Il punto

Missili iraniani e deviazioni: l'impatto della crisi in Medio Oriente sui voli di Swiss

La sfida della stabilità aerea, nella regione, è sempre più complicata: «Ma quanto sta accadendo non incide sulle nostre tariffe per i biglietti» spiega un portavoce della compagnia di bandiera
© Reuters

L'attacco missilistico dell'Iran contro Israele, una volta di più, ha fatto precipitare la situazione in Medio Oriente. Provocando, di riflesso, sconvolgimenti per l'aviazione civile. Nello specifico, giorni fa Swiss era stata fra le prime compagnie a reagire all'oramai imminente (e massiccio) lancio di Teheran. Decidendo di evitare gli spazi aerei di Iran, Iraq e Giordania almeno fino al 2 ottobre. Il vettore elvetico, da tempo, sta evitando altresì i cieli di Israele e del Libano. Per ovvi motivi, verrebbe da dire. 

E così, all'improvviso, volare da e verso l'Asia è diventato un vero e proprio rebus. Paradossalmente, ma nemmeno troppo, le società di consulenza hanno consigliato ai vettori di utilizzare i corridoi dell'Afghanistan, Paese a lungo evitato per questioni di sicurezza. Corridoi che Swiss, in effetti, sta utilizzando dallo scorso luglio. I piloti, almeno quelli che abbiamo potuto consultare, non sono certo felici della situazione. «Si passa dove si può» ha raccontato una fonte. «Ma, certo, rispetto a prima i viaggi si sono allungati». Con tutte le conseguenze del caso in termini di consumo di cherosene e, in ultima istanza, costi. Per la compagnia e per i passeggeri. Da noi interrogata, tramite il suo portavoce Michael Stief Swiss ha spiegato che «eviterà gli spazi aerei di Israele, Iran e Iraq fino a nuovo avviso». A conferma, insomma, del momento delicato: «Questa misura, come abbiamo già detto, comporterà tempi di volo leggermente più lunghi, fino a 15 minuti, sui nostri voli a destinazione di Dubai, dell'India, dell'Asia e del Sudest asiatico. Continuiamo a monitorare la situazione in Medio Oriente, grazie anche ai nostri analisti che analizzano tutte le informazioni a disposizione. E ancora: Swiss è in costante contatto con le autorità competenti in Svizzera e nella regione». 

Poco, o nulla, si sa sui costi che Swiss sta sopportando per queste deviazioni. A immagine del volo LX 242 che, giorni fa, è stato deviato su Antalya, in Turchia, mentre stava puntando verso Dubai. L'improvvisa escalation nella regione e, appunto, il fatto che l'Iran stesse per lanciare centinaia di missili hanno spinto l'equipaggio a cambiare destinazione. Dopo aver fatto rifornimento allo scalo turco, l'Airbus A330 è ripartito evitando, evidentemente, lo spazio aereo iraniano. «Non abbiamo commenti da fare in merito ai costi» ha spiegato Stief. Ai costi e agli eventuali aumenti dei biglietti nel medio termine, proprio per «compensare» le deviazioni. «I nostri prezzi in realtà sono determinati principalmente dalla domanda e dall'offerta. Gli eventi in Medio Oriente, dunque, non hanno un impatto diretto sulle nostre tariffe».

Parlavamo di rebus. Detto che Swiss ha ripreso a sorvolare l'Afghanistan, garantendosi quindi un passaggio teoricamente sicuro da e per l'Asia, fra crisi mediorientale e chiusura dello spazio aereo russo (da oltre due anni e mezzo oramai) garantire il calendario dei voli è sempre più una sfida. «La chiusura di uno o più spazi aerei può, talvolta, comportare tempi di volo più lunghi. E gli allungamenti dei tempi possono influire sui nostri programmi e orari».