Il punto

Milano come Gotham City, ma i Club Dogo e Beppe Sala non lo sanno

Le statistiche sulla criminalità, e ancora di più quelle sulla microcriminalità, non mentono: rapportata al resto dell’Italia il capoluogo lombardo è paragonabile alla città immaginaria della DC Comics
© ANDREA FASANI
Stefano Olivari
24.10.2023 09:30

Milano come Gotham City? Le statistiche sulla criminalità, e ancora di più quelle sulla microcriminalità, non mentono: rapportata al resto dell’Italia la città governata da Beppe Sala è paragonabile a quella immaginaria della DC Comics, in cui Batman riesce a raddrizzare qualche torto. Ecco, a Milano non ci sono né Batman né Robin, ma un sindaco che partecipa a un video in cui la richiesta di sicurezza dei milanesi viene addirittura presa in giro. Come è possibile?

Club Dogo

L’antefatto è la reunion dei Club Dogo prevista per il 2024 dopo quasi dieci anni di progetti paralleli e di carriere da solisti per Jake La Furia, Guè e Don Joe. Già annunciati 3 concerti (10, 11 e 14 marzo al Forum di Assago), altri seguiranno perché oggi nella musica chi ha un nome lo può monetizzare soltanto con l’attività live e non con improbabili, almeno per l’hip hop, nuove canzoni cantate da ultraquarantenni. Fin qui la solita operazione a metà fra nostalgia e autocelebrazione, rivolta a fan invecchiati che nel frattempo hanno aumentato il proprio potere d’acquisto. E Sala cosa c’entra? C’entra, perché il sindaco di Milano è apparso nel video ufficiale pubblicato su YouTube e altri social network, insieme a Claudio Santamaria, in cui i Club Dogo preparano i fan all’annuncio. Sala e l’attore romano guardano dall’alto una Milano cupa e spaventosa, dove si sentono quasi solo sirene della polizia e ambulanze: insomma, Gotham City, come ormai molti suoi abitanti la chiamano. Certo la criminalità non è aumentata per colpa soltanto di Sala, ma per mille fattori su cui raramente la politica può intervenire, ma questo non è sembrato un buon motivo per sfottere i cittadini che si sentono sempre meno sicuri.

Le statistiche

I dibattiti sulla sicurezza percepita potrebbero terminare di fronte alle cifre fornite dal Ministero dell’Interno relative a tutto il 2022. Con 5.985 reati denunciati ogni 100.000 abitanti Milano è la città meno sicura d’Italia, davanti a Rimini e Torino. Significa nella sostanza che chi sta per un anno a Milano ha il 6% di possibilità che gli accada qualcosa di male. Non vuol dire necessariamente che Milano sia peggio di Roma o Napoli, perché non tutto viene denunciato, ma certo si tratta di cifre che fanno impressione perché sono trainate dalla microcriminalità, in particolare da rapine e da quelli che i poliziotti definiscono furti con strappo, insomma gli scippi, aumentati di oltre il 20%. Poi alcune zone sono più pericolose di altre: meglio evitare quando è buio, ma anche quando è chiaro, la Stazione Centrale, Quarto Oggiaro, il Giambellino, i Navigli, il Corvetto, via Padova e anche la stranissima zona San Siro, dove a pochi metri dallo stadio di Inter e Milan convivono ville di miliardari, dignitose case piccolo borghesi e casermoni fatiscenti dove domina la criminalità: insomma, Gotham City è per certi aspetti la Metropolis di Fritz Lang. I dati parziali del 2023 dicono che la situazione sta addirittura peggiorando, con una proiezione di quasi 7.000 denunce ogni 100.000 abitanti, davanti a Rimini e con il terzo posto conquistato da Roma. Non un gran biglietto da visita per chi ospiterà le Olimpiadi 2026.

Carcere per stranieri

La narrazione della Milano post EXPO, tutta basata su manifestazioni ed eventi, e trainata dall’immobiliare di fascia alta, è riuscita a far digerire l’era COVID ma anche a impedire una vera discussione sulla microcriminalità, che inevitabilmente evidenzierebbe età e provenienza di gran parte dei denunciati: cioè giovani nordafricani, spesso di seconda generazione e a volte riuniti in gang senza una vera gerarchia e organizzazione e senza una vera zona di operatività, al punto che il centro può essere pericoloso come le periferie, soprattutto per un adolescente con l’aria della preda indifesa. Pochi numeri per descrivere un fenomeno che non si può ridurre alle pur pericolose baby gang: nel 2022 circa il 30% della popolazione carceraria in Italia (in totale meno di 60.000 persone) era composta da stranieri, che invece sono soltanto l’8,6% della popolazione totale. Ma a Milano si va oltre, visto che è straniero circa il 70% dei detenuti del carcere di San Vittore, nel centro della città. Per questo del problema si parla poco, con una sorta di autocensura da parte dei media, soprattutto di sinistra, che procura danni anche ai tanti immigrati bene integrati nella società italiana.

Denunce VIP

Il problema della sicurezza a Milano è raccontato soprattutto dai VIP quando vengono rapinati o molestati. Da Carlos Sainz derubato dell’orologio Richard Mille da mezzo milione di euro a Christain Vieri che in un ristorante ha sventato un colpo con il trucco del foglio (in pratica fra i tavoli passa un falso invalido, di solito un finto sordomuto, che mostra un foglio con scritta la sua storia e intanto svuota le borse) a tanti altri, nei giorni scorsi Elenoire Casalegno aggredita per strada che ha mandato un messaggio social proprio a Sala: inutile elencare tutti gli episodi di furti in strada o in casa, più o meno violenti, più o meno commessi da stranieri (fra gli autori italiani primeggiano in napoletani in trasferta). Si rimane impressionati più da chi non fa notizia, come i tanti svizzeri con brutte esperienze milanesi, due su tutti: il quarantenne che un anno fa in viale Umbria fu derubato del suo Audemars Piguet da 35.000 euro con il trucco dello specchietto (un motorino urta l’auto, l’autista tira giù il vetro per sistemare lo specchietto o addirittura scende, e subito viene aggredito) e il giovane calciatore che lo scorso maggio fu derubato di tutto, anche delle scarpe, da un gruppo di nordafricani vicino a Corso Como. Il problema ha raggiunto dimensioni tali che se ne è occupata addirittura anche Chiara Ferragni, che di solito sta bene alla larga da temi divisivi. La risposta di Sala? L’annuncio social dell’assunzione di 500 nuovi poliziotti (in realtà era una cosa detta 2 anni fa in campagna elettorale), l’istituzione di focus group per raccogliere segnalazioni e suggerimenti delle donne, la presenza più continua di vigili urbani per strada, come deterrente. Nessuno è Batman, ma migliorare si può.