Medellín è pronta: al via la sterilizzazione degli ippopotami di Escobar
«Ippopotami della cocaina». Con questo nome, a Medellín, è conosciuta la stirpe di ippopotami nata da quei quattro esemplari – un maschio e tre femmine – che proprio Pablo Escobar, il re del narcotraffico, importò in Colombia per la sua tenuta Nápoles. Un capriccio che sta costando parecchio all'ambiente locale. Abbandonati nelle foreste colombiane dopo l'uccisione di Escobar, avvenuta nel 1993, gli ippopotami si sono trovati a casa. E rapidamente, molto rapidamente, hanno popolato la regione, divenendo un grossissimo problema per la biodiversità e, vista l'aggressività degli animali, anche per l'essere umano. Per questa ragione, da anni, le autorità stanno progettando nei dettagli un piano per limitare la popolazione di ippopotami (divenuti più di 160!), dichiarati specie invasiva. La novità? In questi giorni, la provincia di Antioquia ha fatto sapere di essere pronta ad avviare un passo importante di questo programma: la sterilizzazione progressiva degli esemplari.
Danni per tutti
Alcuni dicono 166, altri 169. Non tutte le fonti colombiane concordano. Ippopotamo più, ippopotamo meno, il punto è un altro: gli esemplari presenti in Colombia oggi sono tanti. E gli esperti temono che, con una riproduzione incontrollata, potrebbero diventare mille già entro il 2035. Il problema è serio: oggi gli ippopotami rappresentano una disgrazia per l'ecosistema locale, flora e fauna. Distruggono i campi e mettono in pericolo la popolazione.
Per questo, dicevamo, il governatore della provincia di Antioquia, Aníbal Gaviria Correa, ha annunciato su Twitter il via al programma di sterilizzazione degli animali. Una procedura che verrà avviata a partire da settimana prossima.
Una lotta contro il tempo
Ma sterilizzare centinaia di ippopotami, oltre che pericoloso, può essere un lavoro lungo e dispendioso. Insufficiente, da solo, per combattere la situazione. Per questo, ha sottolineato in conferenza stampa la ministra per l'Ambiente Susana Muhamad, la sterilizzazione di 20 ippopotami, sarà affiancata da altre strategie. «Controllare il problema solamente con la sterilizzazione non è possibile». Per questo si parla di trasferimento, «portare questi animali fuori dal Paese e in luoghi dove possono essere tenuti in sicurezza. Siamo in contatto con tre Stati: Messico, India e Filippine». Non solo. Parte degli animali (la ministra non ha specificato il numero preciso) verrà abbattuta in un processo definito di «eutanasia etica». «Non ci sono le condizioni per sostenere questi animali in cattività. Siamo in una corsa contro il tempo». Una soluzione, questa, che insieme alla sterilizzazione ha scatenato le critiche degli animalisti, per la sofferenza causata agli animali e i grandi pericoli per i veterinari impegnati nelle operazioni.