inoltre, è che Kennedy Jr. è davvero in corsa soltanto in tre Swing States, quegli Stati cioè in cui non è ancora emerso chiaramente quale Partito e candidato vincerà. Di più, per la sua campagna ha speso più di quanto abbia guadagnato. 

Quanti voti può spostare?

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: dopo il ritiro, Kennedy Jr. chi sosterrà? La sua vice, Nicole Shanahan, in un'intervista via podcast è stata piuttosto chiara: «O rimaniamo in gara e rischiamo una presidenza di Kamala Harris e Tim Walz, perché stiamo deviando i voti da Trump, oppure ci ritiriamo e andiamo da Trump». La seconda opzione, secondo i media, appare come la più realistica. Kennedy Jr. oggi parlerà a Phoenix. Dove – coincidenza? – si trova anche il candidato del Partito Repubblicano, Donald Trump. Lo stesso Trump, martedì, ha spiegato di voler collaborare, politicamente, con Kennedy.

Altra domanda: un endorsement di Kennedy sposterebbe voti? Quanti, soprattutto? La risposta è un filo complessa. Ma parte da una premessa semplice: Kennedy è molto più apprezzato fra i Repubblicani che fra i Democratici, in termini di elettorato. Lo scorso luglio, prima che Joe Biden si ritirasse dalla corsa, secondo un sondaggio condotto dalla NBC il 33% della base elettorale di Kennedy Jr. era Repubblicano mentre solo il 15% era ascrivibile al Partito Democratico. Detto in altri termini, se davvero sarà ritiro è plausibile pensare che una larga fetta di sostenitori di Kennedy Jr. si rivolgeranno a Trump, a novembre.

Attenzione, però, perché i dati dimostrano altresì che Kamala Harris, includendo Robert Kennedy Jr. nella corsa, ottiene risultati migliori nei sondaggi. E questo perché, dopo il ritiro di Biden, nel frattempo molti Democratici delusi dall'attuale presidente sono tornati all'ovile, per così dire. Ne consegue che, al momento, è Trump a «soffrire» la presenza di Kennedy. Soprattutto nei citati Swing States. Stando a un recente sondaggio di Focaldata, Kamala Harris è avanti in cinque di questi sette Stati, che diventano sei se prendiamo le medie dei sondaggi nazionali di FiveThirtyEight. E la presenza di Kennedy Jr., appunto, pesa: in Arizona, ad esempio, Harris precede Trump di pochissimo (1,2%) mentre Kennedy Jr. ha un indice di gradimento del 5,2%. Di nuovo, se Kennedy Jr. si ritirasse e sostenesse Trump molti suoi elettori spingerebbero il tycoon oltre i numeri di Harris. Una situazione, questa, riscontrabile anche in Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin. 

Una questione di attenzione

I discorsi attorno al ritiro di Kennedy Jr., evidentemente, stanno spostando i riflettori dal Partito Democratico e dalla maxi-Convention di Chicago. Il timing, in particolare, potrebbe essere significativo. Trump, vittima di un attentato pochi giorni prima e presentatosi con rinnovato slancio alla Convention Repubblicana, fu sovrastato a livello di copertura mediatica e attenzione dall'annuncio di Joe Biden («Mi ritiro»). Ora, l'ex presidente potrebbe riguadagnare centralità assicurandosi il sostegno di Kennedy.