La polemica

Manca acqua, ma in spiaggia guai a rinunciare alla doccia

Turisti sotto accusa a Nizza per le troppe docce fra un bagno in mare e l'altro – C'è chi avanza scuse e chi, consapevolmente, sa di sprecare risorse – Le autorità, per ora, nicchiano
Marcello Pelizzari
11.08.2022 17:00

Chissà, forse i francesi dovrebbero recuperare Sapore di sale. L’attacco, in particolare. Citiamo direttamente il grande Gino Paoli: «Sapore di sale / Sapore di mare / Che hai sulla pelle / Che hai sulle labbra / Quando esci dall’acqua / E ti vieni a sdraiare / Vicino a me / Vicino a me».

Ecco, il problema è che molti francesi, riferisce Libération, quando salutano l’acqua del mare si buttano subito sotto le docce pubbliche. E vi restano a lungo, troppo a lungo secondo alcune voci critiche. Soprattutto considerando l’attuale periodo storico-meteorologico, con una siccità pazzesca. Djamel, un frequentatore delle spiagge di Nizza, non nega il piacere. Anzi, afferma di godersi due o tre docce al giorno quando è in riva al mare. Per scrollarsi di dosso il sale e la sabbia. O, più prosaicamente, per rinfrescarsi. Alla domanda se faccia o meno attenzione a sprecare l’acqua, risponde così: «È che sono in vacanza, quindi mi lascio andare».

Le cattive abitudini

Come Djamel, evidentemente, molti altri. Lungo l’iconica promenade des Anglais, leggiamo, è un susseguirsi di scuse: «È che il sale poi appiccica e brucia» dice uno. Pazienza se Nizza, al momento, è in stato d’allerta rinforzata e altre località delle Alpi Marittime sono in crisi.

Le cattive abitudini di cittadini e turisti, va da sé, non sono passate inosservate. Jeannine Blondel, vicepresidente di France Nature Environnement per le Alpi Marittime, dice: «In questo modo, perdiamo migliaia di metri cubi di acqua. C’è pure chi si porta appresso la saponetta e lo shampoo».

A provocare maggiormente gli sprechi, dicevamo, sono i turisti. I quali, volendo riprendere le parole di Djamel, essendo in vacanza spesso spengono il cervello. Non ragionano, insomma. E così, Libération ci dice che Tunde, un’ungherese di 55 anni, viaggia a una media di cinque docce al giorno quando è al mare. Di più, sceglie appositamente spiagge dotate di docce.

Oltre gli 800 litri al giorno

Un cittadino di Nizza, secondo le stime, al giorno utilizza fra i 150 e i 200 litri d’acqua. I turisti, per contro, superano gli 800 litri al giorno. Complici, altresì, le attività in piscina. E il pianeta che soffre e soffoca? Può aspettare, agli occhi di chi è in vacanza. Se ne riparlerà dopo le ferie.

Ogni spiaggia pubblica, a Nizza, è equipaggiata con due docce. L’acqua potabile, bene prezioso, a maggior ragione in queste ultime settimane, sciacqua via il sale dai corpi più o meno abbronzati dei bagnanti e poi, senza colpo ferire, scorre verso il mare. Per il momento, l’utilizzo delle docce non è stato né vietato né contingentato. Se ne riparlerà, forse a breve o forse alla prossima ondata di siccità. Ma siccome la siccità è accompagnata da temperature piuttosto elevate, si tratta altresì di fornire un aiuto alla popolazione. Consentendo l’accesso all’acqua per rinfrescarsi. Il punto, secondo il vicesindaco di Nizza Richard Chemla, è arrivare a un uso consapevole del bene pubblico. Sono stati introdotti dei gorgogliatori per ridurre il flusso e dei pulsanti a tempo.

E gli altri comuni?

A Cannes, non molto distante, per sensibilizzare cittadini e turisti sono stati installati manifesti più o meno ovunque. Le docce pubbliche sono pure state dotate di pulsanti a tempo, affinché il flusso d’acqua si interrompa dopo una decina di secondi. Misure simili ad Antibes.

Solo Mentone, pare di capire, ha agito in anticipo chiudendo i rubinetti delle docce in aprile, prima che la crisi arrivasse. Unitamente alla chiusura delle fontane, al divieto di innaffiare e lavare strade e automobili, il comune al confine con l’Italia lo scorso luglio è riuscito a risparmiare un bel po’ di acqua: ne ha consumata tra i 150 e i 400 metri cubi al giorno, rispetto a una media di 562 nel 2021.

Una doccia a ciclo chiuso

Nell’emergenza, va detto, la mente umana trova soluzioni. Un’azienda di Cannes, a tal proposito, sta sviluppando una doccia da spiaggia a ciclo chiuso, con filtraggio e trattamento UV. L’obiettivo, appunto, è evitare che l’acqua potabile finisca in mare. Considerando che una doccia da spiaggia, dati alla mano, consuma 6 litri al minuto, il risparmio potrebbe essere notevole.

Detto questo, ovviamente rimane valido l’invito di Gino Paoli. Un bacio salato, in fondo, aggiunge del romanticismo a una vacanza in riva al mare.

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