«Ma questa non è Las Vegas, questa è Las Sfigas»
Decine di migliaia di lavoratori del settore alberghiero di Las Vegas, questo venerdì, potrebbero andare in sciopero. La minaccia è più che mai reale: se entro il 10 novembre non verrà raggiunto un nuovo accordo contrattuale con i casinò, gli hotel e i ristoranti che li impiegano, circa 35 mila dipendenti potrebbero incrociare le braccia. Con tutte le conseguenze del caso, come visto in altri settori negli Stati Uniti: dal cinema all'automotive.
Il possibile sciopero, il più grande a livello di hospitality nella storia del Paese, cadrebbe in un momento delicato, anzi delicatissimo per la città. Già, perché Las Vegas si sta trasformando in un unico, gigantesco autodromo per il Gran Premio di Formula Uno in programma a metà mese. Un ritorno, quello del Circus nel Nevada, attesissimo. L'ultima corsa nel centro cittadino venne infatti organizzata nel 1982 con il celebre Caesars Palace Grand Prix. Allora, a vincere fu Michele Alboreto (quello di «Alboreto is nothing» del Dogui, per intenderci).
Ad annunciare il possibile stop è stata la Culinary and Bartenders Union, associazione che raggruppa appunto 35 mila membri circa sparsi su diciotto proprietà. L'accordo, per contro, andrebbe trovato con MGM Resorts, Caesars Entertainment e Wynn Resorts. L'associazione ha dichiarato di aver negoziato un nuovo accordo per sette mesi con i giganti dell'ospitalità. E, soprattutto, di aver comunque continuato a lavorare nonostante il contratto attuale fosse scaduto lo scorso 15 settembre. Tuttavia, ha pure specificato che i suoi lavoratori meritano più di quanto è stato messo sul tavolo dalle aziende. "L'attuale proposta sul tavolo è storica, ma non è sufficiente e i lavoratori meritano di avere contratti record, a maggior ragione se consideriamo che queste gigantesche aziende si stanno godendo i loro profitti monstre" ha dichiarato il segretario-tesoriere del sindacato Ted Pappageorge in un comunicato.
Michael Weaver, responsabile delle comunicazioni e del marketing di Wynn Resorts, ha dichiarato che l'azienda "non farà commenti sulle trattative per il tavolo di negoziazione". MGM Resorts e Caesars Entertainment, dal canto loro, hanno preferito rimanere in silenzio.
A complicare le cose, come detto, c'è il weekend del Gran Premio di Formula 1, che inizierà il 16 novembre e che farà confluire in città migliaia di turisti e appassionati di motori. La Formula Uno, grazie anche alla serie Netflix Drive to Survive, sta godendo di una crescente popolarità negli Stati Uniti. Lo dimostrano le gare in calendario a Miami e Austin. Las Vegas, dal canto suo, aveva già ospitato il Circus nel 1981 e nel 1982. Ma il circuito, quest'anno, per la prima volta nella storia incorporerà la visita dell'iconica Strip.
Anche i dirigenti della Formula Uno, per il momento, non hanno commentato il possibile caos che si verificherebbe qualora venerdì venisse annunciato lo sciopero. Di sicuro, al di là delle rivendicazioni dei lavoratori del settore alberghiero non tutti sono felici che i motori stiano per tornare in città. E questo per via dei lavori che l'organizzazione ha svolto per preparare il circuito. Lavori che hanno provocato più di una critica, ad esempio, per l'abbattimento di alberi al Bellagio o per gli ingorghi generati dai cantieri aperti.