È il 24. giorno di guerra in Ucraina, la quarta settimana. In un videomessaggio postato nella notte su Facebook, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto colloqui significativi di pace e sicurezza «senza indugio» con Mosca, che dal canto suo domanda un testo su cui discutere come condizione essenziale per un vertice con Putin. Un incontro, per il presidente ucraino, «è l'unica possibilità per la Russia di ridurre i danni causati dai propri errori», sulla scia dell'invasione. «È tempo di incontrarsi, è tempo di parlare, è tempo di ripristinare l'integrità territoriale e la giustizia per l'Ucraina. Altrimenti, le perdite della Russia saranno tali che il Paese impiegherà diverse generazioni per riprendersi», ha aggiunto. «Abbiamo sempre insistito sui negoziati», ha detto il presidente ucraino, «abbiamo sempre proposto dialogo e soluzioni per la pace. Non solo durante i 23 giorni di invasione».
Per il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, le delegazioni dei due Paesi devono preparare e concordare il testo di un trattato. Successivamente, il testo dovrebbe essere siglato dai ministri degli Esteri e approvato dai governi. «Soltanto dopo - conclude Medinsky - si potrà discutere la possibilità di un vertice».
Nel frattempo, l'esercito russo ha annunciato ieri di essere riuscito a entrare nel centro di Mariupol insieme alle truppe della «repubblica» separatista di Donetsk. La presa di Mariupol rappresenterebbe una svolta importante nella guerra e consentirebbe alla Russia di garantire la continuità territoriale tra le sue forze provenienti dalla Crimea annessa (sud) e le truppe del Donbass (est).
Zelensky ha poi confermato che 130 persone sono state finora salvate dal teatro bombardato di Mariupol e che lo operazioni di soccorso stanno proseguendo.