Ma quindi come sta Ramzan Kadyrov?
Negli ultimi giorni, sul suo conto, è stato detto e scritto di tutto. Al punto che, molti, credevano che fosse oramai giunto alla fine dei suoi giorni. E invece, all'improvviso, il diretto interessato ha pubblicato due video sul proprio canale Telegram. Nei quali si mostra sorridente e, ancora, prodigo di consigli, fra cui quello di praticare sport per mantenersi in forma. Una mossa, questa, che evidentemente intende allontanare una volta per tutte le voci e le indiscrezioni. Stiamo parlando, lo avrete intuito, di Ramzan Kadyrov, il leader ceceno famoso per i suoi metodi decisamente poco ortodossi e per aver dato la sua disponibilità a spedire i figli in Ucraina a combattere.
Detto degli ultimi giorni, in realtà sono mesi che si rincorrono diagnosi e presunte verità sulle condizioni del 46.enne, stretto alleato di Vladimir Putin nonché capo della Repubblica Cecena. Più fonti, ad esempio, hanno detto che Kadyrov era malato.
Nel primo video postato, il leader ceceno passeggia in un luogo non identificato. Sorridente, appunto, sebbene gonfio in viso stando agli esperti. Nel secondo, dapprima si esprime in ceceno quindi, in russo, suggerisce di praticare sport: «Consiglio vivamente a tutti coloro che non riescono a distinguere la verità dalle bugie su Internet di andare a fare una passeggiata, prendere un po' d'aria fresca e mettere in ordine i propri pensieri». E ancora: «La pioggia può essere meravigliosamente rinvigorente».
L'AFP, al riguardo, ha spiegato di non aver potuto stabilire quando i video sono stati registrati. Di sicuro, si sa che la pubblicazione è avvenuta dopo che sui social media erano circolate voci incontrollate secondo cui Kadyrov era in coma.
Un tempo signore della guerra, ribelle e separatista, il leader ceceno con il passare del tempo ha sposato la causa del Cremlino. Diventando, come lui stesso si è a lungo definito, il «soldato semplice» di Vladimir Putin. Kadyrov ha sostenuto, con forza, l'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo. I suoi battaglioni hanno combattuto a fianco delle forze regolari russe.
A capo della Cecenia, una delle repubbliche della Federazione Russa a maggioranza musulmana, dal 2007, Kadyrov ha alle spalle anni e anni di barbarie in battaglia, ma anche nei panni del politico si è rivelato tanto dittatoriale quanto chiuso: le sistematiche repressioni dei diritti LGBTQ+ in Cecenia lo dimostrano. A proposito dei gay e delle accuse mosse da Novaja Gazeta e Amnesty International, secondo cui Kadyrov aveva aperto un campo di concentramento per torturare gli omosessuali, ad esempio disse più o meno così: «Non si possono perseguitare coloro che semplicemente non ci sono in Cecenia».
Sono diverse, non a caso, le prove che associano Kadyrov a torture, esecuzioni sommarie ed extragiudiziali nei confronti dei suoi oppositori interni.