Meme, parodie e attacchi ad Enrico Letta: pubblicità o autogol?
Salvini con la Nutella. Salvini che guarda il Grande Fratello. Salvini in spiaggia con il mojito. Del leader della Lega ormai esistono talmente tante versioni da far impallidire Super Mario nei videogiochi Nintendo (anche se Salvini in versione idraulico non lo abbiamo ancora visto). Se c’è un politico che può essere definito a tutti gli effetti un influencer è proprio l’ex ministro italiano, da anni protagonista indiscusso dei social network, con oltre 5 milioni di follower su Facebook. Un record per la Penisola (seguono Giuseppe Conte, con 4,5 milioni di follower, Luigi di Maio, 2,5 milioni, Vittorio Sgarbi e Giorgia Meloni con quasi 2,4 milioni a testa). In questi giorni però a far furore sui social è il segretario del PD Enrico Letta. E la cosa non è necessariamente positiva, anzi. La campagna elettorale dell’ex presidente del Consiglio in vista delle elezioni del 25 settembre sembra aver subito il temuto effetto boomerang, tra parodie, meme e attacchi frontali degli avversari. Vero è che «non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli», ma la strategia comunicativa del leader dem rischia di diventare un disastro. Almeno sul web, terra di nessuno per quanto riguarda sfottò, prese per i fondelli, insulti e ruggiti dei leoni da tastiera.
Una comunicazione brutale, nessuna sfumatura
I messaggi scelti dal segretario del PD non hanno sfumature. Lo slogan è diretto e conciso: «Scegli». Da una parte i temi del centrodestra, su sfondo nero, dall’altra quelli del PD, su sfondo rosso, con una foto di Enrico Letta. L’ex presidente nel Consiglio non usa mezzi termini: o con noi o con loro. Nello specifico con Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d’Italia, stando ai sondaggi, pare essere la temibile avversaria da battere. Sulla strategia di comunicazione del PD, Letta in un’intervista a Repubblica ha dichiarato: «Nella prima fase abbiamo voluto occupare il terreno sulle proposte e abbiamo sistemato l'organizzazione interna, adesso è il momento della polarizzazione, delle parole nette e di una comunicazione anche brutale della posta in gioco. Bisogna dare la sveglia agli italiani affinché vedano chiaramente qual è il rischio che corre il Paese, a maggior ragione dopo i fatti degli ultimi giorni, cioè le parole di Salvini sulle sanzioni alla Russia e il suo elogio al modello ungherese di famiglia, e poi il gesto sconsiderato di Meloni che pubblica il video di uno stupro per propaganda e, anziché scusarsi, lo rivendica pure». Messaggi brutali dunque, ma che, se da una parte non lasciano spazio a equivoci, dall’altra riducono tutto il pensiero degli italiani a due sole categorie. Qualche esempio? Se non si è dalla parte della scienza e dei vaccini, si diventa automaticamente no vax, se non si sta con l’Europa, si è putiniani. E via così. Una scelta muscolare che potrebbe essere molto efficace, ma che contrasta profondamente con i messaggi lanciati dalle autorità in questi anni di pandemia per evitare una polarizzazione della società. L’effetto divisivo della campagna elettorale del PD è palese ed esplicito. Probabilmente un rischio da correre pur di fermare la destra.
L’autogol sulla pasta
I cartelloni affissi nelle città non hanno fatto particolarmente rumore, ma il web, lo sappiamo bene, fagocita tutto e lo «scegli» di Letta si è prestato in men che non si dica alle parodie. Un bersaglio facile, visto che da anni sui social spopolano proprio i meme incentrati sulle dicotomie (tra i più diffusi «Drake approves/disapproves»).
Il vero passo falso di Letta è arrivato lo scorso 26 agosto, quando la sua campagna elettorale, già oggetto di numerose beffe sul web, è stata pesantemente criticata. Il motivo? L’account del segretario del PD, in una maldestra operazione simpatia, ha condiviso un meme della pagina Facebook «Pasta&Rivoluzione». Su sfondo nero la scritta «con la pancetta», su quello rosso «con il guanciale» e il commento del politico con l’hashtag «Guanciale tutta la vita».
Tra contraccolpi della guerra in Ucraina, timori per la crisi energetica e strascichi pandemici, l’Italia non sta certo vivendo un periodo idilliaco, e l'ironia considerata fuori luogo di Letta ha fatto esplodere il popolo della Rete. Ovviamente non sono mancati gli attacchi degli avversari politici. Tra i primi a ribattere, manco a dirlo, la «bestia» da social Matteo Salvini, che ha lanciato subito la sua parodia: «Dopo il 25 settembre cosa farà? Letta, scegli» e le due opzioni «torno in Francia» e «resto in Italia».
Anche il leader di Azione Carlo Calenda non ha risparmiato l’affondo: «Siamo tutti felici, Enrico Letta, che ti stia divertendo con questo tuo giochino rosso o nero. Ma visto che sei a Modena, fai un salto a Sassuolo e vedi se si stanno divertendo anche i produttori di piastrelle che rischiano di fermarsi e stanno già chiedendo la cassa integrazione».
Mentre i comuni utenti hanno inondato i social di meme con l'hashtag «scegli», colpendo anche con dure critiche: «Non devi fare il simpatico! La situazione è molto seria, la gente è disperata, Meloni prenderà il 50% da sola, e tu hai voglia di scherzare!». Il tempo per aggiustare il tiro non è molto e probabilmente Letta continuerà per la sua «brutale» strada fino al 25 settembre. Colpirà nel segno o sarà un disastro? Al momento solo un nuovo «Enrico, stai sereno» di Matteo Renzi potrebbe fugare ogni dubbio.