L'inchiesta

Milano, Firenze, Roma: l'élite russa finanzia la guerra e acquista case in Italia

The Insider e il progetto Agents of War hanno seguito le tracce di alcuni dirigenti di aziende statali della Federazione Russa: ecco che cosa hanno scoperto
© Daniele Mascolo
Red. Online
15.03.2025 21:00

Firenze, Verona, la Liguria, la Costa adriatica, ovviamente Milano. Mentre le principali aziende statali russe, giorno dopo giorno, contribuiscono alla macchina da guerra di Vladimir Putin, l'élite economica del Paese acquista proprietà nelle località più famose d'Italia. Ne dà notizia il portale indipendente The Insider, forte di un'inchiesta coordinata con il progetto Agents of War. Andiamo con ordine. Andrey Akimov, amministratore delegato di Gazprombank nonché membro della cerchia ristretta del presidente russo, può vantare un appartamento di lusso nel centro storico di Verona. Grazie ad Akimov, scrive The Insider, la banca è diventata un ingranaggio integrante dello sforzo bellico in Ucraina. Finanziando, da un lato, progetti e, dall'altro, fornendo servizi di pagamento alle forze di sicurezza statali e militari russe. Non finisce qui: attraverso la sua holding mediatica, Gazprom-Media, Gazprombank controlla alcune delle maggiori piattaforme di propaganda russe, fra cui NTV, RuTube e, in parte, il social VKontakte. Nel 2023, gli Stati Uniti, il Canada e l'Ucraina hanno sanzionato Gazprom-Media, definendola una «piattaforma di disinformazione» che svolge un ruolo chiave nel sostenere il regime di Putin.

Akimov e i suoi parenti più stretti possiedono proprietà più o meno ovunque: da Ibiza a Cipro, passando per Vienna e i Caraibi. The Insider e Agents of War, adesso, riferiscono appunto di un appartamento di 168 metri quadrati a pochi passi dall'iconico balcone di Giulietta. Difficile, certo, stimare con precisione il valore di un immobile simile. Sul sito web Immobiliare.it, per contro, appartamenti simili a quello di Akimov sono quotati fra i 6 e gli 8 mila euro al metro quadro. Tradotto: l'appartamento dell'amministratore delegato di Gazprombank vale almeno un milione di euro. 

Non finisce qui, evidentemente: la famiglia del vicepresidente di Gazprom Neft, Anatoly Cherner, ha scelto la Liguria come buen retiro. Gazprom Neft, sussidiaria del colosso energetico Gazprom, è il terzo produttore di petrolio del Paese. La moglie e la figlia di Cherner, Larisa e Yulia, possiedono una tenuta imponente ad Andora. La proprietà comprende una villa di 955 metri quadrati e un terreno da oltre un ettaro. Dopo l'invasione su larga scala dell'Ucraina, la Russia ha introdotto una legge che permette alle aziende statali di nascondere informazioni per evitare di incappare nelle sanzioni occidentali. Gazprom Neft, di conseguenza, ha rimosso i nomi dei membri del proprio consiglio di amministrazione dal sito web. Cherner, però, nel febbraio del 2023 figurava ancora come vicepresidente quando ha partecipato all'inaugurazione di nuovi impianti della società a Omsk. Gazprom Neft, a proposito di sanzioni, è stata colpita dalle misure di Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Ucraina, Australia, Nuova Zelanda, Unione Europea e Canada. Nel 2023, lo stesso Cherner è stato aggiunto alla lista delle sanzioni del Regno Unito, il che significa che è soggetto al congelamento dei beni, al divieto di ingresso nel Paese, alle restrizioni sulla gestione del trust e sui trasporti. Eppure, sotto la guida di Cherner alla Gazprom Neft, i prodotti petroliferi russi hanno continuato ad affluire in Europa, nonostante le citate sanzioni internazionali.

Altro giro, altra proprietà. La famiglia di Erkin Norov, membro del consiglio di amministrazione di VTB Bank, ha acquistato proprietà nelle principali città italiane: Milano e Roma. Norov, riferisce The Insider, fa parte del consiglio di amministrazione della banca, detenuta al 62% dal governo russo, dal 2009. VTB, in particolare, gestisce beni chiave per la difesa russa, tra cui la United Shipbuilding Corporation, il più grande costruttore di navi e fornitore di manutenzione per la Marina russa. VTB controlla anche RNKB, una delle maggiori banche della Crimea occupata. Nell'aprile 2021, il figlio di Norov, Denis, ha acquistato un appartamento di 152 metri quadrati a Milano, situato in Via Giacomo Watt. Secondo Immobiliare.it, gli immobili in questa zona costano circa 6.000 euro al metro quadro, il che fa pensare che la proprietà valga fra gli 800 e i 900 mila euro. Una targhetta sulla cassetta della posta rivela che Denis Norov non è l'unico residente: sembra, infatti, che condivida l'appartamento con un certo Oleg Tsozik. L'identità di quest'ultimo, tuttavia, rimane poco chiara. Due anni dopo aver acquistato un appartamento a Milano, nel gennaio 2023 Denis Norov ha acquistato un'altra proprietà, di 65 metri quadri, situata a Roma in Via Piemonte, di fronte al parco di Villa Borghese. I prezzi degli immobili in questa zona, prestigiosa, partono da 7.500 euro al metro quadro. Tradotto: l'appartamento di Norov ha un valore compreso fra 500 e 600 mila euro. Particolare: Norov, in realtà, non avrebbe acquistato personalmente l'appartamento ma avrebbe ricevuto in regalo l'immobile da Olga Shelkova, consulente di VTB Bank. Domanda delle domande: Denis Norov avrebbe potuto garantirsi simili affari senza il sostegno, finanziario, del padre? No, verosimilmente. Norov, secondo quanto filtra online, è impiegato come assistente del responsabile delle pubbliche relazioni e della comunicazione al Museo Alfa Romeo. 

E l'Adriatico? Eccolo. Andrey Sharonov, ex funzionario governativo e navigato dirigente russo, già vicesindaco di Mosca per la politica di Mosca nonché rettore e poi presidente della Skolkovo Business School, ha investito massicciamente in immobili lontano dalla madre patria. Secondo i registri immobiliari italiani, possiede un appartamento di 177 metri quadri e un garage di 22 metri quadri nella città balneare di Montesilvano, in Abruzzo. Altro particolare: nel 2022, il Regno Unito ha imposto sanzioni a Sharonov, vietandogli l'ingresso nel Paese, congelando i suoi beni e limitando il suo accesso ai servizi finanziari a causa della sua posizione nel consiglio di amministrazione di Sovcomflot, la più grande compagnia di navigazione statale russa, responsabile del trasporto di petrolio, prodotti petroliferi e gas liquefatto. La Sovcomflot è, per l'82,8%, di proprietà del governo russo e rappresenta un'importante fonte di reddito per il Cremlino, motivo per cui la compagnia è stata sanzionata da Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito, Canada e Australia, tra gli altri. Oltre a Sovcomflot, Sharonov ha fatto parte – e continua a fare parte – dei consigli di amministrazione di diverse importanti società russe, tra cui PhosAgro (il più grande produttore russo di fertilizzanti), Rosseti (la società statale russa di trasmissione dell'energia elettrica), NefteTransService (un operatore ferroviario che trasporta petrolio e prodotti petroliferi), il gruppo metallurgico En+ (legato all'oligarca Oleg Deripaska) e la già citata VTB Bank. La proprietà, scrive The Insider, è stata ereditata da Sharonov e dai suoi figli. Apparteneva alla defunta moglie, Olga Sharonova, che si ritiene sia deceduta nel 2012. Montesilvano è una popolare località di villeggiatura sulla costa adriatica, nota per le sue spiagge e il suo stile di vita tranquillo: un rifugio ideale, per dirla con il portale, lontano dalle conseguenze delle politiche di Mosca.

Anche Daniil Krainskiy,  vice amministratore delegato per gli affari legali di Rosseti dal novembre 2022, ha scelto l'Italia come seconda casa. Dal 2013, infatti, possiede un appartamento di 77 metri quadri nel centro storico di Firenze, in Via Ghibellina. La proprietà si trova a pochi minuti dai luoghi più significativi di Firenze, tra cui Palazzo Vecchio, la Galleria degli Uffizi e la Cattedrale di Santa Croce. Rosseti, la più grande società russa di trasmissione di energia, di fatto è un monopolio di Stato, con il 75% delle azioni nelle mani del governo russo. Dall'inizio della guerra su vasta scala, Rosseti è stata attivamente coinvolta nell'«integrazione» dei territori ucraini occupati dai russi, costruendo infrastrutture energetiche e aprendo nuove filiali. Non solo, Rosseti ha sostenuto pubblicamente la guerra, creando fondi per aiutare i soldati russi, acquistando veicoli blindati e impegnandosi a garantire l'approvvigionamento energetico nelle zone di confine e nelle cosiddette «nuove regioni» russe.